Sfilata a porte chiuse di A. Ama.

Sfilata a porte chiuse Sfilata a porte chiuse Prada esclude molti giornali LA RIPICCA DELLA STILISTA PMILANO RADA sbatte la porta in faccia al mondo dell'informazione italiana. Al défilé di ieri la griffe ha favorito tutti gli stranieri escludendo - per la prima volta - la maggior parte dei giornali italiani. Unici invitati: Il Corriere della Sera, la Repubblica, il Giorno, La Provincia di Como e l'Indipendente. E' l'ennesimo isterismo da registrare in questo ambiente. Gli esclusi hanno chiesto spiegazioni ai responsabili della maison. La risposta, però, ufficialmente non è mai arrivata. Solo nel tardo pomeriggio l'addetta stampa della maison - Karla Otto - ha ammesso: «Non so come giustificare la decisione del mio cliente e francamente sono molto imbarazzata. Parlatene con Fabrizio Bertelli (marito di Miuccia Prada e presidente dell'azienda, ndr)». Peccato che Bertelli si sia negato. Al centralino dell'azienda prima rispondono che è impegnato, poi che è uscito, quindi che è in riunione. Più tardi si viene a sapere che Bertelli ha escluso chi - a suo giudizio - dà troppa importanza ai pettegolezzi e poca agli abiti. I ben informati invece sostengono che Prada non abbia gradito i giudizi negativi scritti dalla stampa sulla collezione passata. Le reazioni dei giornalisti che seguono le sfilate sono dure: «Non consentire l'informazione significa violare la libertà di stampa», commenta Paola Berti (Ansa). Gianluca Lovetro dell'Unità osserva: «Questo fatto è scorretto, denuncia la grande debolezza di chi si sottrae al confronto perché lo teme. E dimostra quanto sia lontana dalla realtà quotidiana questa casa di moda». Paola Pisa del Messaggero aggiunge: «E' un grande atto di arroganza e di disinteresse nei confronti dei giornali italiani». Laura Dubini del Corriere sottolinea che esistono dei precedenti ma che va comunque di¬ fesa la libertà dei media. In effetti sono avvenuti casi analoghi, ma non di questa portata. Stavolta è più grave, anche perché, oltre ai vari giornali, è stata esclusa la principale agenzia di informazione, l'Ansa. Nel '78, offeso per una critica, Walter Albini sbarrò l'entrata all'inviata del Corriere con un cartello: «Vietato l'ingresso a Laura Mulassano». Le colleghe per solidarietà se ne andarono. Suzy Menkes per la stessa ragione non è stata ammessa a lungo da Dior e Ferré. E il litigio fra Saint Laurent e John Fairchild, direttore di Women's Wear Daily per molto tempo portò a identiche conseguenze, [a. ama.]

Luoghi citati: Como, Pisa