Al Molqi, vertice da Scalfaro di Andrea Di Robilant

Al Molqi, vertice da Scaliaro Al Molqi, vertice da Scaliaro Dini agli 007: «Dovete catturarlo» ROMA. Fare tutto il possibile per rintracciare Majid Al Molqi: questa la consegna urgente assegnata da Lamberto Dini agli 007 italiani durante il super-vertice del Cesis (il comitato di coordinamento dei servizi di sicurezza) ieri mattina a Palazzo Chigi. Subito dopo il presidente del Consiglio si è recato al Quirinale per illustrare a Scalfaro gli ultimi sviluppi dell'imbarazzante vicenda del terrorista palestinese evaso grazie ad un permesso-premio concesso dal magistrato di sorveglianza. Gli americani, profondamente colpiti dalla fuga di Al Molqi - condannato dal Tribunale di Genova per il sequestro dell'Achille Lauro e l'uccisione del turista invalido Leon Klinghoffer -, solleveranno la questione al vertice sul terrorismo che inizia oggi a Sharm el-Sheikh. «Stiamo lavorando molto sul problema dell'Achille Lauro», conferma il portavoce del dipartimento di Stato, Nicholas Burns. Ma dopo le vivaci proteste di Washington dei giorni scorsi, i toni ufficiali alla vigilia del vertice in Egitto appaiono più moderati. Per l'amministrazione Clinton, «Dini ha deciso di adottare misure vigorose volte a ritrovare il terrorista fuggito». I servizi italiani e americani questa almeno è l'intenzione dei rispettivi governi - dovranno collaborare al massimo per riacciuffare Al Molqi. Il Guardasigilli Vincenzo Caianiello ha già inviato alla Procura generale presso la Cassazione l'atto di incolpazione per Laura Longo, il magistrato di sorveglianza che autorizzò i permessi-premio di cui usufruì Al Molqi in varie riprese. Non risultano violazioni penali da parte del magistrato. Ma si ac¬ cusa la dottoressa Longo di aver concesso i permessi-premio avendo «insufficienti informazioni» e di aver prorogato «immotivatamente» l'ultimo permesso di cinque giorni. Nei giorni scorsi alcuni magistrati avevano sostenuto che la responsabilità per la fuga era piuttosto delle forze dell'ordine preposte alla sorveglianza di Al Molqi e dei servizi di sicurezza. Nell'incontro di ieri mattina a Palazzo Chigi - presenti il capo della Polizia Masone, il comandante dei carabinieri generale Federici, il comandante della Guardia di Finanza generale Berlenghi, il direttore del Sismi generale Siracusa, il direttore del Sisde generale Marino e il coordinatore del Cesis Pierantoni - i responsabili della sicurezza hanno passato buona parte della riunione a negare ogni responsabilità per la vicenda Al Molqi. Nonostante i provvedimenti del governo Dini, la fuga di Al Molqi continuerà a sollevare proteste e accuse, soprattutto negli ambienti ebraici in Usa dove l'intera vicenda dell'Achille Lauro rimane ancora oggi una ferita aperta. Dopo le proteste inscenate nei giorni scorsi davanti al consolato italiano di New York adesso arrivano anche le parole dure dell'ex ambasciatore Maxwell Rabb, uno dei protagonisti del braccio di ferro tra Roma e Washington dodici anni fa. Per Rabb, la fuga del terrorista palestinese è «una macchia da cancellare. E' in gioco il buon nome dell'Italia. Occorre che l'Italia faccia di tutto per correggere quanto è accaduto». Finora la vicenda Al Molqi è rimasta fuori della campagna elettorale. Ma Gustavo Selva (An), presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, oggi sul Secolo d'Italia accusa Dini di essersi lasciato sfuggire il terrorista e invita il presidente del Consiglio a spiegare «perché il terrorista non è stato controllato e pedinato». Andrea di Robilant Il caso dell'evasione sarà sollevato dagli Usa al summit di oggi in Egitto Misure di sicurezza a terra e in mare per il vertice (foto ansa]