Il primario: un miracolo? No, solo un po' di fortuna di M. 1.

Il primario: un miracolo? No, solo un po' di fortuna Il primario: un miracolo? No, solo un po' di fortuna PADOVA. Miracolo? Macché. I miracoli sono fatti che non hanno spiegazione scientifica. Questo caso ha certo dell'eccezionale, ma non del miracoloso». E' sorpreso di tutta questa sorpresa il primario che ha salvato la donna dal cuore spezzato. Lo hanno chiamato venti giornalisti, gli hanno addirittura offerto una candidatura alle elezioni. «Perfino il ministro Guzzanti si è interessato - si stupisce Giuseppe Giuliani - chiedendomi una relazione. Adesso si svegliano tutti, per una cosa successa ai primi di febbraio». Quello che lui non vuole chiamare miracolo è comunque un evento straordinario: «Merito di tutto l'ospedale. Del pronto soccorso, della banca del sangue, dello staff dei rianimatori, di tutta l'equipe chirurgica, degli ortopedici, del cardiologo». E il quasi-miracolo? «Niente di trascendente. La signora, pur nella drammaticità dell'evento, è stata fortunata. La fortuna più grande è stato il modo nel quale si è spaccato il cuore. Lo sterno lo ha infilzato nella zona ventricolare, ma ha rotto anche il pericardio, cioè il sacco che lo contiene. Di solito, l'emorragia riempie quel sacco, paralizzando di conseguenza il cuore in due o tre minuti. In questo caso, dalla rottura del sacco, il sangue è scorso all'e¬ sterno del corpo e il cuore ha continuato a pompare. Certo, ne ha passate di tutti i colori, ma è andata a finir bene. Adesso questa signora è normale, mangia, non ricorda». Un caso che avrà pur dato qualche emozione? Il primario ha un'aria pacifica, non si scompone. A 61 anni, con 41 di professione alle spalle, ventunmila interventi, nato come aiuto della divisione di Cardiochirurgia e con il compianto professor Gallucci, l'uomo del primo trapianto in Italia, come assistente, adesso passa le sue giornate in sala operatoria. La pratica quotidiana ha insomma atrofizzato l'emozione. «Di fronte a un cuore maciullato, che potevamo fare? Abbiamo usato una tecnica estemporanea. L'abbiamo suturato: si poteva fare diversamente in quegli attimi? Certo che, alla fine, ci siamo detti: è andata bene». [m. 1.]

Persone citate: Gallucci, Giuseppe Giuliani, Guzzanti

Luoghi citati: Italia, Padova