La destra litiga sulla copertina osée di Raffaella SilipoPietrangelo Buttafuoco

La destra litiga sulla copertina osée Il «Giornale» attacca l'«Italia settimanale»: scelta di pessimo gusto La destra litiga sulla copertina osée Buttafuoco: nel mirino perché non voglio consigli POLEMICA INTELLETTUALI ALL'ATTACCO c URIOSA coincidenza: mentre Gianfranco Fini se ne va a Oxford, gli intellettuali di destra si accapigliano su qualcosa che ha ben poco di oxfordiano. Ovvero l'«Addio alla f...», ardito titolo del settimanale l'Italia, messo alla berlina in prima pagina sul Giornale dal responsabile delle pagine culturali Stenio Solinas, che definisce l'iniziativa del direttore Buttafuoco «volgare» e «inutile». E pensare che Solinas e Buttafuoco hanno condiviso gli anni ribelli e «non allineati» della Nuova Destra. E pensare che, in principio, il Giornale era stato un entusiasta supporter di Buttafuoco. Poi, visto forse lo sconcerto dei lettori moderati di fronte alle sfrontate iniziative dell'irruento direttore, Feltri e i suoi hanno preso .-le distanze. In modo più che plateale. Scrive infatti Solinas: «Non è dato sapere quanto l'Italia durerà (poco, secondo noi). E Buttafuoco fa bene a voler sbagliare di testa sua (i consigli li chiedeva quando non era di¬ rettore). Ma non basta fare un giornale come fosse il foglio del liceo di Aci Trezza, perché qualcuno lo comperi». Dal che si evince. Primo, che a Solinas non va giù il fatto che Buttafuoco abbia smesso di chiedergli consigli. E pensare che «una volta mi chiese con voce sofferta: "Perché la destra è così volgare?". Già, perché?». Secondo, che gli intellettuali di destra, dopo anni di convivenza forzata nel «ghetto», tra loro, non si amano. «Non mi possono dire che non ascolto con- sigli - scalpita infatti Buttafuoco -. Il fatto è che non ascolto i loro. Che colpa ne ho se sento più vicino a me Roberto D'Agostino piuttosto che questi pipparoli di destra?». Buttafuoco non si capacita che a scrivere quelle parole «sia stato proprio Solinas. Che io conosco per persona divertente, brillante, acuta. Mentre questo attacco è chiaramente un pretesto per dare una sentenza di morte a un giornale». Ironizza. «E' sempre piacevole accorgersi che chi critica sta seduto su comode poltrone e non rischia nulla, mentre io e i miei redattori combattiamo ogni giorno contro lo spettro della disoccupazione». S'infervora. «In questo foglio liceale pubblico quel che il Giornale non mi avrebbe pubblicato mai». Solinas, invece, rifiuta ogni dietrologia. «Insomma, stiamo parlando di un giornale che ha messo in copertina "Addio alla f...". Bisognava forse dire che era bello?». No, ma fra tacere e sparare in prima pagina ce ne corre... (A me pare si tratti di normale dialettica. E poi, non dimentichi il lettore. Bisogna dargli gli strumenti per capire. Abbiamo lodato l'Italia, anche con eccesso di trionfalismo. Se tacciamo quando sbaglia e poi chiude, il lettore penserà: "Strano, ne parlavano tanto bene", e si fiderà un po' meno dei giornali». Resta quella bocciatura in prima pagina. E la domanda che si faceva tempo fa sul Secolo Mario Bernardi Guardi: «Gli intellettuali di destra, perché non si parlano?». Raffaella Silipo Pietrangelo Buttafuoco direttore dell'Italia settimanale

Luoghi citati: Italia, Oxford