Maltrattò un paziente perdonato

Il Consiglio di Stato: «Non è una ragione sufficiente per licenziarlo, riassumete l'infermiere» Il Consiglio di Stato: «Non è una ragione sufficiente per licenziarlo, riassumete l'infermiere» Maltrattò un paziente, perdonato Denunciato, l'uomo era stato cacciato dalla casa di riposo in cui lavorava Tre ministeri nel mirino Falsi invalidi, l'inchiesta si allarga Indagini su altre 1600 assunzioni ROMA lJALLA redazione Se un infermiere ruba qualcosa o arreca danni alla struttura in cui lavora può essere licenziato all'istante. Se invece maltratta un malato affidato alle sue cure nessuno può rimuoverlo. Sono di questo parere i giudici del Consiglio di Stato che proprio ieri si sono pronunciati in questi termini, accogliendo un ricorso che farà sicuramente discutere, e non soltanto negli ambienti della sanità. Il fatto è accaduto nell'87 all'Istituto Valloni, casa di riposo comunale di Rimini. Bruno Amanati, uno degli infermieri, sta mettendo a letto un vecchietto affetto da demenza senile. Qualcosa non va come dovrebbe oppure il paziente oppone qualche resistenza, un comportamento che in questi malati può essere abituale, ma allo stesso tempo prevedibile e comprensibile. Ma non per l'infermiere, che reagisce in maniera brusca, anzi tanto brusca da suscitare lo sdegno di un'altra infermiera che ha assistito ed è intervenuta in difesa del malato. Un intervento che finisce per peggiorare le cose, dal momento che l'infermiere la sommerge di insulti e la invita ad occuparsi degli affari suoi. Informato della vicenda, il direttore della casa di riposo prima sospende l'infermiere per un mese e poi lo licenzia. Amanati si oppone al licenziamento con un ricorso al Tar. «Mi sono limitato ad usare modi sbrigativi perché il paziente non voleva sottoporsi alla terapia», ha precisato. Quasi tre anni dopo, il Tribunale amministrativo regionale accoglie per buona la spiegazione, stabilisce che il fatto non costituisce reato e che l'infermiere doveva essere riassunto, con il pagamento di quasi tre anni di stipendi arretrati. La casa di riposo contesta la sentenza e propone ricorso al Consiglio di Stato, che proprio ieri ha dichiarato illegittimo il licenziamento in quanto il comportamento dell'infermiere non appare «tanto grave» da giustificare l'allontanamento dal servizio. Fin qui i fatti. Ma per il Tribunale del Malato è uno scandalo. «Siamo in attesa di leggere le motivazioni di questa decisione, da cui si evince che la dignità di un paziente conta meno del furto di una macchina da scrivere in un ospedale», commenta con amarezza Teresa Petrangolini, segretario del Tribunale del Malato. E dopo aver ricordato che è lo stesso contratto della Sanità a prevedere il licenziamento per furto o per danni, mentre il maltrattamento del paziente comporta al massimo quattro giorni di sospensione, giudica «lodevole l'azione dell'amministrazione della casa di riposo riminese, che superando opposizioni facilmente prevedibili ha cercato di rompere il cerchio dell'impunità su questi comportamenti, che sono vere e proprie turbative di pubblico servizio». ROMA. Si estendono ad altri tre enti, dopo il ministero delle Poste, gli accertamenti della magistratura romana sui falsi invalidi. Tre nuovi fascicoli processuali sono stati aperti dal sostituto procuratore Giorgio Castellucci in relazione alle assunzioni di invalidi civili avvenute in varie epoche ai ministeri dei Beni culturali, del Lavoro e della Pubblica istruzione. A determinare l'avvio della nuova attività istruttoria, secondo quanto si è appreso, so- no stati i controlli compiuti dalle amministrazioni dei tre enti sulla documentazione riguardante le assunzioni di invalidi civili. In particolare, stando alle indiscrezioni, dall'esame dei singoli carteggi e delle certificazioni sarebbero emerse alcune presunte irregolarità che hanno determinato l'invio di informative al magistrato titolare dell'inchiesta. Per il momento non ci sono iscrizioni nel registro degli indagati, ma inquirente e investigatori do¬ vranno valutare le posizioni di oltre 1600 persone. Di queste, millecento risultano assunte come invalidi civili al dicastero dei Beni culturali tra il 1985 e il 1993, altre cinquecento al ministero del Lavoro negli ultimi dieci anni e un numero imprecisato a quello della Pubblica istruzione. Da un primo sommario esame delle informative ricevute dai ministeri, il dottor Castellucci avrebbe già accertato che diversi degli invalidi in questione avrebbero ottenuto i certificati sanitari che attestano il loro stato di salute dalle usi Rm «4» e «11», le stesse già comparse nell'inchiesta sui falsi invalidi assunti al ministero delle Poste. A proposito di quest'ultimo ente, è previsto nei prossimi giorni l'interrogatorio del dipendente della Regione Lazio al quale si sarebbero rivolti anche esponenti politici per fare assumere i loro raccomandati come invalidi. Il dipendente in questione, secondo l'ipotesi di accusa del magistrato, era in grado di falsificare tutta la documentazione necessaria per far riconoscere i requisiti di invalidità ed avrebbe evitato qualsiasi compenso pur di entrare nelle grazie dei politici e fare carriera all'interno del suo ente. [Ansa] lina corsia d'ospedale. L'episodio esaminato dal Consiglio di Stato è avvenuto a Rimini

Persone citate: Bruno Amanati, Castellucci, Giorgio Castellucci, Teresa Petrangolini

Luoghi citati: Regione Lazio, Rimini, Roma