Cacciari firma sull'Osservatore

«lai Il quotidiano della Santa Sede chiede un commento anche all'ex pei Zangheri Cacciari firmo sull'Osservatore «Dobbiamo convertirci per riuscire a sperare» LA SINISTRA IN VATICANO CCITTA' DEL VATICANO I sono anche le firme di Renato Zangheri (già membro della direzione pei e già sindaco di Bologna) e di Massimo Cacciari (il filosofo eletto sindaco di Venezia con una lista progressista), tra quelle degli undici esponenti della cultura interpellati dall'Osservatore Romano sul tema «Perché sperare oggi?». Gli altri uomini di cultura che hanno scritto per il giornale della Santa Sede sul significato della speranza nel mondo di oggi sono Giuseppe Bonaviri, Nicola Cabibbo, Mario D'Erme, Tommaso Federici, Paolo Miccoli, Armando Rigobello, Giorgio Rumi, Giorgio Tecce e Daniele Veneruso. E' la prima volta che il giornale Vaticano pubblica un così ampio ventaglio di opinioni culturali su un tema specifico, anche se in passato la testata ha più volte ospitato interventi di personalità di area non cattolica. «Non si poteva fare altrimenti: su un tema come quello della speranza era necessario confrontarsi con altre culture», sostengono all'Osservatore, puntualizzando però che questa iniziativa non deve essere interpretata in alcun modo in chiave politica. «Non possiamo non dirci fiduciosi perché la speranza è un istinto di vita, è la forza della selezione che fa scegliere sempre nuove vie», afferma nel suo intervento Giorgio Tecce, rettore della Sapienza di Roma. L'ex sindaco comunista di Bologna, Renato Zangheri, osserva nel suo articolo: «So che l'Onu va riformata, che un nuovo ordine mondiale è necessario quanto lontano, che non basta, anche se è indispensabile, l'azione dei governi, che gli appelli quando cadono nel vuoto deludono le attese». «Da dove cominciare? scrive ancora Zangheri - E' facile rispondere: dall'alto e dal basso, dalle massime autorità e dalla coscienza di ognuno. Possono essere solo parole. Lo sono state. Che diventino fatti diretti in qualche modo a un obiettivo concreto: è questo per me il pegno della speranza». Il filosofo e sindaco progressista di Venezia, Massimo Cacciari, così riflette nel suo commento: «Il termine speranza deve convertirsi nell'operazione del ri-cordare (rimettere al centro del cuore), per dispiegarsi in un ricercare in noi, direi quasi in un riportare in noi quello che era il processo, il progredire, l'infuturarsi. Il nostro futuro non è lì, non è davanti, non è prima: è in noi». [r. int.] L'ex sindaco di Bologna «Fatti, non parole» Massimo Cacciari, sindaco di Venezia

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