ALLACCIAMOCI NEL TANGO

RITI METROPOLITANI RITI METROPOLITANI ALLACCIAMOCI NEL TANGO Alle prese con la milonga del Procope dove ogni venerdì risorge Valentino E NTRI tra fumo e folla. Stesso pubblico che trovi nella Torino underground che vive i ritmi della notte. Ma qui la musica è struggente, come «un pensiero triste che si balla». Se chiedi ad una ragazza cosa la incanta, dice: «Mi piace il contatto breve con un uomo che ti prende e ti lascia. Mi piace la sintonia dei gesti». Il brivido dell'incontro, fuor di erotismo, si consuma non sulle linee calde del 144, ma col tango. Tempio nostrano è il «Café Procope», di v. Juvarra 15, dove l'Associazione «El Barrio Tanguero» (nata nel '90, conta 120 soci) ba fondato una «milonga» con pista aperta (gratis) a tutti dalle 21 al mattino. Una milonga come tante al mondo, a Torino come a Tokyo. Niente di sbalorditivo: se si suonano compact di tango «made in Japan» corredati di ideogrammi, la «tanguidad» può ben dimorare nell'austero capoluogo subalpino. Trasferito sulle rive del Po, lo spirito nostalgico, inquietante e sensuale del tango (l'aggettivazione tende aU'infinito), si è adattato al luogo. Sdradicata dall'avenida Corrientes, la balera malfamata diventa accogliente rifugio per emuli nostrani di Miguel Angel Zotto, Alejandrò Aquino. Tana notturna interclassista e multietnica (il tango nacque a Buenos Aires da immigrati di varia provenienza) vi trovi il medico ed il disoccupato, l'argentino e l'olandese alta 2 m. l'impiegato e la bibliotecaria, parificati dalla tangomania. Invece di gauchos e pupe, manager, insegnanti, tipografi, si presume meno lesti di coltello rispetto ai prototipi di inizio secolo, ma devoti alla filosofia «tanguera». La pista è un inno al reperto, a suo modo un défilé. Niente tulle da balera, ma altro kitsch: l'abito non farà il «tanghero», ma aiuta. D'obbligo, lividi toni notturni, color dell'ebano in bluse malandrine e sottane avvolgenti la coscia florida. Qualche impavida dal passo ardito mostra l'autoreggente attraverso lo spacco, tutti esibiscono tacchi da vertigine, stiletti o spilli di Cupido. Sarà pure un ballo virile dove il maschio decreta passi e pause, cantato da Gardel, suonato da Piazzolla, mimato da Valentino ne «14 cavalieri dell' Apocalisse», ma è la donna che si fa più guardare. Forse perché il tango, con l'incedere imbronciato ed altezzoso, dona quasi a tutte. Piacenti si¬ gnorine accordano il ritmo con compagni incravattati o tenebrosi dal codino e basetta a tirabacio. Ma qui, dove c'è licenza di ballo e dì abito, vedi pure il muscoloso in camicia di flanella che, più che nel mitico «tangos» di Solanas, ha il suo prototipo cinematografico in «7 spose per 7 fratelli». D'altronde, la storia di questa danza celebrata da Borges, ha conosciuto varie storpiature «yankee». Questo è il bello del tango: una capacità democratica di accogliere il composto e il frikkettone, popolo dei «Murazzi» e dei dancing, gente da scrivania e da banco ortofrutticolo. Sarà, spiegano gh adepti, «perché è contagioso come una malattia»? Più che altro, una categoria dello spirito almeno per gh accaniti che lo ascoltano pure in autoradio. Così è per Alfredo Petruzzelli, anima del «Barrio», dirigente durante il giorno e dj la sera al «Procope». Parla come un accademico del tango delle origini, ballato nei quartieri malfamati di Buenos Aires da coppie di uomini. «Erano immigrati senza mogli - spiega - trovarono le donne nella zona dei bordelli». A proposito, c'è chi giura che il tango è sesso puro e chi lo ritiene una gara di bravura, in cui l'erotismo è alluso ed eluso. Divergenze che si dissolvono al suono del bandoneon, tra «ganci», «bolei», «rastade» e figure eseguite da dio. Una perizia che - dicono al «Barrio» - si acquista con una manciata di lezioni e molta pratica, se si ha disponibilità a farsi invadere l'anima da questo «ballo davvero speciale». L'Associazione, che ha curato concerti al Regio e per «Settembre musica» presenta il 24 marzo alle 21,30 al Procope, un appuntamento con l'Orchestra Color Tango, filiazione del Gruppo diretto da Osvaldo Pugliese. Silvia Francia I LOCALI DELLA TANGUIDAD Dove imparare a muovere i primi passi al suono del bandoneon? L'Associazione «El Barrio Tanguero» propone lezioni gratuite per principianti il venerdì 21/22,30 al «Café Procope», v. Juvarra 15: teoria e pratica, con fine serata danzerino per chi voglia cimentarsi con «ganci» e «pasade». Organizza anche stage all'«Arcipelago Danze», in v. Chevalley, il mercoledì alle 21,30 (occorre associarsi). Stage intensivi anche al Circolo Comunale di corso Sicilia: prossimo appuntamento il 23 e 24 marzo (tel. 011/433.1320 e 758.956). Al Dravelli di Moncalieri (via Praciosa 11, tel. 682.2122), uno stage con Ricardo Labriola e Maria Victoria Arenillas è in programma il 9 e 10 marzo: si tratta di un ciclo annuale con appuntamenti mensili. Patrizia Pòllarolo (tel. 251.577) invece, conduce un laboratorio permanente con incontri bisettimanali. Il martedì alle 21, al «Ballet School» di via del Carmine 4 (tel. 436.8816) Donatella Danesin e Beppe Scozzali insegnano rudimenti e raffinatezze della danza di Buenos Aires. Lezioni di tango argentino al «Sampaoli Club» di via Giannone 10 (tel. 539.909). Non mancano lezioni di tango europeo «standard», ovvero da competizione. La Fondazione Teatro Nuovo (tel. 669.0668), che già promuove corsi a Casale Monferrato con la docente Andrea Judith Man, estenderà nei prossimi giorni l'iniziativa anche alla sede torinese, con seminari di 9 lezioni al mese. Alla Compagnia di Danza Teatro di Torino, il tango si insegna con i balli latino-americani: lezioni bisettimanali e stage monografici nei fine settimana. Lezioni di tango «europeo», infine, inteso come ballo da sala, al «Cisac» (tel. 562.8956) e al «Chorus» (tel. 669.9128). [s.f.]

Luoghi citati: Buenos Aires, Casale Monferrato, Moncalieri, Tokyo, Torino