«Nessuno impedirà a Silvio di tornare a Palazzo Chigi» di Fabio Martini
«Nessuno impedirà a Silvio di tornare a Palazzo Chigi» «Nessuno impedirà a Silvio di tornare a Palazzo Chigi» MISSIONE A OXFORD L. OXFORD m ENNESIMA Marlboro tra le labbra, un mal di testa da stress, Gianfranco Fini sull'aereo che lo porta verso l'Inghilterra, fa sfoggio di ottimismo: «La campagna elettorale è cominciata bene: l'Ulivo è costretto a inseguirci sui programmi, a cominciare dal fisco». Ma come? Con tutto quel polverone sugli amici di Berlusconi, con Dini regalato al nemico, l'ottimismo di Fini è davvero sincero? Basta chiedere al capo di Alleanza nazionale se sia «molto ottimista» sul risultato delle elezioni ed ecco il capo di An abbassare il volume: «Sono ottimista...». E semmai la sorpresa che plana dai cieli inglesi è un'altra: mentre a Roma i collaboratori più stretti di Silvio Berlusconi vivono ore difficili, Gianfranco Fini si lancia in una difesa del Cavaliere che assume quasi i toni di un'apologia. Ecco Fini: «D'Alema dice che Silvio non può andare a Palazzo Chigi per il conflitto di interessi? D'Alema fa propaganda, lui su questa storia è già scivolato una volta, a Capri. Dopo aver scelto Berlusconi per la Grande Riforma, D'Alema smentisce se stesso?». Conclusione: «Berlusconi può andare a Palazzo Chigi perché non c'è nessuna legge che glielo impedisce». Insomma, Silvio resta il Re del Polo e guai a chi lo contesta. E così, dopo due anni di polemiche, dopo quintali di parole e di carta, Fini liquida la questione conflitto di interessi e avverte Scalfaro: «Non avrà argomenti per non affidargli l'incarico». Neanche l'aggravante di un Berlusconi premier che dovrebbe assegnare a se stesso le concessioni televisive, sembra scuotere Fini: «Il proble ma c'è, nessuno lo nega. Ma è un problema di opportunità politica E l'opportunità è un fatto soggettivo: come il colore degli occhi...». Siamo sul volo Roma-Londra, Gianfranco Fini è diretto a Oxford, dove è stato invitato a tenere una conferenza dalla cele berrima università. Nel giro del mondo che sta facendo da un anno per cancellare il suo «peccato originale», Fini ha risposto stavo! ta a un invito prestigioso: nella Gladstone Room di Oxford sono passati uomini di Stato, capitani di industria, uomini di affari (hanno preceduto Fini di pochi giorni re Hussein e il finanziere Soros). Eppure mentre l'aereo si avvicina a Londra, il capo di An non molla l'argomento-Berlusconi: «La sinistra fa un processo alle intenzioni: non può dare per scontato che Berlusconi, una volta vinte le elezioni ed insediato a Palazzo Chigi, finisca per favorire qualcuno». Fini, non soltanto immagina un Berlusconi sereno davanti al problema delle concessioni, ma quasi sfida la sinistra a cavalcare questo argomento: «Se la sinistra convince gli elettori, il conflitto di interessi lo risolvono gli eletto¬ ri...». Fini spera in un replay dei referendum anti-Berlusconi e insiste ancora: «Se il problema non si è risolto è colpa anche di un clima incendiato dalla sinistra. Bastava approvare uno straccio di regolamento». Ma ora sta per entrare nel vivo una campagna elettorale e il Fini in versione Oxford non tradisce la paura di una sconfitta che pure circola nelle chiacchierate private tra i capi del Polo. L'altro giorno, in Transatlantico, Pinuccio Tatarella confidava: «Se si vota oggi, l'Ulivo ha vinto. Ma la campagna elettorale non è ancora cominciata». Di Pietro? «Resterà neutrale», dice sicuro Fini. Pannella? «Lui sì che è imprevedibile e se non fa l'accordo con noi, fa del male a se stesso, non a noi». Il fisco? «Nessuno promette il Paradiso, ma la pressione va ridotta». Eppure, questa è una campagna elettorale che il Polo sembra affrontare senza quello smalto di novità che, per molti, fu la carta vincente di due anni fa, o no? «L'altra volta il Polo - dice Fini - interpretò la speranza, stavolta non esprime la protesta fine a se stessa, l'incazzatura contro qualcosa, stavolta il Polo esprime una insofferenza propositiva». E se 1'«insofferenza propositi va» di Fini ricorda un po' certi os simori morotei (tipo le convergenze parallele), quando dal finestri no appaiono i primi fumi di Lon dra, il capo di An la butta sullo scherzo: «Ora scendiamo e ci dicono: in omaggio alla par condicio, Scalfaro ha deciso di candidarsi un giorno per il Polo, un giorno per l'Ulivo!». Voce dal fondo: «0 magari dall'Italia arriva la notizia: Berlusconi si è dimesso dal Polo!». E Fini scoppia a ridere. Poi, all'arrivo ad Oxford, pure lui subisce una (piccola) contestazione: alcuni militanti della «Lega antinazisti» hanno effettuato un volantinaggio all'ingresso dell'Università: «No ai fascisti ad Oxford». Fabio Martini «La corsa elettorale è partita bene: l'Ulivo è costretto ad inseguirci» Poi all'università è stato contestato con un volantinaggio «No ai fascisti»
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