Pearl Harbor dei grattacieli

Svetta su Kuala Lumpur il Petronas Center: 452 metri, 9 in più della Sears Tower di Chicago Svetta su Kuala Lumpur il Petronas Center: 452 metri, 9 in più della Sears Tower di Chicago Pearl Harbor dei grattacieli In Asia ilpiù alto, America umiliata 4%. KUALA LUMPUR HB UALCOSA di importante \M nell'equilibrio mondiale delle forze culturali è avvenuto ieri. Due team in competizione, coreano e giapponese, lavorando senza tregua giorno e notte per tre anni nella terribile umidità del clima tropicale di Kuala Lumpur, hanno completato le torri gemelle del Petronas Center della capitale malaysiana. Con i loro operai del Bangladesh pagati pochi dollari il giorno, che crollavano a dormire esausti in baracche prefabbricate per poi lasciare i letti alla squadra del turno successivo, diretti da capisquadra australiani e ingegneri tedeschi, finalmente ce l'hanno fatta. E ora, per la prima volta dall'anno in cui fu costruita la prima cattedrale gotica (1307), l'Occidente non è più detentore del primato mondiale di altezza degli edifici. Dal centro di quella che era una volta una sonnolenta città coloniale, gli 85 piani delle due torri erompono verso il cielo come fuochi artificiali, dominando ogni prospettiva dalle autostrade sopraelevate di Kuala Lumpur. Con un forte tratto di geometria islamica, somigliano a due gigantesche pigne collegate da un ponte al 41° piano e sembrano uscite da un cartone animato di fate e di streghe. Il progetto è opera dell'architetto argentino-americano Cesar Palli, già realizzatore del più alto edificio di Gran Bretagna, il Canary Wharf, e del World Financial Center di Manhattan. Ma il Petronas Center è più che un esercizio di architettura. E' un'affermazione di potere politico fatta acciaio, marmo e vetro. Ha eclis- sato la Sears Tower di Chicago, finora la costruzione più alta del mondo, con l'espresso proposito di mostrare nel modo più chiaro possibile la volontà del premier malaysiano Mohammed Mahatir di essere preso sul serio sulla scena mondiale. Alla realizzazione del progetto è stato sacrificato l'elegante ippodromo che sorgeva nel cuore della città, ora freneticamente tesa a reinventarsi come metropoli. Il megaedificio ha anche suscitato dubbi nella finanza internazionale riguardo al decennio di sviluppo economi¬ co di Mahatir: il boom malaysiano sta andando fuori controllo? chi mai andrà a occupare quei milioni di metri cubi di uffici? Per l'America, che ha inventato l'arte del grattacielo, la prospettiva di questa probabile nemesi malaysiana è di poca consolazione rispetto al sorpasso da parte di una nazione asiatica emergente di appena 19 milioni di abitanti. I grattacieli sono parte essenziale dell'identità americana, come la Cocacola, il baseball e i cowboy della Marlboro. Alla fine del XIX secolo, erano i grattacieli a scandire i momenti della lotta per la supremazia urbana fra New York e Chicago: se una delle due città prevaleva in altezza, l'altra si muoveva per superarla di nuovo. L'età d'oro del grattacielo negli Anni Trenta vide la costruzione a New York di quel razzo spaziale stile gotico che è la Woolworth Tower, l'acciaio cromato art decó della Chrysler Tower e il massiccio Empire State Building - tre icone dell'America. All'inizio del XX secolo, erano l'essenza della mo¬ dernità. Il resto del pianeta era verde d'invidia, e cercava disperatamente di imitare questa straordinaria invenzione americana, biglietto d'ingresso, così pareva, nel mondo moderno. Ma nessuno ci riuscì. Fuori dagli Usa si costruirono modellini di cartone di grattacieli che poi non furono mai realizzati. Gli americani soli possedevano il segreto di costruire in altezza. E soprattutto raggruppavano i loro grattacieli in modo da creare un'idea completamente diversa di quello che può essere una città. Ma la realizzazione delle torri gemelle di Kuala Lumpur - i cui primi occupanti non entreranno che nel prossimo anno infligge all'America un'umiliazione paragonabile a quella patita dall'Inghilterra quando la nazionale di Sri-Lanka l'ha sconfitta a cricket. Per la prima volta, il grattacielo più alto del mondo si trova fuori dagli Usa. Un'umiliazione economica e culturale. Ed era proprio quello che la Malaysia voleva. Quando il progetto partì, si provvide ad avvolgerlo nella stessa vaghezza che circondava il supercannone di Saddam Hussein. Nel tentativo di non allarmare i potenziali concorrenti in giro per il mondo, quando Pelli rese pubblici i suoi disegni fece sapere che le torri sarebbero state alte, ma non disse quanto alte. Naturalmente, c'è qualcosa di ridicolo e di infantile nel costruire un edificio alto al solo scopo di farne il più alto del mondo. Eppure, l'idea delle altezze estreme non cessa di affascinare il mondo. Uomini d'affari che tengono a mostrarsi freddi, razionali, prudenti, perdono la testa lanciandosi nella costruzione di grattacieli sempre più alti. Eppure, si tratta spesso di edifici economicamente insensati. L'altezza estrema provoca costi supplementari e crea costruzioni difficili da usare con efficienza. Ma sono dubbi che in molti, da Donald Trump a Mahatir, scrollano via a cuor leggero, ipnotizzati dall'atavica passione per le altezze. Deyan Sudjic Copyright «The Guardian» e per l'Italia «La Stampa* Per la prima volta l'Occidente perde il record dell'altezza Due torri gemelle che celebrano l'ambizione della nuova Malaysia GRANDE PIRAMIDE DI GIZA 146 metri CATTEDRALE DI LINCOLN 160 metri TORRE EIFFEL 299 metri CHRYSLER BUILDING 318 metri EMPIRE STATE BUILDING 381 metri WORLD TRADE CENTER 423 metri SEARS PETRONAS TWIN TOWERS, TOWER KUALA LUMPUR 443 metri 452 metri