TATI, IL POETA SORRIDENTE «I film con Monsieur Hulot in una rassegna al Massimo»

TATI, IL POETA SORRIDENTE CINEMA TATI, IL POETA SORRIDENTE Iflint con Monsieur Hulot in una rassegna al Massimo IL cinema francese perde con Jacques Tati uno dei suoi più grandi creatori, attraverso la sua opera ci tendeva lo specchio nel quale si rifletteva l'immagine della nostra società in preda a tutte le follie». Con queste parole, significative dell'opera svolta dall'autore transalpino, si è reso omaggio in Francia a Jacques Tati il giorno della sua morte, il 6 novembre 1982. Al celeberrimo cineasta transalpino il Museo del Cinema dedica da venerdì 1 a mercoledì 13 marzo al Massimo Due (via Montebello 8, biglietti a 7 mila lire) una retrospettiva. In rassegna i film con protagonista il personaggio creato da Tati, Monsieur Hulot, e alcuni cortometraggi dell'autore. Considerato uno dei più originali comici della storia del cinema, Tati è approdato al grande schermo negli Anni Quaranta dopo una lunga esperienza come mimo e attore di varietà. Un umorismo discreto e intramontabile il suo, come dimostra l'accoglienza che il pubblico torinese ha riservato lo scorso anno alla riedizione di «Giorno di festa» nella copia a colori restaurata. Titoli come «Le vacanze di Monsieur Hulot», «Mio zio», «Playtime» meritano la visione degli appassionati di cinema e anche di chi raramente entra in una sala perché, come sottolineava l'autore, «ridere fa bene». Daniele Cavalla PAROLE IN LIBERTA' Ecco una serie di dichiarazioni di Jacques Tati, tratte da interviste rilasciate dal regista. «Sono certo che voi non sapete più guardare. Nel vostro mondo disumanizzato non si sa più osservare la gente. Se fossi il ministro dell'educazione nazionale farei iscrivere nei programmi scolastici un corso d'osservazione. Certo ci vuol molto tempo per saper guardare e oggi non c'è più tempo per nulla. Eccettuato il sottoscritto che ha impiegato ventiquattro anni per fare cinque film». «Io debbo alla mia tardiva vocazione di discolo la mia prima visione divertente dell'umanità. Fino a quando mi sono comportato bene il mio banco si trovava in prima fila, di fronte al professore. Di lui non vedevo che due guance ben rasate e una cravatta impeccabile. Poi, un giorno sono stato cacciato in un angolo. Mi sono allora accorto che il mio insegnante aveva buchi nelle calze e i pantaloni gualciti. Insomma, ho cominciato a scoprire il mondo». «Cosa ricordo della seconda guerra mondiale? Un vecchio capitano che, alla vigilia della disfatta, continuava a ripetere "mettiamo una mitragliatrice qua che non si sa mai". Il giorno dopo lo vidi mentre cercava di fuggire con una bicicletta senza catena». «Da quando gli ingegneri, gli inventori si sono sostituiti all'uomo nel fare anche le più piccole cose, la gente ha perduto l'immaginazione. Il nostro è il tempo della fine della fantasia. Solo i bambini hanno conservato il dono dell'immaginazione: quando crescono, lo perdono anche loro. Gli adulti, poi, non hanno più tempo neanche per ridere, eppure il sorriso è rimasto l'unico medicinale naturale e gratuito: la previdenza sociale, se ci fosse più giustizia, dovrebbe rimborsarmi almeno il costo della pellicola». <(Abbiamo gli ascensori e l'acqua calda ma li abbiamo pagati un prezzo troppo alto: noi stessi». «Si può amare la libertà senza iscriversi a un partito politico».

Persone citate: Cinema Tati, Daniele Cavalla, Hulot, Jacques Tati, Monsieur Hulot, Tati

Luoghi citati: Francia