Mar Cinese Pioggia il missili

Navi Usa in zona Navi Usa in zona Mar Cinese Pioggia . il missili TAIPEI. Il lancio di missili cinesi presso le coste di Taiwan, cominciato ieri e destinato a proseguire fino al 15 marzo, ha rinnovato le acute apprensioni dei Paesi dell'Asia orientale riguardo alla politica di Pechino nella regione. Secondo osservatori e fonti diplomatiche, l'atteggiamento bellicoso della Cina rafforza i sospetti secondo cui le sue rivendicazioni territoriali andrebbero al di là di Hong Kong, Macao e Taiwan. I Paesi dell'Asia orientale - con cui l'Unione Europea ha concluso un vertice a Bangkok la settimana scorsa - temono che se Pechino raggiungesse i suoi obiettivi su Taiwan con la minaccia o l'uso della forza, potrebbe comportarsi analogamente per rientrare in possesso di altri territori che secondo la Cina le sono stati tolti ingiustamente nell'epoca coloniale. Tra questi figurano isole nel Mar Giallo, nel Mar della Cina orientale e nel Mar della Cina meridionale, su cui alle rivendicazioni cinesi si intrecciano quelle del Giappone, della Corea del Sud, di Taiwan e di quattro membri dell'associazione dei Paesi del SudEst asiatico (Asean): Malaysia, Filippine, Vietnam e Brunei. Il lancio dei missili è stato deplorato dall'Unione Europea, dal primo ministro giapponese Ryutaro Hashimoto - che pure al vertice di Bangkok aveva esortato il premier cinese Li Peng all'autocontrollo -, dalla Casa Bianca, che ha definito le esercitazioni «sconsiderate e provocatorie», dal portavoce del governo indonesiano, secondo cui potrebbe turbare la stabilità regionale, e dal primo ministro neozelandese Jim Bolger, che l'ha definito «una minaccia alla pace». A Singapore la Borsa ha tremato quando la radio-tv di Stato ha diffuso la notizia che la portaerei americana «Independence» aveva attraversato lo Stretto di Luzon, tra le Filippine e Taiwan, per dirigersi verso la zona dei lanci missilistici. [Ansa]

Persone citate: Jim Bolger, Navi Usa, Ryutaro Hashimoto