Un «piccolo» alla guida degli industriali di Roberto Ippolito

I tre saggi hanno indicato solo il si*o nome. Moratti polemico, Fumagalli sbatte la porta I tre saggi hanno indicato solo il si*o nome. Moratti polemico, Fumagalli sbatte la porta Un «pìccolo» alla guida degli industriali Con 101 sì e un unico no Fossa designato presidente ROMA. Il grande sogno di un piccolo industriale. Giorgio Fossa, titolare di un'azienda metalmeccanica con settanta dipendenti, diventa presidente della Confmdustria. Ieri è stato designato dalla giunta dell'associazione, il 23 maggio sarà eletto dall'assemblea succedendo a Luigi Abete (il cui mandato scade e non è rinnovabile). Quarantadue anni a settembre e quindi il più giovane presidente della storia della Confindustria, Fossa ha messo d'accordo la piccola impresa (della quale guida attualmente il relativo comitato confindustriale) e la grande industria, ottenendo il 70%. Ma la sua elezione lascia uno strascico polemico. I due candidati sconfitti, Gianmarco Moratti (presidente dell'Unione petrolifera) e Aldo Fumagalli (consigliere per le riforme istituzionali) si sono ritirati all'ultimo momento, durante la riunione della giunta, contestando il metodo seguito per la designazione. Fumagalli, fra la sorpresa generale, se ne è andato addirittura sbattendo la porta e annunciando le dimissioni da tutti gli incarichi ricoperti nell'organizzazione. Il vantaggio accumulato da tempo da Fossa non appariva comunque in discussione. La giunta ha preso una decisione in linea con l'orientamento largamente diffuso nella base. Più che sorridente, lo stesso Abete (che solo ieri, nella conferenza stampa seguita alla riunione, ha confessato di aver votato per Fossa) ha commentato: «Sono molto soddisfatto, non volevo rimanere un'eccezione. Sono un medio-piccolo imprenditore e ho tentato di rappresentare tutte le imprese». Secondo Abete, ieri «ha vinto la Confindustria» che ha dimostrato la sua forza e la sua unità. Fossa ha ricevuto ieri larghi apprezzamenti, da Carlo De Benedetti a Leopoldo Pirelli, ed è noto che piace alla Fiat. Su 145 presenti, Fossa ha ottenuto 101 sì. Contro di lui c'è stato un solo voto, 30 le schede bianche, 13 le nulle. La giunta si è pronunciata solo su Fossa, fra le polemiche di Moratti e Fumagalli, qualche complicazione procedurale e molti grattacapi per i tre saggi, Luigi Lucchini, Sergio Pininfarina e Vittorio Merloni. I tre saggi sono gli ultimi ex presidenti della Confindustria che, in base allo statuto, devono raccogliere gli umori della base e proporre alla giunta «uno o più» nomi da votare per la presidenza in rapporto alle «indicazioni» ricevute. Dalle consultazioni di rito è scaturito il netto vantaggio di Fossa rispetto a Moratti e Fumagalli. Ma i saggi si sono chiesti per settimane se sarebbe stato più opportuno mettere in votazione il solo candidato con più preferenze o aprire un confronto più ampio. Lucchini propendeva per prendere atto dell'esistenza di una gara indicando più nomi. Pininfarina e Merloni suggerivano di indicare quello preferito dalla maggioranza. Mercoledì sera in una telefonata con Singapore (dove si trova Merloni per motivi di lavoro) i saggi hanno deciso di far votare solo il nome di Fossa. Ma lo stesso Fossa, per garantire la massima trasparenza, ha chiesto loro di chiedere alla giunta di pronunciarsi su tutti e tre i candidati. E così i saggi hanno fatto nella riunione della giunta ieri mattina. Moratti e Fumagalli però si sono irritati, ritirando la candidatura. Moratti ha giudicato inaccettabile che i saggi avessero prima effettuato una scelta e che poi l'abbiano cambiata su sollecitazione di un candidato. Si è anche lamentato del fatto che al solo Fossa sarebbe stato concesso di parlare con i saggi. Fumagalli ha contestato la procedura seguita, sostenendo che sarebbe stato violato lo statuto e distribuendone una copia ai presenti. Fra gli intervenuti, Pirelli ha so¬ stenuto che «non si può dire "Non ci sto" dopo aver verificato il risultato». Lo stesso Abete ha tentato di calmare gli animi, dicendosi rammaricato per le polemiche. Come ha raccontato il presidente uscente, Moratti ha accolto i suoi inviti a contribuire dall'interno della giunta per le future scelte della Confindustria. Fumagalli, finora molto legato allo stesso Abete, è rimasto invece sulle sue posizioni. Si può dire che ieri è nata una minoranza all'interno dell'associazione? Fossa dispone in partenza di una base di consensi abbastanza ampia per ricucire lo strappo. Nella prossima riunione della giunta, ad aprile, dovrà presentare fi suo programma e ci potrà essere un ulteriore chiarimento. Alcuni suoi predecessori, in passato, hanno ottenuto molto meno del 70% da lui raccolto ieri. Il confronto interno è comunque aperto e riguarda anche le regole per la designazione del presidente. Il meccanismo dei saggi (perfezionato non molto tempo fa quasi all'unanimità) potrebbe essere rivisto e Abete (che nella prossima occasione sarebbe uno dei saggi) non ha escluso una possibile riforma. Abete è apparso seccato per alcune polemiche che hanno accompagnato la campagna elettorale. E ha detto che ieri ha perso chi «aveva tentazioni qualunquistiche, chi non voleva rispettare le regole, comprese quelle di stile». Roberto Ippolito A sinistra Giorgio Fossa con Abete. Qui accanto Gianmarco Moratti

Luoghi citati: Fossa, Roma, Singapore