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KEITH TIPPETT KEITH TIPPETT Zona Castalia, un assolo del pianista dei Centipede KEITH Tippett è un uomo che ha fatto un lungo viaggio. E non ci riferiamo alle note biografiche redatte dagli organizzatori del suo concerto torinese («Keith Tippett lasciava Bristol nel 1967 e giungeva a Londra alla fine degli Anni Sessanta...») bensì all'itinerario artistico del pianista che giovedì 14 marzo si esibisce in un «solo concert» a «Zona Castalia» (via Principe Amedeo 8/a, ore 22, ingresso soci Arcinova, 15 mila hre). Tippett è stato l'uomo giusto nel posto giusto al momento giusto. Il posto era appunto Londra, il momento quello scorcio degli Anni Sessanta in cui la musica inglese ribolliva di idee e di possibilità. Il rock era ai suoi vertici storici, c'erano i Beatles e gli Stones e gli Who e tutti gli altri; ma l'attenzione del pubblico giovanile tornava a rivolgersi anche a generi che per qualche tempo erano rimasti in ombra. Il folk, ad esempio, e il jazz. Era anzi impossibile continuare ad usare quelle etichette, perché contaminazione era la parola d'ordine. E quel pubblico onnivoro accolse con eccezionale interesse il progetto Centipede, di cui Tippett era promotore. Centipede era una mega-orchestra di sessanta elementi che reinventò il modo di concepire il jazz e aprì la strada al rock evoluto di gruppi come i Nice. In quegli anni straordinari Tippett compare qua e là, sem¬ pre nel cuore della musica: in particolare è al fianco di Robert Fripp a sottolineare con il suo pianismo nervoso ed elegante i passaggi cruciali degli albumcapolavoro dei primi King Crimson, «In the wake of Poseidon» (in particolare, giganteggia nel brano «Cadence and cascade») e «Lizard». In seguito Tippett è rimasto fedele al jazz creativo, a un'avanguardia mai fine a se stessa. E s'è avvicinato alla world music con il progetto Georgian Ensemble con il quale ha partecipato al Festival di Bath. Ig. fer.J