Par condicio, promosso il Tg1
Par condicio, promosso il Tgl Par condicio, promosso il Tgl Rossella il più corretto, in coda Liguori NOTIZIARI SOTTO ESAME CROMA OMPITO: applicare correttamente la par condicio nei primi dieci giorni di campagna elettorale. Risultato: tre promossi (dei quali uno a pieni voti), e quattro bocciati. Tempo di pagelle per i Tg nazionali, passati al setaccio dall'Osservatorio di Pavia su incarico della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai e la televisione. Sul piatto della bilancia, i dati relativi ai primi dieci giorni di campagna elettorale in tv: li pubblica M/nel numero in edicola oggi, segnando su una lavagna virtuale i nomi dei buoni e dei cattivi, dei promossi e dei bocciati. Ma veniamo alle cifre. Secondo l'inchiesta pubblicata da Mf il «notiziario simbolo» della par condicio è il Tgl che, dal 21 febbraio al 1° marzo ha dedicato il 39,4% al centro destra, il 39% al centro sinistra e il 6,9% alla Lega. Come si dice, il primo della classe. «E' il frutto di una fatica improba da parte di tutta la redazione - commenta Carlo Rossella, autore di un recente decalogo sulla par condicio «a uso personale». Si dimostra che la par condicio non è una chimera ma qualcosa di concretamente applicabile sul piccolo schermo». Certo, dietro ogni angolo c'è un trabocchetto: «E' vero, come i carcerati ogni sera tiro una sbarra sulla giornata appena trascorsa: basta una disattenzione o una sfumatura mal interpretata a innescare il finimondo. E lavorare per il servizio pubbhco aumenta la responsabilità. Ma non molliamo, non ora che abbiamo trovato la formula vincente...». Per ciò che concerne il Tg2, invece, il centro destra ha ottenuto il 41,3% contro il 40% del centro sinistra e il 7,4% della Lega, mentre il Tg5 ha dedicato il 45,3% al centro sinistra, il 43,8% al centro destra e il 4,5% al Carroccio. Tutti gli altri tg, sostiene Mf dati alla mano, «sono schierati»: Tmc news ha dato il 54% del tempo al centro sinistra, il 30,6% al centro destra e il 5,6% alla Lega; quanto al Tg3, ha garantito il 48,5% al centro sinistra, il 24,8% al centro destra e il 12,3% alla Lega; al Tg4 il centro destra ha ottenuto il 63,9% del tempo, il centro sinistra il 22,5%, la Lega Nord il 10,8%; «Studio aperto», per finire, ha invece dedicato il 77% del tempo al centro destra, il 21,4% al centro sinistra, lo 0,8 al Carroccio. «Sono dati pazzeschi, inattendibili - contrattacca Liguori -. Chiunque vede "Studio aperto" sa che per questioni di linea editoriale non dedico più di dieci minuti al mese alla politica. Un conto è "Fatti e misfatti", dove mi esprimo liberamente come Biagi, un altro "Studio aperto"». Conclusione: «Conta solo la credibilità guadagnata presso il pubblico. Quello di misurare le presenze con il bilancino è un lavoro demenziale, inventato per strappare una consulenza alla Rai». Quanto alla presenza dei partiti nei tg, secondo i dati di Mf An «primeggia in Rai», con il primo posto al Tgl, il secondo al Tg2, il quinto al Tg3; seguita da pds, con il terzo posto al Tgl, il terzo al Tg2 e il primo al Tg3. Sulle reti Mediaset, invece, «netto dominio di Forza Italia» con il primo posto al Tg5, al Tg4 e a «Studio aperto», davanti a ccd-cdu, Rifondazionc comunista e Ulivo. Non solo. Nel numero in edicola oggi Mf pubblica anche la classifica delle presenze in tv dei leader politici ponderata sugli ascolti dei vari tg (il riferimento è il Tgl delle 20,00, il più seguito, sia dall'Osservatorio di Pavia che dal Centro di ascolto dell'informazione radiotelevisiva): la classifica tiene dunque conto non solo del tempo assegnato a ciascun leader ma anche di quanta gente ha seguito l'intervista trasmessa (la classifica indica le ore di video trasmesse e vede al primo posto Dini (842), seguito da Prodi (802), D'Alema (600), Bossi (578), Berlusconi (572), Buttiglione (528), Bianco (478), Casini (442), Fini (422), Treu (410). Avanti tutta. [ale.mon.] Sopra, il direttore del Tg I Carlo Rossella. A lato, i direttori di Studio Aperto Paolo Liguori e del Tg4 Emilio Fede
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