Tasso le nevrosi dell'atleta di Carlo Grande

Protagonista a Torino e Vercelli Protagonista a Torino e Vercelli Tasso, le nevrosi dell'atleta m~\ TORINO IRA alto, atletico, un asso M nell'equitazione e nel I I lancio del giavellotto. Di J^J Torquato Tasso, geniale autore della Gerusalemme liberata (l'anno scorso sono stati celebrati i 400 anni dalla morte), si sapeva quasi tutto. E tuttavia non mancano le novità, nella tre giorni promossa da Marziano Guglielminetti, preside della facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino, e organizzata dalla stessa Università e dalla facoltà di Lettere e Filosofia di Vercelli. Oggi, ad esempio, alla Biblioteca nazionale si farà luce sulla sua straordinaria fama all'estero: «Quand'era detenuto nell'ospedale "per i forsennati" di Ferrara - spiega Giorgio Bàrberi Squarotti, che presiederà la giornata - persino Montaigne lo andò a visitare. E nei Saggi deplorò che una mente così alta fosse stravolta dalla foiba». Sul Tasso Goethe scrisse una tragedia e Baudelaire un sonetto, ispirandosi al celebre dipinto di Delacroix che lo raffigurò in prigione. Racine lo ricordò nella Fedra e di lui abbondano i riferimenti anche nella cultura slava e russa. II convegno, che si chiude domani a Vercelli con relazioni tra gb altri - di Daniela Costa, Giuliana Ferreccio, Carlo Ossola e Paolo Gallarati, è accompagnato da numerose mostre: la Biblioteca nazionale di Torino esporrà per la prima volta dopo il restauro il manoscritto delle Sette giornate del mondo creato, opera salvata dall'incendio del 1904, oltre a varie edizioni della Gerusalemme e dell''Aminta. La biblioteca reale espone tutti i disegni del Piazzetta, fatti Torquato Tasso nel '700 per la Liberata. Nel salone Dugentesco di Vercelli verranno esposti stampe e disegni riguardanti la città e Borgovercelli: in quest'ultima località, infatti, il Tasso ambientò il dialogo Il padre di famiglia. La mostra all'archivio di Stato di Torino è intitolata «La corte e le lettere»: oltre a una curiosa edizione della Gerusalemme in genovese, opera settecentesca dei membri dell'Arcadia, documenta il soggiorno del Tasso a Torino, alla corte di Emanuele Filiberto, in compagnia di intellettuali, scienziati e giuristi. Un periodo relativamente sereno: cosa rara, nella vita del poeta, che iniziò a comporre giovanissimo. Anthony Oldcorn (Brown University, Providence), ha illustrato due opere giovanili, Il Gierusalemme (scritto a 16 anni), il Rinaldo (pubblicato a 13). Ma il corpo vigoroso del Tasso nascondeva uno spirito tormentato. In età romantica si è favoleggiato molto sulla sua «pazzia», provocata da smodate ambizioni, passioni impossibili (con Eleonora d'Este, ad esempio), sull'odio-amore per la vita di corte. La verità è che la crisi, un esaurimento nervoso si direbbe oggi, sopravvenne per ragioni complesse: il Tasso era estenuato dallo sforzo immenso di stendere la Liberata, dalla profonda e connaturata malinconia». Quando, in piena attività dell'Inquisizione, venne assalito dagli scrupoli sull'ortodossia del proprio capolavoro, la nevrosi giunse al parossismo. E nacque il mito del poeta assassinato, vittima del potere, che affascinò anche Rousseau e Leopardi. Carlo Grande Torquato Tasso