In tremila al lavoro di Marina Cassi
Le «attività socialmente utili»: e da ora in avanti ci sarà posto anche per i laureati Le «attività socialmente utili»: e da ora in avanti ci sarà posto anche per i laureati In fremila al lavoro «Ma gli stipendi arrivano tardi» L'anno scorso 2437 lavoratori piemontesi sono stati impegnati in attività socialmente utili da 377 enti che li hanno utilizzati per realizzare un progetto per il quale non disponevano di dipendenti fissi. Agli oltre 2400 si devono sommare altre 764 persone che sono state occupate nei cantieri di lavoro della Regione. Questi dati sono stati forniti nel corso del convegno «Lavori socialmente utili: nuova assistenza o nuovo lavoro?» organizzato dall'Agenzia per l'impiego e dall'assessorato al Lavoro della Regione che ha analizzato - oltre alle situazioni di marginalità sul mercato del lavoro - anche le prospettive occupazionali nell'area piemontese. Lo scorso anno è enormemente cresciuto il numero dei lavoratori impegnati in questo tipo di attività: nel '94 erano stati solo 981. Ha spiegato Aldo Dutto dell'Agenzia per l'impiego: «L'incremento è stato reso possibile grazie allo stanziamento del fondo nazionale per l'occupazione che ha destinato 27 miliardi al Piemonte e alla notevole semplificazione delle norme». La maggioranza dei lavori socialmente utili si sono svolti in provincia di Torino (oltre 1600) e sempre della provincia sono pure molti tra gli enti promotori dei progetti, 183. Le donne sono state la netta maggioranza: 1849 contro 624 uomini. Un dato evidente del fatto che a questi lavori partecipano le frange più svantaggiate di lavoratori. Anche l'età conferma questo dato: solo il 16% ha meno di 40 anni, il 51 ha un'età compresa tra i 40 e i 50 anni, e oltre il 32% supera i 50 anni. Con l'età si intreccia il titolo di studio: solo 1' 11 por cento degli avviati ai lavori socialmente utili ha un diploma di media superiore, il 37 ha la licenza dell'obbligo, quasi la metà la sola licenza elementare, il 2% non ha alcun titolo. Solo 20 sono laureati. Ai lavori socialmente utili o ai cantieri possono partecipare persone uscite dalla mobilità, disoccupati di lungo periodo (iscritti al Collocamento da almeno 24 mesi), lavoratori in mobilità ordinaria o in cassa integrazione. Fino a dicembre percepivano 800 mila lire lorde al mese (senza alcun contributo figurativo) per 100 ore mensili di lavoro. Como è stato anche evidenziato al convegno sono lunghissimi i tempi di pagamento dello stipendio che viene corrisposto non dall'ente presso cui si svolge il lavoro, ma dall'Inps che accumula ritardi «tecnici». La maggioranza dei lavori ha riguardato manutenzione e pulizia nelle scuole e negli enti pubblici (736), attività amministrative e di assistenza alle persone. Molto diffusi anche i lavori in giardini e parchi. Nel panorama piemontese è molto poco diffuso il rifiuto del lavoro proposto. Spiega Aldo Dutto: «Solo il 9 per cento delle richieste ha ricevuto un rifiuto. E anche le mansioni più modeste vengono accettate. Al Consorzio per la raccolta rifiuti di Collegno - ad esempio - sono arrivate 270 domande per 24 posti da operatore ecologico». Il direttore dell'Agenzia per l'impiego, Mario Turetta, ha ricordato che «passata la fase dell'emergenza è ora necessario porsi il problema di passare dalla fase di questo nuovo tipo di assistenza a quella del lavoro». Ha detto: «Negli altri Paesi europei e in particolare in Gran Bretagna sono riusciti a trasformare i lavori socialmente utili in nuova occupazione grazie all'autoimprenditorialità. E' evidente che si va verso un mercato in cui sarà sempre meno il lavoro subordinato e dove conterà sempre di più la fantasia per creare nuove occasioni di lavoro». E Turetta ha individuato una modificazione nel panorama dei lavori socialmente utili: «Nel '96 ci saranno più fondi e si potranno fare progetti di qualità superiore anche grazie al fatto che tra i disoccupati ve ne sono con maggiore formazione, anche alcuni laureati. Sarà possibile intervenire nei settori dei beni culturali e del turismo». Marina Cassi
Persone citate: Aldo Dutto, Mario Turetta, Turetta
Luoghi citati: Collegno, Como, Gran Bretagna, Piemonte, Torino
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