«Le priorità? Fisco e tassi»

«Le priorità? Fisco e tassi» «Le priorità? Fisco e tassi» Da lunedi si cerca la nuova squadra i programmi dell'eletto LROMA A corsa è finita. «Sia chiaro che mi impegnerò a essere il presidente di tutti» garantisce Giorgio Fossa, designato successore di Luigi Abete alla presidenza della Confindustria, assalito dai giornalisti per le prime dichiarazioni a caldo. Una frase di rito? Fossa deve saldare gli interessi delle piccole e delle grandi aziende, ma deve anche far dimenticare le polemiche della campagna elettorale. Ma cosa farà in concreto? «Rifiuto - afferma Fossa - qualsiasi etichetta di continuità o discontinuità, di vecchismo o di nuovismo». Come sarà allora la Confindustria di Fossa? «La Confindustria deve tendere a un miglioramento continuo, perchè le rivoluzioni sono già avvenute negli ultimi anni. Dobbiamo continuare a migliorare, come fa ogni azienda, cercando di essere più vicini ai tempi dell'economia e non della politica». Ma l'esito del voto non le rende diffìcile essere il presidente di tutti? «Ritengo che aver ricevuto il 70% dei consensi dalla giunta della Confindustria sia una quota sufficientemente larga per darmi tranquillità per governare la Confederazione. E' un livello superiore a quello ottenuto da altri presidenti in passato. Ricordo che ero stato eletto presidente del consiglio per la piccola industria per un solo vo- to. Due anni dopo ho ottenuto l'unanimità». Perché lo ricorda? «Credo di aver compiuto una certa esperienza sul campo. Io ci provo a ottenere la stessa unanimità che Abete ha ottenuto sulle sue proposte in questi anni. Chi vuole contarsi può farlo, come è normale che accada all'interno di un'associazione». Non le pesa la polemica con gli altri candidati? «A me la polemica non risulta. Quando gli altri due candidati si sono ritirati, io secondo la consuetudine sono uscito dalla sala della giunta. Il risultato va oltre quanto immaginassi». Era convinto di farcela? «Ho sempre pensato che se ce la facevo, benissimo. Altrimenti la mia vita non sarebbe cambiata. Sostanzialmente ho preso un impegno con il consiglio centrale della piccola industria nei primi giorni di ottobre. Mi sarei ritirato solo se me lo avesse chiesto il consiglio. Da quel giorno sono andato avanti, ho avuto dei colloqui e mi sono stati vicini la quasi totalità dei piccoli imprenditori, buona parte dei medi e una grandissima parte dei grandi». Scegliendo lei, la Confindustria riconosce il ruolo delle piccole imprese? «La scelta può anche essere intesa in questo modo. Ma abbiamo superato da tempo il divario. Il fatto che avessi l'appoggio dei più piccoli e dei più grandi dimostra che abbiamo raggiunto l'unità». E ora? «Da lunedì mi metto al lavoro per preparare il programma e individuare gli uomini che comporranno la mia squadra». Su quali punti centrerà il programma? «Penso innanzitutto ai problemi del fisco, al costo del denaro, al Mezzogiorno e all'internazionalizzazione delle imprese. C'è poi la questione della presenza italiana all'interno dell'Europa». Sarà più clemente con le banche? «Se le banche cambieranno, sarò sicuramente più clemente. Altrimenti continuerò la politica del presidente Abete che ho condiviso e, per quanto mi riguarda, ho portato avanti». Cosa pensa della campagna per le elezioni? «Mi sembra che lo scontro sia più democratico e civile rispetto al passato, il che mi fa ben sperare anche se dobbiamo ancora conoscere i programmi delle forze politiche in competizione».[r. ipp.] «Lavorerò senza etichette Il 70 per cento di consensi è più di quanto mi aspettassi»

Persone citate: Abete, Giorgio Fossa, Luigi Abete

Luoghi citati: Europa