«Terroristi, prego per voi»

«Terroristi/ prego per voi» Raccolta la richiesta di supplica «Terroristi/ prego per voi» // Papa scrìve alla Mambro e a Fioravanti LETTERA DAL VATICANO Ri ROMA EVERENDO Signore, prego la Signoria Vostra k Reverenda di voler comunicare agli interessati che il Sommo Pontefice ha ricevuto la missiva come pure l'omaggio delle pubblicazioni, e mentre assicura un ricordo nella preghiera, augura Loro ogni bene». Con il linguaggio un po' ottocentesco della burocrazia vaticana, la preghiera e la benedizione del Papa sono arrivate dietro le sbarre del carcere di Rebibbia, nelle celle di Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, condannati all'ergastolo per la strage di Bologna del 1980. Un crimine mai ammesso e sempre contestato dai due terroristi neri che hanno sulle spalle altre condanne a vita per omicidi commessi e confessati. E' la risposta di Giovanni Paolo II alla lettera che Mambro e Fioravanti gli avevano fatto avere poco più di un mese fa, chiedendo un po' di spazio «in una parte del Suo cuore» e l'aiuto a trovare spiegazioni «che non sembrano esserci sulla Terra». Rivendicando la loro innocenza nell'eccidio che provocò 85 morti e duecento feriti, i due ergastolani scrivevano: «Forse, Padre, lei può dirci perché dobbiamo rispondere di una colpa che non abbiamo, che ci annienta e ci spazza via come povere cose, cancellandoci dal genere umano». Tramite monsignor Paolo Sardi, vice assessore della sezione Affari generali della Segreteria di Stato, il Papa ha risposto inviando la sua benedizione e la sua preghiera. La lettera non è stata inviata direttamente ai due condannati, ma al cappellano di Rebibbia don Sandro Spriano, che da tempo segue Mambro e Fioravanti. Naturalmente non c'è alcun riferimento alla vicenda di Bologna, che per i due terroristi s'è chiusa nel novembre scorso col timbro della Cassazione sull'ergastolo, ma ieri mattina il portavoce della Santa Sede Joaquin Navarro ha voluto sottolineare «il carattere esclusivamente pastorale del messaggio del Papa: non accenna minimamente ad alcun aspetto processuale o giuridico attinente alla magistratura italiana». Come dire che non ci sono interferenze né giudizi, nemmeno sottintesi, sull'operato dei giudici. «Ho parlato con Valerio - racconta don Spriano -: è contento per il fatto che da parte del Vaticano siano state prese in considerazione le loro richieste». E Italo Mambro, fratello di Francesca, animatore del comitato «E se fossero innocenti?», commenta: «Le parole del Papa hanno dato conforto a tutti noi, ma resta la disperazione. Lancio un appello affinché chiunque sappia qualcosa di concreto su quell'orrendo crimine parli». Oltre alla lettera, i due terroristi avevano inviato al Papa due libri: le «Testimonianze di innocenza per Mambro e Fioravanti» raccolte dal comitato, e «Nel cerchio della prigione», scritto a quattro mani dalla Mambro e dalla brigatista rossa Arma Laura Braghetti. E' il racconto, quest'ultimo, di un'esperienza carceraria che don Spriano definisce così: «C'è stata una forte crescita del senso di giustizia e di responsabilità nei confronti della società e delle persone a cui hanno fatto del male. Più che di un cammino di fede si tratta di un cammino di umanità. E la lettera del Papa è un altro segnale della riconciliazione che deve vincere sui sentimenti di vendetta». [gio. bia.l Avevano scritto a Wojtyla per ribadire la loro estraneità alla strage di Bologna Papa Wojtyla A sinistra: Francesca Mambro e Giusva Fioravanti

Luoghi citati: Bologna, Roma