CON TADINI, CONTA DINI I CONTADINI DI ALMESE di Stefano Bartezzaghi

CON TADINI, CONTA DINI I CONTADINI DI ALME SE CON TADINI, CONTA DINI I CONTADINI DI ALME SE guito (10), è il nome di una buona cosa (questa buona cosa ha recentemente fatto qualche giro orbitale del pianeta, e ce ne hanno infatti parlato le cronache aerospaziali: normalmente sorvola soltanto i piatti di maccheroni). Con lo stesso esempio si può avere una variante: se la domanda diventa «Che cosa mi sembra quest'uomo bifronte?», la frase di risposta (5,5) muterà una sola consonante e, letta di seguito (10), darà il nome di un bravo combattente. Un gioco per certi versi simile lo ha proposto G. Dosio (Almese TO), che mi scrive: «Numera, il presidente del Consiglio / solo rurali, col pittore Emilio». La soluzione dovrebbe essere la seguente: «Conta, Dini, contadini con Tadini». Perché i due personaggi contano contadini? Soffrono un'insonnia bucolica, e il conteggio delle pecore vale solo nei casi di insonnia georgica? A queste domande, l'enigma non fornisce risposte. Le tassonomie enigmistiche parlano di «frase doppia» per casi come: «L'avo lontano lavò l'onta? No». Un enigma che dica: «La buona cittadinanza keniota / predilige chi ha la tasca vuota», si risolverà con la frase doppia: «A Malindi, gente / ama l'idigente». Alcune frasi doppie, senza enigmi, me le ha mandate Gianni Barbieri (Arpuilles, AO). La prima parla di una tombola fra i gas di scarico, perché dice: «Cinquina? No / c'inquinano». Un'altra esclama all'mdirizzo di un famoso editore: «E' inaudito! / (Einaudi To)». Se queste sono tutte frasi doppie, quella di Dosio sarà una frase tripla, gioco il cui più celebre ascendente è l'invocazione già bendazziana: «mi odi, o / mio Dio? / mi odio». La frase doppia talvolta ha senso compiuto, la frase tripla non ce l'ha quasi mai, normalmente va dal palo alla frasca con un triplo salto mentale. Ho provato a farne qualche esempio, e come avrebbe detto il già citato don Bendazzi, mi sono sentito in saecula saeculorum amens. Ecco una frase tripla che mette in scena un emulo di Gesù alle nozze di Cana: «Ivi sovverto leggi di natura / scorra di nettare la fornitura». Soluzione: «Vinco lì/ vincoli/ vin coli!». Ecco una frase tripla con cui si esorta alla violenza contro un letterato e un attore (peraltro defunto): «Se ti fai prender da vero furore / il mimo puoi picchiar, e lo scrittore». Soluzione: «Concitati / conci Tati / con Citati». Ecco una frase tripla che paventa operazioni militari dalTex-oltrecortina: «Verso la meta si muove l'Oriente / la nostra patria non resti dormiente». Soluzione: «Destinazione / d'Est in azione / desti nazione». Ecco una frase tripla rivolta a chi soccorre donne mediorientali in difficoltà: «Le arabe le soddisfate molto / e a quella ch'è ferita date ascolto». Soluzione: «Le saudite / l'esaudite / lesa udite». Volendo variare la minestra, c'è infine una frase quadrupla, e a cambio di lettera finale, dal contenuto non riassumibile: «Il pazzo ivi finga insofferenza / a proposito di un'infiorescenza». Soluzione: «Là menta / l'amente / lamenti / l'amento» (amente è la traduzione di quell'amens latino che abbiamo visto sopra, si differenzia dal demente poiché quest'ultimo ci sono stati tempi che il cervello lo aveva, l'amente, giammai). Avere incominciato a cambiare lettere non vi sembri troppo innocente: non lo è affatto. Nelle scorse settimane si è parlato di autarchia, ed ecco che i giochi di Dosio e Vivari sono autarchici, non introducono alcuna nuova lettera: siamo autarchici quando diciamo che «l'amente là mente». Quando invece diciamo che «L'amAnte là mEnte», autarchici non lo siamo più. Abbiamo esportato una A e abbiamo importato una E; questione di dettaglio, per voi, questione decisiva, per altri. Poi, a voler ben guardare, si scopre che di fatto ogni amAnte è amEnte (vi è anche un proverbio latino, da Plauto a Apuleio), e questo annulla ogni possibile discorso. A mOnte. Anche la prossima settimana ci dovrebbero essere degli indovinelli (diversi da questi), e mi chiedo come mai, in questo periodo, tanti di voi hanno deciso di formulare enigmi. Sarà la stagione? Chissà. C'è chi preferisce stare dalla parte di Edipo, e chi dalla parte della Sfinge, la scelta è fra un assassino e un mostro. Per consolarmi, non trovo di meglio che arrivare a Sfinge procedendo per zeppe e aggiunte successive, partendo da I in ing - abbreviazione di «ingegnere» -, Jnge - nome della signora Feltrinelli -.finge, Sfinge. Scrivete a: Stefano Bartezzaghi, «La posta in gioco», La Stampa-Tuttolibri, via Marenco 32, 10126 Torino. Stefano Bartezzaghi

Luoghi citati: Almese, Apuleio, Malindi, Torino