Lippi questa è la partita della fiducia di Fabio Vergnano

I bianconeri, dominati e sotto di 2 gol, raggiungono i rivali in vena di papere e autoreti Il tecnico, passato dalla grande paura al successo, esalta la prova di carattere della sua squadra Lippi: questa è la parlila della fiducia Ma Umberto Agnelli dissente-. «Un altro primo tempo orribile» TORINO. Poteva finire in un massacro, invece tirando le somme scopri che è un mezzo trionfo. Ovvero dalla grande paura si è passati a quella che tutti definiscono «la partita della fiducia». Tutti meno uno. Umberto Agnelli ha lasciato lo stadio molto seccato, neppure la vittoria ha cambiato il suo stato d'animo. E' stato pungente a metà strada: «Non va proprio, è difficile capire, trovare una spiegazione razionale. Paghiamo la Quaresima e l'anno bisestile». Altrettanto sconsolato alla fine della partita: «Il risultato è per noi, solo quello. La fortuna ci ha dato una mano. Ma continuo a non capire come si fa a giocare soltanto un tempo. E' successo anche a Madrid. E' inconcepibile. Proprio non ci siamo». Ben diversa l'atmosfera quando arriva Lippi. Il tecnico è soddisfatto: «Complimenti a tutti, dopo i due gol della Lazio potevamo perdere la testa. E un grazie al pubblico, perché ha capito il nostro dramma e non ha infierito. Siamo partiti bene, poi ci hanno colpiti alla prima occasione buona. La squadra sembrava non reagire, c'è riuscita soltanto dopo il secondo gol laziale e da quel momento ha cominciato a giocare abbatanza bene. Bravi. Quando è uscito Casiraghi la partita era già sui canali giusti». Lippi ha l'aria di uno che si è trovato sull'orlo del burrone e ha evitato il peggio con una sterzata provvidenziale. Aggiunge: «Doveva essere la partita del riscatto e tutto sommato ci siamo riusciti. Era una domenica molto delicata e c'è da essere soddisfatti per come è finita. Certo dobbiamo evitare gli eccessi del primo tempo. Come ci siamo salvati? Tirando fuori le caratteristiche dell'anno scorso. A un certo punto ho pensato alla partita con la Fiorentina, quando ribaltammo uno 0-2. E questa volta non era facile riuscirci dopo le critiche di Madrid. Sono contento, può essere la partita della fiducia». Importante la mossa Deschamps davanti alla difesa: «Sapevo - spiega Lippi - che poteva giocare in quella posizione, non è stato un salto nel buio. Ma un elogio lo merita anche Porrini. Devo convincersi di avere delle buone qualità non solo in fase difensiva. L'ho messo al posto di Torricelli, perché Moreno era frastornato, non è riuscito a recuperare la fatica di coppa». Ed eccolo Porrini. Tre mesi di attesa a causa di uno stupido incidente sulle piste di sci. L'ha aiutato la tranquillità di chi ha poco da perdere: «Era la prima partita vera, non sapevo neppure io come poteva andare. Sono pure entrato in una situazione psicologicamente difficile. E' andata bene e ho capito che si possono fare tante cose buone quando giochi tranquillo. Ho rivisto una Juve aggressiva, buon segno in vista del Real». Mastica amaro, mvece. Ravanelli. Oltre alla frattura alla mano ricordo della rissa di venerdì, ieri si è di nuovo fatto male al tendine destro. Salterà l'Udinese, salterà il Real per squalifica. Cederà il posto a Vialli, cui ieri sono stati tolti gli undici punti al piede destro. Ravanelli è deluso, ma lo consola una Juve in ripresa: «Siamo a due punti dalla Fiorentina, magari già domenica prossima saremo secondi in classifica. E poi chissà, tutto può succedere. Dopo lo 0-2 ho rivisto la vecchia Juve: stessa grinta, stessa voglia. Un buon segno. Ma ancora una volta siamo partiti male, sentivamo troppo la partita. Ci ha salvato soltanto il carattere». Fabio Vergnano pnte-. «Un altro primo tempo orribile» DePc"TBc6sFmsVvscPcdDdscdvsCgJsril L'autorete di Chamot grazie alla quale la Juve raggiunge la Lazio; nella foto piccola, Umberto Agnelli: «Non si può giocare soltanto un tempo»

Luoghi citati: Lazio, Madrid, Torino