«Più brave ma senza potere»

96 % 17 Rapporto del Censis sulla condi2ione femminile: hanno raggiunto buoni risultati sulla strada della parità «Più brave, ma senza potere» L'amara festa delle donne italiane ROMA. E che la festa cominci: l'8 marzo, naturalmente, nonostante le dichiarazioni polemiche («è una Cesta retorica e inutile») che arrivano da donne più o meno famose, la difesa ad oltranza firmata, tra le altre, dal Coordinamento donne Cgil-Cisl-Uil di Milano: «L'8 marzo non si tocca». E la proposta di abolirla una volta per tutte, questa celebrazione della donna e della mimosa, proposta lanciata anche da Famiglia Cristiana, che sostiene: la donna è ormai forte, questa festa non ha più senso. Sarà. Oggi molti si sentiranno in obbligo di festeggiare, perché pare che soprattutto gli uomini amino santificare questo giorno (lo dice un sondaggio di Datamedia). Ma tra annunci di concerti (Paola Turci a Rebibbia, l'orchestra femminile Clara Schumann in Campidoglio), e iniziative più o meno folkloristiche (pagnotte a forme di cuore in regalo alle donne milanesi, e a Torino le vie dedicate a donne saranno illuminate con luci più forti), l'8 marzo riserva anche sorprese più sostanziose. Come l'ultimo studio del Censis sulle donne italiane, che riassunto in due parole racconta di come siano stati raggiunti «buoni risultati sulla strada della parità». Anzi, «una piena e diffusa dignità» di cittadinanza nel sistema socio-economico. Tra i primi elementi rilevati c'è «la crescente omogeneizzazione» delle donne che hanno aderito ai valori necessari allo sviluppo del Paese. Le donne, cioè, mettono al primo posto della scala dei valori sociali «la solidarietà collettiva» (27,9 per cento), al secondo «la responsabilità» (20,7), al terzo «la razionalità» (6.5) , al quarto «l'organizzazione» (5.6) . Gli uomini, invece, apprezzano in modo particolare «la laboriosità» (23,9 per cento), «la serietà» (8,1), «il rispetto» (7,3), «la fantasia» (4,8), valori che sono sempre stati considerati attributi prevalentemente femminili. Ma il Censis scava ancora più a fondo, nella personalità della donna d'oggi. Ad esempio, nella scelta tra l'avere più tempo o più denaro, la maggioranza delle donne intervistate (74,5 per cento) preferirebbe più denaro, mentre una quota maggioritaria di uomini preferirebbe avere più tempo libero. E ancora: il percorso di crescita intellettuale e sociale delle donne trova fra le ragazze e le adolescenti una bella conferma: la conquista della parità scolastica nella durata e nella qualità degli studi si traduce, nelle nuove generazioni, in pratica di vita. Le ragazze, rispetto ai maschi, vanno più al cinema, a teatro, in biblioteca, leggono più libri. Ma vanno anche più in discoteca e vanno più in giro con gli amici. Le ragazze sono più vitali e curiose e, si direbbe, più determinate rispetto alle loro madri nel tradurre questo bagaglio di esperienze in «un'autorealizzazione piena». Questa maggiore determinazione non può che influire sulla sfera dei rapporti affettivi e sentimentali: le ragazze guardano ai loro coetanei sempre più per le caratteristiche di appeal fisico e gradevolezza estetica che per le caratteristiche di affidabilità ed investimento sociale. Forse per questo, sottolinea il Censis, la pubblicità punta molto sulla «seduttività dei giovani maschi e sulla capacità di catturare simpatia e consensi dalle adolescenti femmine». Ma non è tutto rose e fiori. Esiste ancora, avverte il Censis, una forte diversificazione nell'accesso alle risorse, soprattutto a quella del potere, e spesso le conquiste famminili si risolvono in un mero riconoscimento formale. L'innalzato livello culturale infatti non sempre porta all'inserimento in posizioni lavorative elevate. Secondo i dati Istat nel 1994 il 41,8 per cento delle «inoccupate» e costituito da diplomate e il 5,5 da laureate, mentre fra gli «inoccupati» uomini i laureati sono il 4 per cento ed i diplomati il 30,6 per cento. Inoltre le donne continuano ad essere pagate meno a parità di lavoro (le statistiche dell'Onu parlano del 30/40 per cento in meno) e hanno qualifiche e funzioni meno rilevanti, in cui permangono più a lungo. [bru. gio.] Apprezzano i soldi anche se nella scala dei valori sociali premiano ancora la solidarietà Sono colte ma questo non basta per dare la scalata sul posto di lavoro Per le donne di tutto il mondo una giornata di festa

Persone citate: Clara Schumann, Paola Turci

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino