Regione maggioranza in bilico di Maurizio Tropeano

In Piemonte immediate conseguenze del disaccordo sui collegi elettorali all'interno del Polo In Piemonte immediate conseguenze del disaccordo sui collegi elettorali all'interno del Polo Regione, maggioranza in bilico Ghigo riunisce la giunta, ccd e cdu: stiamo fuori «Siamo sereni e riflessivi come onesta dama del Laurana». Rolando Picchioni, presidente del Consiglio regionale, accarezza la copia della statuetta del '400 Fiorentino che fa bella mostra di sé nel suo uffL.'fi e sintetizza lo stato d'animo dei cattolici del Polo dopo la rottura delle trattative romane per la divisione dei collegi. La conseguenza? Gli assessori del Cdu e Ccd non partecipano alla riunione della giunta regionale, il presidente Ghigo e gli altri assessori si riuniscono lo stesso, approvano circa 150 delibere e ne «sospendono» una cinquantina, quelle preparate dagli assessori assenti. Tutto semplice, allora? No, il fronte degli assessori cattolici non è compatto. Se Giampiero Leo e Ugo Cavallera del Cdu seguono le direttive del partito, Franco Botta (Ccd) le disattende e partecipa alla giunta. Alla fine Michele Vietti, segretario regionale della Vela, è costretto a spiegare: «Il Ccd ha ritirato il suo assessore. Botta non è stato avvertito in tempo. Allo stato attuale posso solo dire che stiamo preparando le candidature per l'uninominale». E il segretario regionale del Cdu, Piercarlo Fabbio, spara: «Non ci sono grandi spazi di manovra per un nostro permanere nella giunta». Se la minaccia dovesse trasformarsi in realtà la coalizione di centro-destra potrebbe non avere più la maggioranza, passando da 33 a 25 consiglieri. Così il resto del Polo punta a separare le vicende romane da quelle piemontesi. Angelo Burzi, capogruppo di Forza Italia, spiega: «Non si è mai visto che delle perturbazioni politiche nazionali abbiano riflessi su una giunta regionale. Non ci sono le motivazioni politiche e nemmeno quelle tecniche». Agostino Ghiglia, presidente dei consiglieri di An, è più duro: «E' una scelta grave. Abbiamo sostenuto mille volte che le vicende nazionali non c'entrano nulla con l'operatività della giunta». Di fatto, però, la tensione è alta. Enzo Ghigo infatti ha scelto di svolgere la riunione di giunta nonostante una domanda di sospensione arrivata dai cattolici del Polo. Richiesta formulata alle 15 e 15 di ieri pomeriggio con una telefonata di Montabone, e respinta dagli assessori in una breve riunione. Al capogruppo del Cdu il presidente ha spiegato: «Dobbiamo garantire l'operatività richiesta dai cittadini. Un conto sono le vicende romane, un conto il lavoro degli amministratori. Tutti quanti, anche i consiglieri Ccd e Cdu, abbiamo un mandato da rispettare». Poi ha aggiunto: «Nell'eventualità di un effettivo abbandono della coalizione potrei anche decidere di non dimettermi e fare una nuova giunta che dovrebbe trovarsi una maggioranza in Consiglio regionale. Ma, per ora, non voglio pensarci». Un invito-minaccia alla responsabilità che non è bastato a convincere i cattolici del Polo. Per loro non si tratta di un problema di collegi, ma di una questione politica: «Vogliamo che ci sia riconosciuta pari dignità. Siamo aperti al dialogo anche con Sgarbi e Palmella, ma non possiamo accettare che dentro la coalizione prevalga la cultura libertina radicale. Per q ^sto siamo pronti a presentare liste —ìtonome anche sull'uninominale, con noi ci saranno i verdi-federalisti, di Lupi e Nerattini, e alcuni sindaci del Canavese che hanno già depositato un proprio simbolo a Roma», spiegano Montabone e Picchioni. E il presidente del Consiglio regionale aggiunge: «Non siamo la legione tebana che va al massacro. I nostri voti sono determinanti per la vittoria. Parole? Vorrei solo ricordare che Montabone nel '94 raccolse il 18 per cento a Susa e Sartoris il 17 e mezzo a Lanzo». Due collegi che finora erano considerati «probabili» per il Polo al punto che Antonio Cherio, coordinatore provinciale degli azzurri, vorrebbe candidarsi proprio nel secondo. E da Cherio arrivano un plauso alla decisione di Ghigo e una critica alla «defezione politica degli esponenti del Cdu». Edro Colombmi, coordinatore cittadino, aggiunge: «E' stata una vera e propria diserzione». Dichiarazioni che rafforzeranno la decisione di Ccd e Cdu di presentare liste autonome. Mauro Boffa, segretario provinciale Cdu, ha già iniziato la raccolta delle firme e polemizza con i due «azzurri»: «Diserzione significa abbandonare il campo di battaglia e andare a cercare un collegio sicuro». Maurizio Tropeano Ma l'ipotesi di rottura non trova d'accordo tutti i cattolici Da destra Michele Vietti (ccd), il presidente del Consiglio regionale Rolando Picchioni (cdu) e Roberto Maroni (lega nord)

Luoghi citati: Montabone, Piemonte, Roma, Susa