«Secondi solo alla Williams »

Schumacher: «E in Brasile cresceremo» «Secondi solo olio Williams » Schumacher: «E in Brasile cresceremo» ALDILÀ' DEL PREVISTO MELBOURNE ICHAEL Schumacher è stato il primo a congratularci con Irvine. Il campione del mondo è andato nel parco chiuso dopo la fine della gara e ha salutato Hill e Villeneuve. Poi ha abbracciato il compagno di squadra. «Avevo il casco - ha borbottato il simpatico Eddie, dall'aria sempre confusa - e non ho capito le frasi che ha pronunciato. Penso che mi abbia detto "bravo". Ma io sono contento soprattutto perché la Ferrari ha dimostrato di avere un ottùno potenziale. Ho fatto una gara regolare, una bella lotta con Alesi, all'inizio. Poi lui mi ha centrato. Per fortuna la mia vettura non ha riportato danni. E Jean è stato vittima di se stesso». Nelle due partenze Irvine è riuscito a stare davanti al tedesco. Nella prima, anzi, entrambi i ferraristi avevano superato anche Hill, installandosi al secondo e terzo posto, prima che l'incidente di Brundle facesse ripetere la partenza. «Non ho visto nulla - ha spiegato l'irlandese -. Mi è solo dispiaciuto dovere ricominciare da capo. Dopo un giro ho capito che non potevo te- nere il ritmo delle Williams e ho lasciato passare Michael che era più veloce di me. E mi sono preoccupato di non forzare troppo. Bisognava tenere conto che sinora non avevamo mai percorso la distanza di un Gran Premio con la nuova vettura. Dopo questo risultato ho ancora maggiore fiducia in me stesso. Nelle prossime gare, lo prometto, spingerò di più». Cosa c'è ancora - è stato chiesto a Irvine - da migliorare sulla F310? «Si deve lavorare su telaio, aerodinamica e per certi aspetti sul motore. Volete sapere se sarà possibile vincere presto? Non credo, le Williams sono un passo avanti. Noi dobbiamo fare progressi nelle curve lente e nella velocità di punta in rettilineo. Non sono invece sorpreso che la Benetton sia rimasta indietro. Basti pensare a cosa facevano i compagni di Schumacher con quella vettura. Nessuno di loro ha mai fatto bella figura, anche se Herbert ha vinto un paio di corse. Michael è uno che fa la differenza». Intanto Schumi si è prestato, gentile e sorridente, alle interviste di rito, prima di affrontare ancora un lungo briefing con i tecnici della squadra per analiz¬ zare la corsa e preparare i programmi dei prossimi giorni. «La nostra vettura - ha detto Michael - è andata meglio del previsto. Purtroppo sono stato fermato da un imprevisto, la perdita del liquido del sistema frenante sulla ruota posteriore destra. E forse ho avuto anche un calo di motore. Ho avvertito i box ed abbiamo provato a risolvere il problema, ma ormai non c'era più nulla da fare. Mi sono ritirato». Secondo il tedesco la Ferrari è in fase crescente: «La mia impressione, in generale, è che siamo nella direzione giusta. Un anno fa con la Benetton, all'inizio del campionato, non sapevamo veramente quale strada prendere. Ora invece con la scuderia di Maranello abbiamo le idee molto chiare. Ogni intervento che viene effettuato sulla F310 migliora la vettura. Ciò significa che la base è molto buona. Prevedo che fra tre settimane in Brasile faremo altri progressi». Schumacher ha anche rilevato come nella prima gara la Ferrari abbia avuto solo la Williams davanti sia in qualificazione che in gara: «Per ora siamo la seconda squadra del campionato. Pensavo che la Benetton riuscisse a migliorare rispetto alle prove cronometrate, invece non è stato così. E anche la McLaren, al momento, sembra piuttosto lontana. L'importante a questo punto è continuare ad impegnarsi al massimo. Onestamente non potevo aspettarmi di più». Ieri sera Schumacher e Irvine sono partiti alla volta del Brunei. Missione misteriosa: cosa sono andati a fare dal sultano considerato l'uomo più ricco del mondo? Una vacanza da nababbi? «No - hanno risposto - è un viaggio d'affari». Michael ed Eddie hanno trovato altri ricchi sponsor? Fascmo della Ferrari? Ma Schumi dovrà rientrare presto: da martedì 19 è convocato al Mugello per una settimana di test. Al lavoro. [c. eh.] Il tedesco: mi ha bloccato un guasto ai freni Irvine: «Il podio mi dà fiducia per il futuro L'urto con Alesi? Jean vittima di se stesso» Irvine felice al box e (a lato) nel momento della collisione con la Benetton di Alesi, che ammette: ho sbagliato io cercando di passare la Ferrari di Eddie

Luoghi citati: Brasile, Brunei, Maranello, Melbourne