Tra Polo e Ulivo battaglia sul fisco di P. Pat.

Il ppi Bianco: meglio i bottegai francesi. Bertinotti: dagli evasori i soldi di tre finanziarie Il ppi Bianco: meglio i bottegai francesi. Bertinotti: dagli evasori i soldi di tre finanziarie Tra Polo e Ulivo battaglia sul fisco Ditti: norme più semplici, ma gli autonomi devono contribuire ROMA. E' guerra aperta sul fisco perché tutti, nel Polo come nell'Ulivo, sono convinti che sul controverso 10% degli autonomi e dei professionisti, sulle tasse e sull'evasione fiscale si giocherà la partita elettorale. Non stupisce, quindi, che nella sua prima apparizione in tv a «Porta a porta» il candidato Dini oltre che di politica risponda dettagliatamente, prima a Bruno Vespa sotto i riflettori e poi ai cronisti, sul blocco delle tariffe, sulle polemiche per il 10%, che ha sollevato venti di rivolta a Torino e Milano. Si difende, allora, Dini ricordan do che «questo 10 per cento l'ha deciso il Parlamento nell'ambito della riforma previdenziale. Ora c'è una reazione forte. Ma la cosa non stupisce perché in tutti i Paesi il fisco è un tema da campagna elettorale. Però, di fronte ai rilievi che vengono mossi al governo ho ritenuto opportuno consultare i gruppi parlamentari, le forze politiche, per vedere se ci sono modifiche da fare. E da parte mia posso dire che il governo cercherà di ritoccare, di eliminare certe asperità di applicazione». E' un cauto via libera al ritiro del bistrattato 10 per cento? Neanche per idea, Dini non si spinge su questa strada, ma riconosce che si potrà ridiscutere se questo tributo vada versato, come previsto, nelle fauci voraci dell'Inps o possa finire invece nelle casse delle varie categorie. E ammette che qualcosa si potrà cambiare di questo provvedimento che aizza le piazze. Su un aspetto, invece, il presidente del Consiglio è d'accordo: «E' necessario arrivare a un'ulteriore semplificazione degli adempimenti fiscali in modo che non si debba perdere troppo tempo. E' anche questo, io credo, che indispettisce tanto la gente. Gli autonomi hanno un risentimento per i troppi adempimenti fiscali e i tempi che questi richiedono. E' dovere del governo ascoltarli e arrivare a provvedimenti della massima equità ed equilibrio». Ma perché proprio gli autonomi si ribellano? Dini prospetta una spiegazione: «Negli ultimi tempi, anche al fine del risanamento, si è stretta un po' la vite del fisco. E in particolare quelle degli autonomi sono le categorie che si stanno elevando ai livelli di tassazione degli altri. Perché è anche lì che si annidava l'evasione. Quindi si può capire la reazione. Ora noi cerchiamo di lavorare in modo equo, equilibrato». Un altro tema sul quale Dini non si è sottratto è quello delle nomine per gli enti in scadenza, che il Polo vorrebbe «congelare» in attesa del nuovo governo scaturito dalle elezioni. Ma il presidente del Consiglio ha preannunciato che al di là del 15 di maggio non si può aspet¬ tare. «Le nomine sono atti dovuti ha spiegato Dini - se non sono rinnovate nei tempi previsti possono mettere in crisi il funzionamento dell'istituzione e il governo può essere citato per omissione d'atti d'ufficio». E l'Eni, su cui Alleanza nazionale ha scatenato la bagarre? Dini ha risposto: «Il suo consiglio d'amministrazione scade con la presentazione del bilancio. E quindi, poiché l'Eni è una società quota¬ ta in Borsa, dovrebbe essere confermato o cambiato al massimo entro il 15 maggio». Dopo le elezioni, ma quando il nuovo governo non sarà ancora in carica. Sul fisco, dunque, s'è scatenata la bagarre elettorale. Casini (ecd) lancia l'allarme sulla «demagogia fiscale», sulle trovate di Prodi di cancellare qualche balzello, ricordando che «il governo Dini, con Fantozzi, ha varato misure vessatorie contro gli autonomi». E dallo stesso fronte Gasparri (an) avvisa che la questione fiscale sarà la carta decisiva nelle elezioni. Sull'opposta barricata, Bianco (ppi) sostiene che sul fisco «nemmeno Poujade e i bottegai francesi hanno fatto la politica demagogica del Polo». Mentre Passigli (sinistra indipendente) accusa l'ex ministro Tremonti di partecipare alle manifestazioni anti-fisco mentre «lui mantiene proprie società di comodo in paradisi fiscali». Bertinotti stigmatizza «l'evasione fiscale che rappresenta due-tre Finanziarie messe insieme». E il ministro Fantozzi vagheggia una riduzione del peso fiscale «a tempi brevi». [p. pat.]

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino