Ora c'è anche lo sciopero del gol

Sabato (anticipi) e domenica la serie A si ferma: l'Aie conferma la protesta Sabato (anticipi) e domenica la serie A si ferma: l'Aie conferma la protesta Ora c'è anche lo sciopero del gol Campana: la nostra lotta sarà ad oltranza LA MICCIA ACCESA DA BOSMAN SCIOPERO, dunque. Il primo della storia del calcio italiano. Da Milano, Campana giura di non averlo proclamato per banale puntiglio (dopo tanti al lupo al lupo) o, peggio ancora, per bieco corporativismo, e rivendica un campionario di soprusi. Di Roma, Matarrese si dice sconcertato per il rifiuto (del sindacato) all'incontro di domani. Dalla Lega, fanno capire che, sotto sotto, ci sarebbe lo zampone, non 10 zampino, di quei giocatori a fine contratto (Vialli su tutti) che reclamerebbero l'immediato azzeramento dei parametri interni, per poter godere, a costo zero, ingaggio escluso, di un diritto (ripetiamo: un diritto) acquisito grazie alla sentenza Bosman. Quando c'è di mezzo Matarrese, è difficile non dare ragione alla controparte. Certo, al posto di Campana, noi avremmo aderito, comunque, all'ultima chiamata del Caudillo federale. Non fosse altro che per stanare e denunciare, eventualmente, l'estremo bluff. La materia scotta. Coinvolge 11 presente e il futuro della quinta industria del Paese. Lo sciopero, in sé, non ci spaventa. Anzi. Ci allarmano, se mai, le obiettive difficoltà che incontriamo nel dipanare una matassa così aggrovigliata e incandescente. Tutto nasce, o rinasce, da un calciatore trascurato o comunque sottovalutato, JeanMarc Bosman. Ecco il cavallo di Troia, la breccia di Porta Pia. . Lo sciopero era stato proclamato il 5 febbraio. Possibile che Matarrese (a fine mandato) si faccia sempre cogliere in fallo? Campana ha, dalla sua, l'unanimità dell'assemblea. I giocatori vogliono contare di più. Giusto. Ma forse Bosman è sfuggito anche al loro controllo, [ro. be.] MILANO. La conferma è secca, e lo sciopero, questa volta, irrevocabile. Sabato e domenica la serie A incrocia i piedi. Proclamata il 5 febbraio scorso dal consiglio direttivo, nella speranza che da Roma si levassero mani tese e non pugni chiusi, la giornata di protesta è stata ribadita ieri, all'unanimità, dall'assemblea generale dell'Associazione italiana calciatori (Aie). Sono escluse marce indietro. Di più: Sergio Campana, avvocato e presidente (rieletto) del sindacato, ha deciso di non aderire all'incontro-salvataggio che Matarrese aveva organizzato per domani a Roma. Linea dura. Durissima. E un fatto epocale, mai successo: lo sciopero dei miliardari. Per la cronaca, e per la storia, la prima minaccia risale, addirittura, all'11 maggio 1969. Gianluca Vialli, consigliere, parla chiaro: «La misura è colma. E agli immancabili moralisti che ci accuseranno di faciloneria, rispondo che l'80 per cento dei calciatori italiani guadagna a malapena cento milioni (lordi) all'anno». I motivi. Un pacco. Li illustra Campana. Ritardi, inadempienze, promesse eluse. Nel mirino, la federazione, le leghe, le società avide e Ingorde (già sentito). «Sinceramente: non se ne poteva più». Tutto fa brodo: il diritto di voto, il fondo di garanzia (nel dettaglio: mancato versamento entro i termini stabiliti delle rate spettanti a circa 200 calciatori), il caso Bosman con relativo azzeramento dei parametri (Nizzola, disponibi le, ha chiesto tre anni, l'Aie non ci sta: o subito o niente), il ventilato taglio della serie C2, il capitolo violenza, l'adesione alla Coppa In tertoto (Lega favorevole, Aie contraria). «La discussione, spiega Campana, è stata franca e serena. Allo sciopero, pensate, avrebbero vo luto aderire anche i calciatori di serie C. Ho dovuto frenarli, ma se la Figc continuerà a fare finta di niente, lotteremo a oltranza coinvolgeremo serie B, serie C tutto, tutti». L'assemblea generale rappresenta i tesserati di 128 so cietà, tanti quanti sono, attuai mente, i club dell'area professio rustica. Assenti più o meno giusti ficati, della serie A, i delegati di Cremonese, Fiorentina, Lazio, Milan, Sampdoria. Sciopero, dunque. Se per Galliani, amministratore delegato del Milan, è una forzatura, per Vialli è squisitamente una questione di rapporti: «Matarrese nnpari a onorare gli impegni». Il disagio e il malumore coinvolgono persino Pescante. «Ci hanno fatto sapere, ringhia Campana, che per concederci il diritto di voto dovranno rivedere la legge istitutiva del Coni. Bene: si diano una mossa, intervengano a livello politico. Un anno fa, suggerii a Pescante di formare una commissione mista per esaminare il caso. Sono ancora qui che aspetto una telefonata, un fax, due righe per posta». E la violenza. «Più volte - argomenta Maioli, braccio destro di Campana - abbiamo sollecitato provvedimenti contro le aggressioni. Non uno che ci abbia risposto. Morale: gli episodi sono aumentati, Catania, Foggia, Genoa, Bari, Torino». Solidale con l'Aie, l'associazione calciatori, nella persona di Dino Dolci, vice di Azeglio Vicini. Mai visto un fronte così compatto, così ideologicamente deciso a non porgere più l'altra guancia. «E non parliamo della sentenza Bosman - s'infervora Campana -. I grandi club plaudono al libero impiego dei comunitari, salvo indignarsi quando l'Aie propone l'abbattimento immediato dei parametri. La loro tesi è: azzeramento dei parametri interni uguale tracollo dei bilanci. Ma il rischio esiste anche se i nostri vanno all'estero, e allora io non ci sto più». Forti perplessità sul tele-calcio del futuro («come sempre, ci rimetteranno i piccoli sodalizi»), ferma censura sul minuto di raccoglimento prò Massimino e non prò Cucchi, e un ultimo messaggio, che è poi il primo, e l'unico. Sciopero. Irrevocabile. Roberto Beccanti™ LE PARTITE CHE SALTANO ATALANTA-BARI CAGLIARI-MILAN [sab.] INTER-SAMPDQRIA JUVENTUS-UDINESE [sab.] LAZIO-FIORENTINA NAPOLI-TORINO PADOVA-ROMA [sab.] PARMA-CREMONESE [sab.] PIACENZA-VICENZA OME CAMBIERA' IL CALENDARIO Lo sciopero costerebbe 70 miliardi (mancate entrate di Totocalcio e Totogol) che potrebbero essere recuperati spostando di una domenica la serie A (altra ipotesi, un turno infrasettimanale il 24 aprile, per non ritardare la preparazione azzurra per gli Europei). Persi comunque 500 milioni spesi per stampare le schedine, inutilizzabili poiché domenica la C giocherà. Se salterà il Totocalcio, sarebbe la prima volta nella storia: si fermò il 5 febbraio '95, ma per la giornata antiviolenza. M L'avvocato Campana (a sinistra) presidente dell'Àssocalciatori, ha deciso di non partecipare all'incontro con Matarrese: Siamo pronti a coinvolgere nello sciopero anche la serie C»