De Benedetti, sospeso sequestro delle azioni

■ Torino, gli avvocati vincono un round Torino, gli avvocati vincono un round De Benedetti, sospeso seoyesfro Ielle alitili TORINO. Il pretore Francesca Bresciani ha sciolto la riserva e ieri ha depositato in cancelleria un'ordinanza di 50 pagine con la quale ha sospeso parzialmente la procedura di pignoramento delle azioni della Carlo De Benedetti fiFigli, la «cassaforte» dell'Ingegnere che controlla, direttamente e no, l'intero suo gruppo, dall'Olivetti ai giornali. Ma si è trattato ugualmente di un successo per i legali del curatore fallimentare del vecchio Banco Ambrosiano che avevano avviato il pignoramento, forti della provvisionale di 100 miliardi stabilita dal tribunale milanese contro i 33 imputati per il crack dell'istituto di credito. Il pretore non ha riconosciuto loro l'intera somma e tuttavia ha respinto l'opposizione degli avvocati di De Benedetti per l'ammontare di 71 miliardi e 817 milioni (venti dei quali a titolo di interessi maturati dal '92, data della sentenza penale di primo grado e dell'esecutività della provvisionale). Questo provvedimento sblocca la procedura di pignoramento presso la finanziaria torinese Cofito, che ha avuto in pegno da De Benedetti le azioni della sua «cassaforte». Ma a loro volta i legali dell'Ingegnere possono fermare nuovamente la procedura. Si capirà stamane, quando il procuratore speciale della Cofito, l'avvocato Vittorio Ferreri, si presenterà dal pretore Bresciani per rendere l'attesa e sinora rinviata dichiarazione di rito sul possesso dei titoli che ufficializzerebbe il debito della finanziaria verso De Benedetti. Se il professionista confermerà che Cofito ha avuto in pegno le azioni, a quel punto gli avvocati del Banco, Emanuele Balbo e Salvatore Morvillo chiederanno al pretore di mettere in vendita le azioni per entrare in possesso del loro credito di 71 miliardi. L'avvocato Ferreri potrebbe, però, non rendere la dichiarazione o rispondere al pretore che la finanziaria non ha quei titoli. Si aprirebbe, in quel caso, un nuovo scenario. La difesa dell'Ingegnere otterrebbe di deviare il contenzioso verso un procedimento eh accertamento del «debito del terzo», destinato a durare anni in parallelo con la causa di merito presso il tribunale civile torinese a seguito dell'opposizione di De Benedetti alla legittimità della procedura contro di lui. «In tale sede verranno ribadite le nostre ragioni di infondatezza totale dell'azione esecutiva subita», comunica l'avvocato dell'Ingegnere, Paolo Rocca. Replicano i legali del vecchio Banco: «Sarebbe meglio per tutti finirla qui. Anche per i riflessi di immagine che la "scomparsa" dei titoli causerebbe all'Ingegnere», lai. ga.)

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