Wall Street evita il lunedì nero di Ugo Bertone

Wall Street evita il lunedì nere LA SINDROME AMERICANA Wall Street evita il lunedì nere Il Dow Jones riparte, l'Europa limita i danni MILANO. «I volumi sono contenuti, ed è un buon segno. Il mercato parte al ribasso, ma adesso recupera». L'esperto in sala contrattazioni non si sbaglia. Wall Street apre con un lieve ribasso, cinque punti, ma poi recupera: prima 15, poi 26 punti, poi ancora di più. E alla fine della giornata l'indice Dow Jones chiude con un rialzo di 110,55 punti, a quota 5.581 punti. In parallelo, s'arresta l'emorragia dei listini europei: Milano, scivolata nel primo pomeriggio del 2,25%, riprende quota fino a meno 1,41. Parigi perde l'I,3%, Francoforte il 2,48, Zurigo l'I,3, Londra l'l%. Ma dappertutto, il bollettino del lunedì della grande paura registra nel pomeriggio europeo un improvviso finale in rosa, sull'onda delle melodie americane. Resta il bagno dei listini asiatici... «Lì spiega un operatore incollato al suo monitor - conta l'effetto della crisi tra Pechino e Taiwan. Anche in Italia, del resto, sulla Borsa pesa la politica. Lo strappo del cdu». Che strano mestiere, quello dell'analista di Borsa, costretto a tener conto nello stesso tempo del dopo Deng e di Ferdinando Casini, oltre, naturalmente, alle scelte di Fed e Buba. Certo, per seguire in diretta la corsa della Borsa americana non occorre spostarsi a Manhattan. Basta venir qui, in piazzale Cador¬ na, in quella che fu la sede della Pirelli, dove giorno e notte restano accesi i monitor della Caboto. E non sono i soli, del resto. «Quando arrivo al mattino - racconta Luigi De Vito della Citibank, cento metri più in là a Foro Buonaparte - il mio collega di Hong Kong mi passa le consegne e spesso è già in linea il mio collega negli Stati Uniti, co¬ stretto a svegliarsi a metà della notte...». «La crisi? Non è passata» brontola Alessandro Fugnoli, «strategist» di Caboto. Sul suo tavolo si affollano le agenzie di stampa: in ripresa le nuove costruzioni Usa, in calo l'inflazione francese e in Germania la ripresa è più vivace del previsto... «Vede - continua lui - qualcosa è cambiato... La ripresa è arrivata e i tassi Usa non scenderanno più». Le conseguenze? «Ancora tutte da valutare. Per alcuni sarà una ripresa breve, sull'onda della necessità di ricostituire le scorte. Altri pensano che sia qualcosa di più impegnativo. Di sicuro nessuno vuol rischiare un altro '94». Il 94. Ecco il numero che spaventa di più la commuta finanziaria di tutto il mondo. Per i giornali e il grande pubblico il fantasma della crisi è l'87 o, addirittura, il '29. Ma le grandi perdite i professionisti della finanza le hanno subite due anni fa quando tutti, da Soros al piccolo operatore milanese, erano convinti che i tassi fossero destinati a scendere in tutto il mondo e compravano, perciò, obbligazioni e titoli di Stato a piene mani. Ma la Fed alzò i tassi all'improvviso e fu un bagno di sangue per tutti. E adesso? «In tre settimane - spiega Fugnoli - i titoli del Tesoro Usa hanno perso il 10%. E' peggio del '94». Tutti si sono liberati dei titoli di Stato e delle obbligazioni Usa, insomma... «Speriamo - chiude Fugnoli - che sia finita qui. L'Italia? Oggi i Btp hanno perduto molto. A nostro vantaggio c'è che il dollaro è ben piazzato e ciò depone a favore della lira. Eppoi ci sono le dichiarazioni di Fazio sui tassi...». Strana finanza: solo una settimana fa il governatore, rifiutando un calo del tasso di sconto, avrebbe schiacciato i mercati. «Ed invece - dicono alla Caboto - questo segnale di fermezza favorisce la tenuta del nostro mercato». Sul terminale corrono veloci, al solito, prezzi e quantitativi. Al profano queste cifre dicono poco. Ma l'esperto, a migliaia di chilometri, può seguire la partita in corso a New York. ((A Wall Street è il pronostico - ci saranno altri aggiustamenti nei prossimi giorni, prima di trovare un nuovo equilibrio. Ma, sul fronte dei tassi, è finita un'epoca». E l'Italia? «Qualcosa è cambiato anche per noi». Ovvero, la grande occasione per far scendere i tassi e limitare i costi della manovra è, per ora, sfumata. Se ne riparlerà dopo le elezioni. Ma, allora, probabilmente, il quadro esterno sarà ancora meno favorevole. Ugo Bertone Il dollaro resiste e aiuta l'Italia Il Mibtel cede 11,41 per cento giù Londra e Zurigo Francoforte -2,48% 1,78% 1,41% -1,30% ■2,48% -1,00% MIBTEL Alan Greenspan presidente delia Fed

Persone citate: Alan Greenspan, Alessandro Fugnoli, Buonaparte, Caboto, Ferdinando Casini, Fugnoli, Luigi De Vito, Soros