Ma la Chiesa ha fatto ammenda

Ma la Chiesa ha fatto ammenda Negli ultimi anni, campagne contro le «caricature» dell'ebraismo Ma la Chiesa ha fatto ammenda r>j I HE ha fatto la Chiesa dei farisei? «La Chiesa I ' li ha insudiciati. Noi vogliamo riabilitarli. I Vogliamo far apparire la loro innocenza e la I i loro purezza». E' quanto si propone Ar\à I mand Abécassis nel suo recentissimo studio che viene analizzato in questa pagina da Enrico Benedetto. Se è vero che la Chiesa per duemila anni ha «insudiciato» i farisei, è anche vero che almeno da una decma d'anni essa si dà da fare per «ripulirli» e insegna che non devono essere denigrati né negli scritti né nella predicazione. Nel giugno 1985, per esempio, la Commissione vaticana per i rapporti con l'ebraismo ha pubblicato un documento dal titolo Sussidio per la corretta presentazione degli ebrei e dell'ebraismo nella predicazione e nella catechesi cattolica. «Si constata - afferma il documento - una penosa ignoranza della storia e delle tradizioni dell'ebraismo e sembra a volte che solo gli aspetti negativi e spesso caricaturali facciano parte della conoscenza comune di molti cristiani». Tra le altre affermazioni del «Sussidio» vaticano, che intende dar rilievo alle «radici ebraiche del cristianesimo», c'è questa: «Gesù è ebreo, e lo è per sempre». Ma ciò che più impressiona è la presentazione in positivo del fariseismo, così in contrasto con le posizioni di un passato anche recente. Da duemila anni, sull'onda delle invettive di Gesù («Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, serpenti, razza di vipere, sepolcri imbiancati...»), la parola fariseo era diventata la più insultante del vocabolario cristiano. Nei testi di spiritualità, sui quali hanno basato la loro formazione ascetica preti, monaci, religiosi, religiose e laici devoti, il fariseismo era la quintessenza dell'ipocrisia, il compendio delle non virtù. Il vocabolo, inoltre, andava a identificarsi, più o meno con ebreo. San Giovanni Bosco, nella sua Storia Sacra scritta per il popolo e i giovani, afferma: «I farisei facevano consistere tutta la loro pietà nel portamento esterno, riputando lecita ogni sorta di nequizia, purché si facesse in segreto. Una parte degli ebrei d'oggidì segue ancora la dottrina dei farisei». Del resto, nelle divisioni religiose del mondo ebraico, anche da parte rabbinica non mancano accuse e derisioni ai farisei. Il Talmud (cioè il testo degli insegnamenti e delle norme che regolano la vita della comunità ebraica) ne enumera diversi tipi. Eccone due tra i più singolari. «Fariseo quattoquatto», per il camminare affettato, facendo mostra di umiltà; «fariseo salasso», per le ferite riportate andando a sbattere contro i muri per non voler guardare le donne. Per la Chiesa cattolica, ora, anche i farisei sono brava gente. Del resto, a guardar bene dentro il Vangelo, si vede che Gesù ha avuto anche degli amici tra di loro, come Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea. San Paolo stesso si vanta di essere «ebreo da ebrei, secondo la Legge fariseo». «I rapporti di Gesù coi farisei - è l'interpretazione che viene offerta dal documento vaticano - non furono né del tutto né sempre polemici. Gesù condivide con la maggioranza degli ebrei palestinesi di quel tempo alcune dottrine farisaiche: la risurrezione dei corpi; le forme di pietà: elemosina, preghiera, digiuno; l'abitudine liturgica di rivolgersi a Dio come Padre, la priorità del comandamento dell'amore di Dio e del prossimo...». Per questo, conclude il documento, «una presentazione solo negativa dei farisei è mesatta e ingiusta». Domenico Del Rio

Persone citate: Domenico Del Rio, Enrico Benedetto, Gesù, Giuseppe D'arimatea, Padre

Luoghi citati: San Paolo