«Matematico più grande di Leonardo»

Piero della Francesca Piero della Francesca «Matematico più grande di Leonardo» EROMA IERO della Francesca fu uno dei maggiori matematici del Rinascimento, più geniale di Leonardo da Vinci. Al grande pittore originario di Sansepolcro va il merito, tra l'altro, di aver scoperto le formule risolutive di alcuni tipi di equazioni algebriche di terzo grado. E' il risultato di una ricerca pubblicata sul nuovo numero della rivista Le Scienze, edizione italiana di Scientific American: l'hanno realizzata Enrico Gamba, docente di storia della matematica all'Università Cattolica di Brescia, e Vico Montebelli, docente di matematica applicata all'Università di Urbino. I due, componenti della commissione scientifica per l'edizione nazionale delle opere di Piero della Francesca, hanno per la prima volta analizzato scientificamente i tre trattati matematici dell'artista quattrocentesco, autore del celebre ciclo di affreschi La leggenda della vera Croce, a Arezzo. «Merito di Piero - affermano i due professori - è di aver scritto un trattato di algebra e un testo di geometria dedicato ai poliedri (figure solide regolari) in cui raggiunge risultati davvero notevoli: come la scoperta della formula esatta per il calcolo della superficie delle volte a crociera e del volume delle volte a padiglione». Piero, inoltre, avrebbe dimostrato una grandissima abilità matematica raggiungendo risultati esatti senza quel calcolo infinitesimale che sarebbe stato inventato due secoli dopo da Isaac Newton e Gottfried Willheim Leibniz. I due studiosi sostengono che Leonardo, a dispetto delle migliaia di pagine dei suoi manoscritti, non sarebbe mai riuscito a comporre un organico trattato scientifico come fece Piero. L'artista andrebbe considerato non tanto un generico «uomo universale» bensì come uno dei primissimi «tecnici» che seppero diventare veri e propri scienziati. lAdnKronos]

Persone citate: Enrico Gamba, Gottfried Willheim Leibniz, Isaac Newton, Leonardo Da Vinci, Piero Della Francesca, Vico Montebelli

Luoghi citati: Arezzo, Brescia, Sansepolcro