«Scommettiamo sull'Italia e sulla vostra moneta» di Ugo Bertone

«Scommettiamo sull'Italia e sulla vostra moneta» illiilp uJl£SSI&&t ; ■ ■ . ■ ' . «Scommettiamo sull'Italia e sulla vostra moneta» IL GIUDIZIO DELLA «DEUTSCHE» MILANO ERR Marinoni, 37 anni, scuola Mediobanca ed esperto in prodotti finanziari di Deutsche Bank, risponde così: «La paura di restare con il cerino in mano, di farsi cogliere in contropiede da un cambiamento sul fronte dei tassi. E così succede che nessun gestore internazionale si impegna a fondo in una strategia. In un quadro così mutevole è difficile capire quali siano i movimenti veri, di lungo respiro...». Eppure alla Deutsche Bank, tra l'altro operatore primario sul mercato dei titoli di Stato italiani e principale canale di collegamento della finanza di Bonn con le evoluzioni di Btp e debito pubblico di casa nostra, un tentativo per capire dove va l'Italia lo hanno fatto. E proprio mentre a Wall Street maturava il brusco scivolone di fine settimana, a Milano Marinoni e lo «chief economist» di Deutsche Bank, Mario Noera, spiegavano le ragioni per un certo ottimismo sull'Italia: il Btp, dicevano, può esser l'affare dell'anno. «L'Italia - era questa in sostanza la sintesi - non corre il rischio di un collasso. Al limite, però, può perdere una buona occasione...». Ma l'ottimismo della Deutsche Bank, che ha trovato subito eco nell'onnipotente Bundesbank, vale ancora? Oppure lo stop alla discesa dei tassi Usa ha cambiato in peggio lo scenario italiano? «In realtà - osserva Noera un rafforzamento del dollaro non può che irrobustire il quadro della lira. Certo, nei prossimi giorni ci saranno grossi scossoni sui mercati. Ma poi si dovrebbe trovare un nuovo equilibrio. E certi fondamentali dell'economia italiana, su cui abbiamo lavorato a fondo, valgono ancora. Anche perché la Banca d'Italia non ha abbassato la guardia e sul fronte dei tassi la lira è più che protetta». E quali sono gli assi nella manica del prossimo governo? «L'inflazione, - è la risposta innanzitutto. A fine anno sarà sotto il 4%. Molto probabil¬ mente il divario con i tre Paesi più forti della Ue sarà contenuto in un punto e mezzo e sarà così rispettato un parametro di Maastricht. Noi crediamo addirittura che l'Italia possa partecipare nei tempi previsti all'Unione monetaria. Certo, l'inflazione è calcolata con un nuovo indice, difficile da comparare. Ma lo stesso è avvenuto l'autunno scorso in Germania. E i mercati l'hanno accettato. Il rischio sta nelle elezioni». Certo, il 21 aprile... «Non soltanto. Anzi. Il vero rischio è che in Germania o altrove si tengano le elezioni anticipate, una sorta di referendum sull'Unione monetaria dall'esito imprevedibile. Se viene bocciata la moneta unica i guai veri li passerà la lira o il franco francese». Ma dove si voterà? «Se a fine marzo nei Laender tedeschi i liberali andranno sotto il 5% potrebbe essere inevitabile il voto anticipato. Non dimenticate quello che è avvenuto in Danimarca nel '92...». Ma se si vota solo in Italia... «Certo, lo scenario più favorevole è quello di un governo impegnato a favore dell'Europa. Ma, secondo i nostri calcoli, qualsiasi risultato del 21 aprile non dovrebbe arrestare la marcia dei titoli italiani verso quelli tedeschi. Almeno nel '96». Ma se l'economia rallenta... «L'Italia si trova in una situazione invidiabile perché le sue entrate fiscali, causa l'evasione, sono meno sensibili alla congiuntura economica di altri Paesi. L'importante è che quest'anno il processo europeo non subisca stop. A dicembre, in quel caso, le grandi banche faranno partire gli investimenti necessari per la moneta unica. E non si fermerà probabilmente più». In quel caso? «Il rischio Paese tenderà ad annullarsi. E' un pedaggio che solo l'Italia si trova a pagare. I mercati non lo chiedono alla Spagna, ma solo a noi». Ugo Bertone

Persone citate: Marinoni, Mario Noera, Noera