Arafat: una fatwa contro i kamikaze di Aldo Baquis

E dagli ultra ebrei nuove minacce Nel mirino alcuni ministri di Peres. Domani a Sharm el-Sheikh il vertice anti-terrorismo Arafat: una fatwa contro i kamikaze E dagli ultra ebrei nuove minacce TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Già impegnato in una lotta senza quartiere contro le bombe umane dell'Ingegnere Muhi-a-din alSharif - il principale confezionatore di ordigni per conto di Hamas -, lo Shin Bet (il servizio di sicurezza interno israeliano) è obbligato in questi giorni a moltiplicare gli sforzi per assicurare la protezione di alcuni ministri che all'indomani dell'attentato suicida di Tel Aviv hanno ricevuto minacce di morte da estremisti di destra. Messaggi intimidatori, firmati da misteriosi «Amici di Igal Amir» (l'assassino del premier Yitzhak Rabin) sono giunti ai ministri Yossi Sarid, Yossi Beilin e Micha Harish. Negli insediamenti ebraici nei Territori è circolato un sinistro adesivo: «Io voto Peres - e che tutti saltino in aria». Uno scherzo innocente, hanno assicurato fonti informate, indicativo comunque dell'atmosfera avvelenata suscitata nell'estrema destra ebraica dalle stragi islamiche. Ciò nonostante, secondo la rivista araba Ash-Sharq Al-Awsat, il presidente dell'Autorità naziona- le palestinese Yasser Arafat è persuaso che i due integralismi quello islamico e quello ebraico si trovino in sinergia. Arafat ne avrebbe trovato le prove durante gli interrogatori di centinaia di islamici arrestati nei giorni scorsi a Gaza, aggiunge il giornale, e le presenterà durante il vertice di Sharm al-Sheikh dedicato alla lotta contro il terrorismo islamico cui parteciperanno mercoledì i Capi di Stato o di governo di oltre 30 Paesi. La teoria della cospirazione fra i due integralismi è stata respinta in blocco ieri da Shimon Peres, che - basandosi anch'egli sulle confessioni degli islamici catturati dallo Shin Bet - ha detto di aver compreso che «il punto di partenza del terrorismo di Hamas è Gaza, non la Giordania né il Sudan». E' a Gaza, ha aggiunto, e non in Cisgiordania, che viene reperito il materiale esplosivo smontando mine egiziane. La teoria della cospirazione non convince nemme¬ no Yonatan Shreiber, uno dei maggiori conoscitori dell'estrema destra israeliana. «Arafat - ricorda - accusa in particolare il gruppo Eyal e il suo leader Avishay Raviv (risultato essere un informatore dello Shin Bet) di aver avuto contatti con Hamas. Ma Arafat crede davvero che il tritolo usato nelle recenti stragi di Tel Aviv e Gerusalemme provenisse dai servizi segreti israeliani?». A due giorni dal grande vertice anti-terrorismo Israele deve fron¬ teggiare un inasprimento della lotta anche nel Libano Sud, dove i guerriglieri Hezbollah - appoggiati dall'Iran - hanno portato a segno nei giorni scorsi sanguinosi attacchi. «In futuro - ha minacciato Hassan Nasrallah, segretario generale degli Hezbollah - potremmo estendere la nostra lotta al mondo intero». In un'intervista alla rivista Al Wassat, Nasrallah ha constatato con soddisfazione che la tattica sciita degli attacchi suicidi - che già aveva mostrato la sua efficacia in Libano nel 1982 viene adesso utilizzata dagli islamici palestinesi. Per fronteggiare la minaccia, secondo Arafat, sarà necessario chiedere alle maggiori autorità religiose islamiche di emettere una «fatwa» (verdetto religioso) che vieti ai fedeli di immolarsi in attentati. Nei Territori la chiusura imposta da Israele per arginare il terrorismo ha mietuto intanto una vittima innocente: un bambino palestinese di Kalkilya, che non ha potuto ricevere assistenza medica urgente perché fermato a un posto di blocco e che è spirato alcune ore dopo a casa sua. Aldo Baquis