Assad snobba tutti i Grandi della Terra di Giuseppe Zaccaria

In Israele allarme attentati: si teme un'autobomba dimostrativa in coincidenza con la riunione In Israele allarme attentati: si teme un'autobomba dimostrativa in coincidenza con la riunione Assad snobba tutti i Grandi della Terra A Sharm el-Sheikh vertice anti-terrore SHARM EL-SHEIKH DAL NOSTRO INVIATO Dinanzi all'albergo in cui i potenti della Terra diranno no al terrorismo, stanotte come per miracolo è fiorito un parco. Ibis e magnolie, palme nane e bouganvillee macchiano di colori il rosso bruno del deserto. Sono state trapiantate in fretta da un battaglione di poliziotti e cominceranno a morire fra quarantott'ore. La speranza è che altrettanto non accada all'accordo che oggi ci si appresta a firmare. In queste ore è un luogo surreale, la celebrata Sharm elSheikh. Nata com'è da un'intuizione degli israeliani (erano slati loro, dopo la guerra del Kippur, a costruire il primo albergo in questo lembo di terra allora occupato), la più celebrata spiaggia d'Egitto ha continuato a crescere su una finzione. E' una città inesistente, tutto si articola intorno a tre enormi complessi dove compagnie tedesche, americane e italiane si sono sbizzarrite in un finto-arabo ad uso del rispettivo turista. Adesso il turista in tenuta da spiaggia passa prima divertito poi sempre più irritato fra i metal detector, si vede circondato da migliaia di poliziotti, fa shopping fra mitragliatrici montate sui treppiedi e pensa di aver sbagliato settimana. Hosni Mubarak, presidente egiziano, è qui dall'altro ieri per «sovraintendere ai preparativi». Gli arrivi si stanno infittendo, in base a un ordine che per ragioni di sicurezza nessuno co nosce: poche ore e poi Clinton ed Eltsin, Chirac e Major e Pe res, il nostro Dini ed i presidenti degli Stati arabi - tranne quelli più direttamente investiti dal l'accusa di alimentare il terrori smo - si accorderanno su un do cumento già limato in modo da evitare fratture. Dopo l'ondata di devastazioni che ha colpito Israele, la Conferenza internazionale era stata convocata con lo scopo di ottenere dal mondo una condanna unanime verso Iran, Libia e Siria, accusati di finanziare le azioni di Hamas, di Hezbollah e variegate frazioni. Epperò già sabato scorso, al vertice di Pa lermo, i ministri degli Esteri dell'Unione Europea avevano manifestato orientamenti più sfumati: non condanne a priori ma contatti e tentativi di con vinzione. Dietro la linea dura dell'amministrazione Clinton anche il segretario di Stato Christopher tentava nel frattempo qualche mediazione, per convincere Siria ed Arabia Saudita ad essere qui oggi. E' stato un successo a metà, quello di Christopher. L'Arabia Saudita ci sarà, assieme agli al tri Paesi del Consiglio di coope razione del Golfo (Kuwait, Ba hrein, Emirati, Qatar e Oman) La Siria è grande assente, assie me con il satellite Libano. Iran Sudan e Libia non sono stati in vitati. Ieri il ministro libico per gli Affari arabi, Gamaa el Fezza ni, è volato fino a questa stra volta località balneare ;ier recare a Mubarak un messaggio personale di Gheddafi. L'accordo, nelle grandi linee, già stato anticipato dalla tv israeliana. Un documento in cinque punti che conferma la condanna del terrorismo, l'appoggio al processo di pace, l'impegno a «rafforzare la cooperazione e il coordinamento» fra governi e polizie. Si gettano le basi per un accordo internazionale sulla cattura e le condanne ai terroristi. Boris Eltsin porta nella valigia un'altra proposta: quella di una Conferenza mondiale da tenersi a Mosca entro l'anno. Ci sarà forse qualche variazione: Osama El-Baz, uno fra i più influenti consiglieri di Mubarak, ha incontrato a Gerusalemme Peres proprio per suggerire altri aggiustamenti. In ogni caso, nonostante l'enfasi posta sull'avvenimento sembra difficile che la conferenza di Sharm jl-Sheikh possa passare alla storia. Siria e Sudan la condannano senza appello come resa del mondo arabo alle pressioni di Stati Uniti e Israele. E nello Stato ebraico c'è grande allarme: i servizi segreti temono che gli ultra abbiano in programma un attentato con autobomba tra oggi, in coincidenza con il vertice, e domani, quando Clinton sarà a Gerusalemme e Tel Aviv. Queste giornate, comunque, resteranno impresse nella memoria degli sfortunati che le avevano scelte per una vacanza. Gira una battuta, fra le centinaia di agenti americani che hanno invaso Sharm a bordo di furgoni Chevrolet con la targa verde della polizia egiziana: «Siamo venuti a fare gli spacekeepers», mi ha detto ieri ridendo uno di loro. In effetti il maggior problema è consistito nel trovare spazio alle delegazioni. Intorno al «Móvenpick Jolie Ville», l'albergo del grande vertice, la città ha smesso di essere «jolie» già da tre giorni. Chi tenta di fare il bagno deve bloccarsi dinanzi a uno schieramento di canotti da dove si af¬ facciano poliziotti sommozzatori. A qualche comitiva è accaduto di essere praticamente deportata in luoghi più lontani. Molti altri si sono visti offrire «tour» straordinari: due giorni nel Mar Rosso al prezzo di uno, escursioni in cammello con «tè nel deserto» a patto di trascorrere fuori la notte. Quelli che nonostante il disagio sono rimasti, l'altra notte verso le tre e mezzo sono stati svegliati da una misteriosa esplosione, seguita da grida e ululati di sirene. Nessuna fonte ufficiale è stata in grado di spiegare cosa sia accaduto. Un «incidente», forse. Giuseppe Zaccaria Palestinesi protestano a Ramallah contro la chiusura dei territori [fotoreuter]