«Così schediamo le paure dell'uomo» di Stefano Mancini

«Così schediamo le paure dell'uomo» Progetto del centro ricerche «Fabrica»: lettere, film e disegni saranno raccolti in una mostra «Così schediamo le paure dell'uomo» Appetto di Toscani: mandatemi le vostre angosce INCUBI AL MICROSCOPIO PAURA. Paura della vita o della morte, paura di ammalarsi o di diventare poveri, di essere abbandonati o di perdere il lavoro. Paura dei serpenti o del vuoto, degli spazi ampi o di quelli angusti, delle tenebre o della solitudine. Non esiste la paura, esistono tante paure quanti sono gli esseri umani. Ognuno ne ha provata almeno una, e più volte, nella vita. Ognuno ne dà una propria rappresentazione. A nessuno, però, era ancora venuto in mente di raccoglierle queste rappresentazioni. Hanno deciso di provarci a «Fabrica», il centro di ricerche per la comunicazione pensato e diretto da Oliviero Toscani, l'officina di idee nel Trevigiano da cui partono le campagne pubblicitarie Benetton. Da lì stanno inviando un messaggio al mondo, su tutti i mezzi di comunicazione: «Raccogliamo le vostre paure - The fear project by Fabrica». E' bene accetta qualunque forma artistica: fotografie, suoni, video-tape, disegni che riproducono questo sentimento. «Il materiale raccolto assicurano gli ideatori del progetto - non sarà utilizzato per nuove campagne pubblicitarie, ma finirà in una mostra a Venezia, in settembre». La paura è il motore che muove il mondo. Ecco l'osservazione, fatta quasi per caso a Fabrica, che ha messo in moto la ricerca. «Uno degli studenti aveva preparato una serie di cartoline alternative - racconta Toscani -. La mia attenzione è caduta su una in particolare: un uomo che si copre il volto con le mani. Ho detto: dobbiamo sviluppare questo dettaglio, che in realtà è una costante, il leit-mo¬ tiv della nostra esistenza: dalla politica al giornalismo alla religione, fino al sesso nel tempo dell'Aids. Ci siamo subito entusasmati all'idea». Il «progetto paura» è partito da alcuni giorni, curato da Adam Broomberg. In Inghilterra sono già apparsi i primi «avvisi» sui giornali. L'invito è a in¬ viare il materiale a Villa Pastega, sede di Fabrica, in via Ferrarezza a Catena di Villorba (Treviso). Accompagnano il bando alcune illustrazioni della paura, come un occhio umano deformato su fondo nero o la lepre che fugge inseguita dal predatore. Sì, perché pure gli animali hanno paura, per esempio quando sono braccati o vedono il fuoco. «Anche l'arte nasce da questo sentimento», aggiunge il guru della Benetton. Di sicuro la letteratura ha dato il suo contributo: da Montaigne con la sua «paura di aver paura» a Shake¬ speare con i tormentati personaggi delle sue tragedie, da Alfieri ad Ariosto, al filone orrorifico. Ecco dunque che un'emozione di solito ritenuta negativa rivela la sua ambivalenza, la sua positività. A volte si ha paura che un'iniziativa non riesca e poi si scopre che è un successo. A volte il nostro terrore quotidiano è soltanto quello di perdere la felicità, il denaro o la salute di cui godiamo. «A volte è semplicemente la paura di guardare le cose - aggiunge Toscani : l'uomo della cartolina che si copre il volto con le mani ne è l'espressione. Colui che non va dal medico per paura di una diagnosi infausta ne è l'esempio concreto: teme di sapere». Via libera, dunque, al nuovissimo e inedito progetto paura. Ma non era stato lo stesso Toscani a darcene qualche anticipazione con le foto del malato di Aids moribondo o con la maglietta insanguinata del soldato bosniaco? Stefano Mancini «Anche l'arte nasce da questa emozione» occhio umano su fondo nero, una delle immagini simbolo del «progetto paura» di Oliviero Toscani [FOTO SPL - GRAZIA NERI)

Persone citate: Adam Broomberg, Alfieri, Ariosto, Oliviero Toscani, Toscani

Luoghi citati: Inghilterra, Treviso, Venezia, Villorba