Cipro turca dirottato un jet

Molti occidentali sul Nicosia-Istanbul deviato su Sofìa e Monaco Mlti id Molti occidentali sul Nicosia-Istanbul deviato su Sofìa e Monaco Cipro turca, dirottato un jet Ceceni in azione, paura per 100 passeggeri ANKARA. Un aereo turco-cipriota B-727 con oltre cento persone a bordo, in volo da Nicosia per Istanbul, è stato dirottato ieri sera da terroristi in direzione di Sofia (Bulgaria) e poi verso Monaco di Baviera. Oltre a otto uomini e donne di equipaggio, tra i 101 passeggeri risultavano 47 turchi, 33 turco-ciprioti, cinque bulgari, tre iraniani, due americani, un britannico, un danese, un tedesco, un giapponese, un sudanese e un ucraino. Un rappresentante del ministero dell'interno bulgaro, citato dalla televisione nazionale, ha dichiarato che l'aereo era in mano a un «commando» di quattro ceceni armati. Secondo un portavoce della compagnia dell'aereo, la Turkish Cypriot Airlines, i terroristi vogliono attirare l'attenzione dell'opinione pubblica mondiale sul sanguinoso conflitto che si trascina in Cecenia, dove le truppe russe combattono da 15 mesi per reprimere il secessionismo armato. L'azione è iniziata poco dopo il decollo dall'aeroporto di Nicosia nella zona turca di Cipro, l'isola divisa con la Grecia dopo l'invasione turca del 1974. Il decollo era avvenuto dall'isola alle 19. «Tutto andava bene - ha dichiarato Umit Utku, dirigente della compagnia aerea - quando il pilota ha acceso la radio, dicendo che l'aereo era stato dirottato verso lo scalo di Sofia». Scortato nello spazio aereo bulgaro da due Mig-23 dell'aeronautica bulgara, il jet civile è poi atterrato all'aeroporto di Sofia, dove erano già state nel frattempo allertate le forze di sicurezza. Più tardi, in serata, l'aereo è decollato di nuovo per dirigersi verso la Germania. L'atterraggio è avvenuto a Monaco di Baviera attorno alle 23,30. Poco dopo si era diffusa la voce che i ceceni volessero liberare gli ostaggi ma al momento di mandare in macchina il giornale questo non era ancora successo. Ieri in Cecenia è stato il terzo giorno di combattimenti a Grozny. Dopo aver riconquistato il centro della città, le truppe federali russe hanno dato l'assalto alle postazioni dei ribelli nei quartieri periferici, mentre il ministro dell'Interno russo Anatoly Kulikov e il capo del governo ceceno appoggiato da Mosca Doku Zavgayev sono partiti per Grozny per cercare una soluzione a questa ennesima crisi. Secondo fonti di Mosca, molti dei 500-1.500 guerriglieri che mercoledì avevano attaccato la capitale cecena si sono ritirati, secondo la tecnica seguita più volte anche in passato dalle milizie secessioniste. Dopo tre giorni di battaglia, Grozny ha un aspetto spettrale, le strade sono deserte e in più punti vi sono cadaveri abban¬ donati nelle vie. Le informazioni sul bilancio delle vittime sono frammentarie e contrastanti, ma è certo che entrambe le parti hanno subito pesanti perdite. Stando alle fonti russe, nei combattimenti sono stati uccisi 150 ribelli e almeno 100 militari di Mosca. Il governo ceceno sostenuto dal Cremlino ha riferito di un gran numero di morti fra la popolazione civile, ma senza fornire dati precisi. In tarda serata l'agenzia Interfax ha riferito che circa 200 militari russi sono accerchiati dai guerriglieri e che i rinforzi dei federali arrivati nella capitale non sono riusciti a rompere il cerchio. [Agi-AdnKronos]

Persone citate: Doku, Kulikov, Umit Utku