«Le tasse? Tagliamole»

«Le tasse? Tagliamole» «Le tasse? Tagliamole» frodi: via Ilor, Iciap e quella sulla salute LA STRATEGIA DEL PROFESSORE IROMA L Professore contro la scala mobile. Il primo dirigente dell'Ulivo che abbocca alla provocazione di Bertinotti è proprio il leader: Romano Prodi. «Il ripristino della scala mobile non è una misura giusta perché la politica salariale non deve andare in modo automatico, ma essere strumento del progresso del Paese», ha spiegato al convegno dei giovani popolari. «L'abolizione era stata decisa con consapevolezza da tutti i sindacati e nessuno di essi, in questo momento, vuole ritirare fuori questo problema. Certamente, invece, si pone il problema del livello dei salari della fascia più bassa». Ma Bertinotti, almeno in questo caso, non desiste E lancia una petizione popolare per raccogliere un milione di firme. Fra comunisti che si agitano e commercianti che fischiano, la campagna elettorale di Prodi si annuncia movimentata. E il Prof ci aggiunge del suo: «Quella di An non è stata una revisione reale. Fini non ha avuto alcuna scissione, non ha perso nessuno dei suoi picchiatori e urlatori: vi assicuro che hanno ancora la voce alta». C'è un pensiero carino anche per le tv di Berlusconi: «La campagna elettorale non è equa, basta pensare che Italia 1 ha intervistato a Bologna una decina di persone che hanno dichiarato di non conoscermi. E' una cosa di uno squallore incredibile, perché a Bologna anche i gatti mi conoscono. In realtà i loro spot durano 24 ore al giorno provocando una campagna elettorale corpo a corpo». Ma al Costanzo show, dove Prodi è approdato in serata, il corpo a corpo ha assunto i ritmi di un tango sonnolento. Il conduttore, imprigionato nei legacci della par condicio, appariva piuttosto mesto nel- l'annunciare il primo di una serie di incontri fra i politici e i rappresentanti delle categorie sociali: una per ogni leader, scelta a sorte. A Prodi sono toccati i pensionati. I commercianti se li sorbirà Veltroni. Si è andati avanti per cinquanta minuti fra domande ultra-tecniche e risposte piuttosto generiche. Nonostante la bravura di Costanzo nell'al- leggerire i toni, l'esperimento è parso piuttosto noioso, anche perché i pensionati più che con Prodi preferivano discutere fra di loro, sfidandosi a colpi di leggi, regolamenti e capitolati. Il più verboso e battagliero era un certo Giovanni, «nome di battaglia Gianni». Costanzo è comunque riuscito a far confessare a Prodi di preferire D'Alema a Dini. «A cena andrei più volentieri con il segretario del pds, anche perché ci completiamo: a me piace fare la spesa, a lui cucinare». Un'affermazione involontariamente metaforica. Pur non amando Dini, Prodi ne ha di fatto difeso la politica pensionistica dalle critiche degli iiiterlocutori. «Se vinco, intendo difendere la riforma. Lo Stato sociale è la più grande conquista di questo secolo e se uno non se lo mette in testa è meglio che non faccia politica». L'ultimo ostacolo di giornata per il candidato premier con moglie paziente al seguito è il più delicato e sensibile di tutti: le tasse. Ne ha parlato in un'intervista a «Panorama», indicando quelle da abolire: «Eliminerei l'Ilor, l'Iciap, la tassa sulla salute e quelle di concessione. Ridurrei le imposte di successione, abolendole per i fondi agricoli, le botteghe artigiane e i negozi che passano di padre in figlio. E ripenserei le imposte di registro». Si è anche detto favorevole al rientro in Italia dei Savoia e di Bettino Craxi. Forse in cambio di Bertinotti? [m. g.] II leader dell'Ulivo Romano Prodi «Le frodi: II leader dell'Ulivo Romano Prodi

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