Ospedali il giorno del black-out

Molinette: bloccato l'unico ascensore che collega chirurgia al pronto soccorso Molinette: bloccato l'unico ascensore che collega chirurgia al pronto soccorso Ospedali, il giorno del black-out Bimbi al freddo al Regina Margherita Per due ospedali è stato il fine settimana dei black out. Alle Molinette un problema meccanico all'unico ascensore che collega il pronto soccorso ai piani di degenza e di medicina nucleare ha isolato da sabato a ieri pomeriggio il reparto di Chirurgia d'urgenza del professor Carlo Maria Ferraris, facendo scattare l'allarme rosso. E pochi istanti dopo, al Regina Margherita, un guasto all'impianto di riscaldamento ha lasciato al freddo, sempre da sabato fino a domenica mattina, il reparto di Oncologia del professor Enrico Madon al quinto piano dell'Infantile. Strutture in tilt per colpa degli anni: in entrambi i casi si tratta di impianti vecchi che già da mesi funzionano a singhiozzo e fanno dannare personale e parenti dei ricoverati. Alle Molinette, il blocco dell'unico ascensore che porta da Chirurgia d'urgenza al pronto soccorso è cominciato pochi minuti dopo le 19 ed è durato per oltre sedici ore. «Se ci fosse stata un'emergenza - sbotta il dottor Roberto Terrando avremmo dovuto portare giù per le scale il paziente a spalle?». Nessuna soluzione per i 20 ricoverati del reparto, tutti reduci da delicate operazioni e quindi immobili a letto. La sola alternativa sarebbe stata vagare col paziente sul letto mobile attraverso gli uffici della direzione sanitaria, «sperando di trovarli aperti e di raggiungere in tempo le sala operatoria». «Almeno una volta alla settimana noi di Chirurgia dobbiamo salire e scendere a piedi le scale - calcola l'infermiera Maria Marini -, Non si può andare avanti così!». Ieri, per fortuna, non ci sono state emergenze da camera operatoria, ma i medici del reparto hanno dovuto comunque posticipare per forza a oggi due esami di controllo post-operatorio «perché entrambi i pazienti non erano trasportabili in barella, e i letti, malgrado le ruote, non possono essere por tati su e giù per le scale». Insomma: «Una fortuna non sia capitato un caso da camera operatoria, se no chissà come finiva» sbotta il dottor Terrando. «In questo ospedale - de nuncia - ci sono medici di pri m'ordine che lavorano in strutture di serie B». «Non esageriamo. Creare allarmismo o polemiche non serve - ribatte l'ufficio comunicazioni delle Molinette -. Un gua sto capita: nessuno è rimasto dentro e non si può mettere in croce una struttura per questo. D'accordo, il disagio stavolta è durato a lungo perché il problema era più serio del solito: si è spezzato un pezzo metallico della cabina che, a sua volta, ha strappato un'altra parte di impianto. I tecnici sono intervenuti s-'bito, ma c'è voluto tempo». Comunque, concludono in ospedale, «gli ascensori saranno tra i primi investimenti nella ristrutturazione dei reparti». Da un guaio all'altro. Anche la cronaca del guasto all'impianto di riscaldamento del Regina Margherita comincia attorno alle 19 di sabato, quando alcuni dei 20 piccoli pazienti di Oncologia hanno lamentato brividi di freddo. E lamentele a raffica sono arrivate ai centrami de La Stampa fino a ieri mattina: «Come si possono tenere malati così gravi al freddo per tante ore in questa stagione?». «E' una vergogna, uno scandalo: non si rendono conto che i nostri bambini non hanno immunità e rischiano una polmonite?». A mali estremi, estremi rime- Alle Molinette il guasto ha isolato Chirurgia I dottor Poberto Terrando «E se ci fosse stata un'emergenza?» di: alcuni genitori sono corsi a casa a caccia di stufette elettriche da piazzare nelle stanze dei figli, «ma ci hanno vietato di accenderle». Luigi Odasso, direttore sanitario: «L'impianto di riscaldamento di quest'ospedale risale agli Anni Cinquanta: un sistema superato, di quelli che riscaldano il pavimento. Si è rotta una serpentina collegata al teleriscaldamento e abbiamo dovuto chiudere il ramo d'impianto di Oncologia per evitare allagamenti». Il difetto è stato riparato nel giro di poche ore, il calore ha cominciato a ricircolare nei tubi, «ma questo tipo di impianti impiega almeno quattro o cinque ore prima di raggiungere la temperatura ideale - prosegue Odasso -. Nel frattempo abbia¬ mo acceso i termosifoni elettrici di emergenza, ma anche questi hanno impiegato ore per riscaldare». All'Infantile, l'impianto di riscaldamento sarà riammodernato con termoconvettori, garantisce il direttore. «Ma ci vuole tempo, e soprattutto soldi, che arrivano sempre col contagocce». Marco Accossato Impianti vecchi che da mesi funzionano a singhiozzo gherita

Persone citate: Bimbi, Carlo Maria Ferraris, Enrico Madon, Luigi Odasso, Marco Accossato, Maria Marini, Odasso, Poberto Terrando, Roberto Terrando, Terrando