«Svuota l'armadio sarai chic» di Gabriele Beccaria

La regola è pochi abiti nel guardaroba. Dorfles: vittoria del buongusto La regola è pochi abiti nel guardaroba. Dorfles: vittoria del buongusto «Svuota l'armadio, sarai chic» Dagli Usa la nuova filosofia del vestire ROMA. Nelle villette di Seattle la rivolta dei guardaroba è in corso. Gli yuppies pentiti tra i 30 e i 40 anni passano ore negli sgabuzzini a raccogliere e svuotare e sui loro giardinetti rigonfi di erbetta lucente si ammucchiano gli scatoloni da imballo in attesa che un pick-up li porti via per sempre. Deformati dal peso, scoppiano di vestiti nuovi e seminuovi, comprati quando era «in» esibire la giacca griffata e il tailleur di marca europea. Ora non più. Ci si alleggerisce di tutto il superfluo e in casa resta l'essenziale. «Sette paia di slip, due maglioni, . : paio di scarpe, sei t-shirts, due polo, due camicie e due paia di pantaloni». Per i seguaci del neopauperismo e della neosemplicità vale l'imperativo formulato dalla rivistaculto «Simple Living», che stampa su carta ecologicamente riciclata il mix di consigli pratici e principi teorici del vivere basico, noto da quelle parti con il termine ipnotico di «downshifting». Alimentata da una dedizione fanatica, la rivolta degli armadi aggredisce anche i quartieri chic di San Francisco e sta scendendo verso le zone opulente di Los Angeles. Secondo i guru del movimento il look è defunto, secondo i tuttologi televisivi gli stilisti dovrebbero preoccuparsi, secondo l'esperta numero uno Faith Popcorn il trend è serio («la gente si trasferisce in periferia e in campagna, lasciandosi dietro tutto ciò che non le serve») e secondo il gruppo di punta degli osservatori del costume è l'America che sta cambiando rotta e torna alle proprie origini orgogliosamente grezze: oltre ai vestiti, anche il cibo, il lavoro e la politica si alleggeriscono dei cascami dell'inutile e dell'eccessivo. Dal guardaroba smilzo ricomincia la strada americana alla felicità. I primi segnali che l'epidemia dell'imitazione si allarga anche altrove sono già stati registrati in Canada e in Gran Bretagna, dove d'altra parte le manie si mil-«grunge» e pseudo-«hippie» non sono mai state abbandona te, neanche nei tempi appena trascorsi di sfrenato esibizionismo. «E' l'ondata del buongusto dell'understatement che si co mincia a registrare anche in Eu ropa», dice Gillo Dorfles con il piglio del semiologo e dell'osservatore di tendenze collettive «Molti si sono accorti che è più "in" essere vestiti modesta mente che esibire toilette sgar gianti o doppiopetti fasciami». Così, oggi, l'europeo trendy sco pre di prendere lezioni dai puri tani dello stile arroccati davanti al Pacifico. «Per l'uomo, vedo un guardaroba ridotto a un paio di pantaloni di velluto a coste da mettere con una camicia scozzese, più un cardigan o un girocollo di cachemere, una giacca spezzata blu accompa gnata da un pantalone grigio un vestito di flanella scuro e un paio di scarpe», elenca Marta Marzotto, che è un'accanita so stenitrice del vestire con gusto a poco prezzo, come testimoniano le collezioni «Marta da Legare» «E per la donna, direi tailleur nero, due o tre camicie di seta, fantasia e tinta unita, tuta a saccone di cachemire, loden morbido e poi abito da sera corto e abito da sera lungo (bianco o nero), oltre a due paia di scar pe. E basta». Il segreto di tanto coraggio sta nella forza dell'emancipa zione, nel liberarsi dalla coazio nt ne isterica a frequentare le boutiques e ad accontentarsi. Poco è bello. «Sappiamo che a ogni gradino raggiunto dalla società si verifica una reazione contraria, anticonsumistica. Il "downshifting" è solo l'ultimo fenomeno di una serie ciclica», spiega il sociologo Sabino Acquaviva. «In un trentennio abbiamo assistito a comportamenti ben più drastici: nel '68, a Berkeley, ricordo un ricercatore universitario che viveva ai bordi di una pattumiera e da lì pescava il necessario». E saltando da un gradino all'altro, tra un po' arriveremo all'opposto del¬ l'opposto, vale a dire al neo-barocco, profetizza la stilista Chiara Boni: «I trend sono incessanti e c'è spazio per tutto e per tutti». Adesso - spiega - «la moda va verso il semplice e il tecnico, ma non credo che tutti rinunceranno a t_tto». Chiara Boni consiglia alle donne un paio di jeans, due minuscoli golf, una camicia di seta, una gonna nera, un vestito nero, un paio di scarpe da ginnastica e uno con i tacchi. Quanto al maschio ipersemplice, jeans e pantaloni, due maglioni, tre o quattro camicie, qualche maglietta, giacca di pelle e due paia di scarpe. «Ma la biancheria non può essere essenziale, dev'essere abbondante». Neopauperisti sì, ma puliti, per favore. Gabriele Beccaria CARLO ROSSELLA DIRETTORE DELTG 1 1 ; MARA VENIER 1 : CONDUTTRICE DOMENICA IN I CONSIGLI DI «SIMPLE LIVING» 7 Paia di slip 2 Maglioni 1 Paio di scarpe 6 T-shirts 2 Polo % Camicie 2 Paia di pantaloni

Persone citate: Chiara Boni, Dorfles, Gillo Dorfles, Living, Marta Marzotto, Sabino Acquaviva

Luoghi citati: America, Berkeley, Canada, Gran Bretagna, Los Angeles, Roma, San Francisco, Seattle, Usa