La patria ingrata con gli onesti di Oreste Del Buono

«Basta con la democrazia, fra maestro e allievo deve esserci ineguaglianza» LA LETTERA DI O.d.B. La patria ingrata con gli onesti Egr. Sig. Del Buono, recentemente un lettore esternava su La Stampa i suoi dubbi e si rammaricava di essere soltanto un onesto operaio. Ciò in relazione al fatto che nel nostro Paese delinquenti e assassini, dopo pochi anni di galera, diventano artisti e poco ci manca che vengano iscritti nell'elenco degli aventi diritto alla legge Bacchelli. I giornali sanno che devono tenere aperta una «finestra» dalla quale escano le uniche verità tra le tante parole di tutte le altre pagine. Ha ragione il nostro operaio... Renzo Pastorino, Torino GENTILE signor Pastorino, davvero lei pensa che il toccasana sarebbe aumentare la popolazione carceraria e inasprire le pene? «Un buon delinquente», lei scrive, «può arrivare al vitto, alloggio, diaria e guardie armate che lo proteggono a spese dello Stato. Il vecchio che ha lavorato onestamente tutta la vita, e tutto il suo capitale si riduce a 300.000 lire, viene sgozzato da chissà chi per quella misera cifra. La Magistratura ha denunciato schiere di ladri e non uno, dico, "non uno" è stato condannato. Non c'è funzionario che non si avvalga con i familiari di alloggi, viaggi, telefoni, auto, scorte armate e spese di ogni genere di scaricare sul groppone degli italiani. Chiunque arriva ad avere un qualsiasi potere benedetto dallo Stato diventa un pirata dedito all'estorsione e, quandq un collega lo denuncia magari per questione di donne, al La pingcon gli atria ata onesti Tribunale manda delle memorie e avvocati che gli dan ragione, basta che la piantino di cantare duetti stonati con un giornalista in televisione. Ce ne sarebbero altre mille ma è meglio non addolorare oltre il paziente Del Buono. Per ultimo, vorrei dire che io a questa Patria sempre più ingrata con gli onesti non darò più una lira di tasse...». Gentile signor Pastorino, non sono affatto impaziente, sono qui per cercar di capire, ospitare i vostri sfoghi di cittadini e tentare di spiegare la vostra inquietudine a voi stessi e anche a me. Ma, della sua lettera, afferro solo il pessimismo totale e, come unica soluzione, il non pagare le tasse. Anch'io sono pessimista sulla situazione, altrimenti sarei proprio un incosciente, ma non credo che, mandando più gente in galera e peggiorandone le condizioni di vita con pene più severe, si risolverebbe tutto. Il problema della giustizia in Italia sta nella lentezza delle procedure che riempie le galere di malcapitati. Occorre riflettere sulle statistiche recenti che stabiliscono che il cinquanta per cento dei detenuti risulta, alla fine, innocente. Protestare contro l'esosità del fisco è giusto. Ma il trasformarsi da onesti a disonesti non mi pare, in qualsiasi circostanza, una decisione vincente. Oreste del Buono

Persone citate: Bacchelli, Del Buono, Renzo Pastorino

Luoghi citati: Italia, Torino