Al-Molqi, «rissa» tra giudici e polizia

Al-Molqi, «rissa» tra giudici e polizia Al-Molqi, «rissa» tra giudici e polizia Corteo ebraico al consolato italiano di New York LA FUGA DELLO SCANDALO IROMA N cella il terrorista palestinese leggeva riviste di Hamas e sognava la fuga. Quando usciva, nella sede della Caritas incontrava pregiudicati ed ex terroristi. A Prato, dove si era fidanzato, frequentava simpatizzanti dell'Olp. La polizia sapeva tutto, tanto che l'Interpol lo scrisse alla magistratura di sorveglianza nel 1994. Ma la cosa non fu considerata «elemento ostativo» per concedere i permessi, come si dice in gergo. In una parola, non videro il problema. E ora il terrorista palestinese Majed al-Molqi è uccel di bosco. Nella sua scia, solo litigi. Magistrati di sorveglianza contro polizia. Ministro Caianiello contro giornalisti. Statunitensi contro italiani: l'associazione ebraica del rabbino oltranzista Avi Weiss ha protestato ieri davanti alla sede del consolato d'Italia a New York. Il rabbino non c'è an- dato leggero: «Cinquantanni fa, a sua grande vergogna, l'Italia ha collaborato con i nazisti. Oggi il governo italiano è diventato complice del terrorismo internazionale. Denunciamo l'ipocrisia della presidenza italiana dell'Unione europea che in un incontro ministeriale ha sollecitato autorità israeliane e palestinesi alla cooperazione per catturare i responsabili del terrorismo». E mentre dall'America volano parole grosse, in Italia inizia il classico scaricabarile istituzionale. La pretura si spoglia dell'inchiesta, ormai diventata troppo scottante. Sarà un sostituto del procuratore Michele Coirò a indagare sul favoreggiamento e la procurata evasione che si ipotizzano dietro la fuga di al-Molqi. Probabilmente l'inchiesta toccherà a Franco Ionta, specialista in terrorismo internazionale. Curioso notare che già nel 1985, la sera di Sigonella, Ionta ebbe a vedersela con al- Molqi e gli altri terroristi della Achille Lauro. Era lui il magistrato sbeffeggiato dal governo Craxi: fecero espatriare il capo commando, Abu Abbas, senza permettergli l'interrogatorio. E più beffato di Ionta fu il governo americano, a cui era stato promesso l'intervento del magistrato. Ma si discute anche della legge Gozzini. Se l'evasione di al- Molqi, cioè, sia colpa della norma o di chi la applica, Pietro Folena, pds, difende il giudice e la norma: «E' forte il dubbio che questa fuga nasconda fini oscuri e manovre di apparati istituzionali». Anche secondo l'ex ministro di Grazia e giustizia, Alfredo Biondi, la legge non c'entra: «Le responsabilità sono di chi l'ha applicata in modo scriteriato». Sotto accusa finisce dunque ancora una volta il singolo magistrato, Laura Longo? Il presidente del tribunale di sorveglianza. Luigi Vittozzi, la difende: «L'ufficio non ha ricevuto dalla Quesura di Roma nei termini previsti le richieste informazioni. Il magistrato di sorveglianza, in assenza delle citate indicazioni, dovendo comunque decidere, si è rivolto all'Interpol che non ha esplicitato parere ne gativo né ha evidenziato elementi che i magistrati di sorve glianza di Roma e della procura hanno giudicato ostativi alla concreta concessione dei permessi». Ma a questa ricostruzione dei fatti si oppone la polizia. Preci sano al Viminale: «Primo, non risulta alcuna richiesta alla Questura di Roma. Secondo, se an che non fosse arrivata la risposta, perché non sollecitare?». Francesco Grignertt Indagini assegnate allo stesso magistrato di Sigonella Il terrorista palestinese al-Molqi evaso dal carcere di Rebibbia