Achille Lauro, gelo tra Italia e Usa di Andrea Di Robilant
Achille lauro, gelo tra Italia e Usa Il dipartimento di Stato americano chiede l'intervento del ministro Agnelli Achille lauro, gelo tra Italia e Usa «Vogliamo spiegazioni sul terrorista evaso a Roma» GUERRA DIPLOMATICA IROMA L fantasma dell'Achille Lauro torna a spargere scorie velenose sui rapporti tra Roma e Washington. L'ambasciata americana ha dichiarato ieri di essere «preoccupata e nient'affatto contenta» per l'evasione dal carcere di Rebibbia mercoledì scorso di Majid Al Molqui, uno dei quattro palestinesi condannati per l'uccisione di Leon Klinghoffer nel 1985 a bordo della nave sequestrata, e il dipartimento di Stato di Washington avrebbe inviato un dispaccio urgente al ministro degli Esteri, Susanna Agnelli, chiedendole chiarimenti sull'accaduto. Al Molqui si è dileguato dopo aver usufruito di un permessopremio - il quarto da quando si trovava in carcere - per buona condotta. «Noi vorremmo capire dalle autorità italiane com'è possibile che un terrorista condannato per omicidio sia. stato lasciato andare», ha aggiunto il portavoce dell'ambasciata. Il governo italiano non ha ancora dato spiegazioni ufficiali al quesito posto dagli americani. Il ministro di Grazia e Giustizia Vincenzo Caianiello ha affidato al capo degli ispettori, Luigi Scotti, il compito di «curare personalmente» l'inchiesta sull'evasione di Al Molqui, ma da un primo esame dei fatti sembra che il terrorista abbia semplicemente sfruttato i meccanismi garantiti dalla legge italiana. Interpellata da un giornalista americano, Susanna Agnelli ha ricordato che «in base all'ordinamento penitenziario italiano, l'autorità giudiziaria, in piena autonomia, può decidere di concedere un permesso per buona condotta ad un detenuto» che abbia scontato almeno un terzo della pena. Al Molqui era stato condannato dal tribunale di Genova ad una pena di 30 anni. Scontato un terzo della pena, aveva cominciato ad usufruire di permessi, rispettando sempre i rientri. Il mese scorso gli è stato accordato un nuovo permesso di una settimana, poi prolungato di cinque giorni. E questa volta non è rientrato. Quando lo stato maggiore dell'ambasciata americana a Roma ha letto dell'evasione di Al Molqui sui giornali la settimana scorsa, ha reagito con incredulità e rabbia. Al Molqui è il terzo dei quattro terroristi condannati per il sequestro dell'Achille Lauro e per l'uccisione di Leon Klinghoffer - l'anziano turista invalido freddato con due colpi di pistola e poi fatto scivolare in mare sulla sedia a rotelle - che riesce ad evadere. Prima di lui erano spariti il ter¬ rorista «pentito» Assadi Hamad Marouf e il suo socio Bassam Al Ashker. In carcere, a Voghera, rimane solo Fataier Abdelatif. Gli americani vogliono sapere come mai è stata abbassata la guardia alla luce di questi precedenti. Proprio la settimana scorsa, Washington aveva respinto l'ennesima richiesta del governo italiano per il trasferimento in Italia di Silvia Baraldini, l'italiana condannata a 43 anni dalla giustizia americana per aver collaborato (ma senza aver commesso reati di sangue) ad un attentato terroristico a New York quasi 20 anni fa. La tesi americana è che la Baraldini verrebbe rapidamente rilasciata ima volta trasferita in Italia. E quest'ultima evasione del terrorista palestinese - dicono negli ambienti americani non fa che rafforzare l'opposizione all'estradizione della Baraldini. L'altro ieri l'ambasciatore americano Reginald Bartholomew si è recato a Palazzo Chigi per esprimere la forte preoccupazione del suo governo, anche alla luce della nuova ondata di terrorismo in Medio Oriente. Lamberto Dini lo ha informato di aver già predisposto un'inchiesta amministrativa, ma oltre a questo il presidente del Consiglio ha potuto aggiungere ben poco. Andrea di Robilant Il caso potrebbe ostacolare l'estradizione della Baraldini Leon Klinghoffer l'americano ucciso sull'Achille Lauro Silvia Baraldini detenuta negli Usa
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