« Non chiamatemi Cantona Mi ha colpito ho reagito» di Angelo Caroli

« LA DIFESA DEL CAMPIONE « Non chiamatemi Cantona Mi ha colpito, ho reagito» FTORINO ABRIZIO Ravanelli rifiuta paragoni con Cantona, il francese che gioca nel Manchester United, che l'anno scorso scavalcò le transenne e che con un colpo di karaté mise ko un tifoso che lo aveva insultato. «Io reagisco soltanto in situazioni eccezionali, quando mi mettono le mani addosso o viene messa a repentaglio l'incolumità dei miei familiari», spiega risentito. Come è successo venerdì. ((Appunto. Stavolta però ero solo. Ho tremato all'idea che assieme a me potessero esserci mia moglie e mio figlio». Lei sembra avere la capacità di instaurare con una città e con i tifosi un rapporto di amore e odio. E' d'accordo? «Storie. Ditemi in che modo avrei dovuto comportarmi davanti a un delinquente. Sono tranquillo sulla mia auto, sporgo 50 mila lire al benzinaio che mi ha servito, ho il finestrino abbassato, spunta un tizio con una tanica in mano, cerca carburante. Mi riconosce e grida "figlio di troia", dopodiché mi mette le mani in faccia». E lei allora? «Gli ho mollato un cazzotto, credo di averlo beccato a un occhio. Si trattava di un mascalzone che viaggia su una macchina targata Avellino e che all'Aci risulta demolita. Qui il rapporto tra Ravanelli e Torino non c'entra e neppure sono coinvolti tifosi granata oppure della Juve». In passato le capitò di imbattersi in un corteo di cassinte¬ grati. Che cosa accadde? «Ricordo, non successe nulla di drammatico. Operai della Fiat sfilavano, io ero in macchina. Qualcuno mi riconobbe e mi urlò: "Agnelli dovrebbe dare a noi i soldi invece che a te"». Elei? «Replicai civilmente e con serenità. Feci notare che anche i miei genitori erano stati operai e avevano conosciuto la cassa integrazione. Tutto finì lì». Poi c'è l'episodio di corso Lecce, con i tifosi del Toro che la contestavano. Ricorda? «(Avevano perso il derby, trovai la cosa abbastanza normale. Mi dette solo fastidio che presero a calci la carrozzeria della mia macchina. Sono cose che non si fanno». Andiamo avanti: c'è anche la stuzzicante storia di «Scherzi a parte». Perché se la prese tanto? «Vedersi sfilare sotto il naso l'auto non è un godimento. Per nessuno. Salii subito sulla macchina di Ciro Ferrara, che era d'accordo con i conduttori della rubrica tv, e inseguimmo il "falso" ladro. Finì in una strada cieca e lo mandai a quel paese. Ma ditemi dove sta la notizia. Non sono un violento, ma un uomo normale e pacifico che si fa i fatti suoi. E che reagisce quando gli rompono le scatole, però in modo fuori del normale». Ci sono città, dove ha giocato, che non la amano: Reggio Emilia ed Avellino. «Benone, sono particolari che mi aiutano a chiarire». In che senso? ((A Reggio si sono sentiti traditi perché volevo la Juve a ogni costo. Lo stesso è successo ad Avellino, lasciai quella città e la sua squadra perché avevo bisogno di cimentarmi con realtà più competitive, al Nord. Potrei scrivere un libro al riguardo». Però lei non chiarisce fino in fondo. Come reagisce? «Calma, ci arrivo. I tifosi mi insultano e io abbozzo e assorbo. Cantona, invece, è andato fra i tifosi per aggredire chi lo aveva insultato. Ce n'è dunque di differenza tra me e lui!». Dunque? «Resto la persona pacifica che tutti conoscono. Normale, voglio dire». Angelo Caroli

Persone citate: Agnelli, Cantona, Ciro Ferrara, Ravanelli

Luoghi citati: Avellino, Manchester, Reggio, Reggio Emilia, Torino