Una copertina a luci rosse per la festa delle donne

Una copertina a luci rosse per la festa delle donne L'Italia settimanale sceglie slogan provocatorio Una copertina a luci rosse per la festa delle donne «Gli italiani non sono più gli stessi. Non scrivono più sui muri "Viva la f..."». Riprendendo la storica battuta di Leo Longanesi, e forse ammiccando alla classifica delle cento cose per cui vale la pena vivere di «Cuore», il settimanale di destra «L'Italia», in occasione dell'8 marzo, si interroga sul declino della femminilità nella sua accezione più sensuale e carnale. E gioca arditamente sul confine tra provocazione e autoironia, esplorando il terreno minato in cui convivono destra politica e maschilismo. «Sono una femminista, non sono una donna», scrive Massimo Consoli, fondatore del Movimento Gay Italiano, ricordando le battaglie per la liberazione sessuale. Mentre Franco Cuomo si interroga su «Donna Giovanni», eterna seduttrice cui non ha giovato «l'essere passata dal ruolo passivo a quello attivo della conquista». Proprio di seduzione disserta Claudio Martelli, per cui questa «non è un'arte, un artificio, ma una fondamentale manifestazione di vita. Ancor più cieco è ridurre la seduzione a una questione morale: la sua essenza è nella mutevolezza. Se-ducere, portar seco, condurre ai propri scopi». E, mentre il giovane direttore dell'«Italia» Pietrangelo Buttafuoco cerca di se-durre i lettori, Adriana Poli Bortone ricorda che già nel 1981 la destra disse «no» all'8 marzo. Lei, in quanto responsabile femminile del msi, fece fare manifesti con lo slogan «Meno mimose, più fatti». Più fatti di così... [r. i.j

Persone citate: Adriana Poli Bortone, Claudio Martelli, Franco Cuomo, Leo Longanesi, Massimo Consoli, Pietrangelo Buttafuoco

Luoghi citati: Italia