Ieri incontro a Londra con la Sarandon che nei panni di Suor Helen è protagonista di «Condannato a morte» il nuovo film girato da Tim Robbins e ispirato a un tema di grande attualità
Ieri incontro a Londra con la Sarandon che nei panni di Suor Helen è protagonista di «Condannato a morte» il nuovo film girato da Tim Robbins e ispirato a un tema di grande attualità LONDRA DAL NOSTRO INVIATO Proprio come Helen Prejean, la tormentata suora al centro della storia di «Condannato a morte», Susan Sarandon non porta un filo di trucco. I capelli corti rossi incorniciano il volto irregolare da quarantanovenne impavida, esente da peccati di lifting e silicone; mentre il corpo sottile con il seno generoso è stretto dentro un completo pantaloni di lana nera dall'aria dimessa, portato con scarpe basse e calzettoni colorati. Il simbolo cinematografico della donna sexy e insieme «pensante», l'attrice dei tanti ruoli ad alta tensione erotica, la diva militante che ha sposato un uomo, il regista e attore Tim Robbins, più giovane di 12 anni, si presenta subito come è: diretta, sincera, appassionatamente convinta delle sue idee. E l'idea di cui parla, partendo dall'esperienza di «Condanato a morte», il film diretto da Tim Robbins per cui è candidata all'Oscar, le sta particolarmente a cuore: «In Usa - spiega - il problema della pena di morte è molto sentito: il 70 per cento della popolazione si dichiara a favore perché così si sente più sicura. E poi la vendetta è un sentimento immediato e, in un certo senso, comprensibile. Perciò credo che negli Stati Uniti arrivare alla cancellazione della pena di morte sia molto difficile; anche i politici che dovrebbero spingere in questo senso in genere non sono molto interessati ai problemi morali e non mettono mai questo argomento al centro dei loro prò grammi governativi». Proprio per questo l'esperienza di Suor Helen, e il libro e il film che ne sono nati, sono tanto importanti: «La sua voce - dice la Sarandon - doveva essere ascoltata e, anzi, è accaduto molto più di quello che ci aspettavamo: il libro è un bestseller e il tema del film è al centro di innumerevoli discussioni». Interpretato da Sean Penn (il condannato Mathew Poncelet che entra in contatto epistolare con la suora e poi chiede di poterla incontrare), accompagnato da bellissime musiche di Bruce Springsteen, Johnny Cash, Lyle Lovett, Tom Waits e tanti altri, «Condannato a morte» (che in Italia esce alla fine del mese) ha ovviamente spinto la protagonista a riconsiderare il suo rapporto con la religione: «Sono stata educata in un collegio cattolico, ma fin da quando ero piccola sentivo che molte cose non mi convincevano. Le suore sostenevano che forse in me c'era un "surplus" di peccato originale. Io sono andata avanti seguendo i miei dubbi e quando ho capito che molte mie intuizioni erano giuste, per esempio quella secondo cui la religione cattolica è fortemente misogina, ho deciso di abbandonare tutto. Oggi mi considero una persona molto spirituale, che però non intende la fede nel modo tradizionale, cioè come una spinta a seguire qualcosa ciecamente. Quello che mi ha colpito di Suor Helen è proprio questo aspetto: il vedere la fede come un lavoro molto duro da compiere ogni giorno, come una coscienza che va sempre rinnovata e ravvivata. Lei, Helen, sa riconoscere la presenza del divino in qualunque individuo, a patto che sia capace di prendere tra le mani la responsabilità della propria vita». Madre di tre figli, uno avuto dal regista Franco Amurri, gli altri due da Tim Robbins, la Sarandon ha sempre rivendicato il diritto, in genere difficilmen- te rispettato, di essere insieme una madre affettuosa e una donna sensuale, una maliarda e una «mammona» all'italiana che in ogni intervista ricorda quanto le pesi star lontana dai figli durante la lavorazione di suoi film. «Qualcuno mi ha chiesto se mi considero sexy alla mia età e con tre figli - dice -, ma non sono certo stata io a domandare se la platea e gli uomini mi giudicano ancora sensuale. La sensualità per me consiste nel dire "sì" alla vita». Clintoniana convinta, impegnata da sempre nelle battaglie civili, Susan Sarandon dice che fino alla prossima estate non girerà nuovi film. Tra i molti progetti che sta valutando ce n'è uno da realizzare con Julia Roberts: «Un dramma - annuncia - non privo di alcuni ele¬ menti di divertimento». Ma più di ogni altra cosa, dopo essere stata Suor Helen, sempre infagottata in giacche troppo ampie e gonne molto sotto il ginocchio, Susan Sarandon ha voglia di un film-commedia: «Una storia in cui poter fare largo uso di mascara, rossetto, tacchi a spillo». Ma le sorprese di Susan la rossa non finiscono qui: a chi le chiede quale sia il film che ama di più tra quelli che ha interpretato non risponde, come tutti si aspettano, «Thelma &■ Louise». Certo, i film sono come figli ed è difficile scegliere, ma lei una preferenza ce l'ha, è «Bull Durham». Non solo perché quella storia «rivalutava finalmente senza complessi di colpa le quotazioni del sesso» e non solo perché l'ha molto arricchita «dal punto di vista professionale». Il fatto è, confessa la Sarandon con un sorriso, che «quel film mi ha dato l'occasione di conoscere mio marito». Fulvia Caprara Ieri incontro a Londra con la Sarandon che nei panni di Suor Helen è protagonista di «Condannato a morte» il nuovo film girato da Tim Robbins e ispirato a un tema di grande attualità «Mi considerano sexy, ma ho tre figli La mia sensualità sta nell'accettar la vita» a Sarandon Suor Helen to a morte» im Robbins de attualità onsiderano ho tre figli nsualità sta ettar la vita» n «Thelma & Louise» ondannato a morte» «Il poteDal path«Recito pSotto: Sharon Stone rivale della Susan Sarandon per la corsa agli Oscar , di ieme fettuosa ensuale, da e una all'italiana ntervista ricorda i star lontana dai la lavorazione di Qualcuno mi ha considero sexy alon tre figli - dice -, certo stata io a doa platea e gli uoicano ancora senlià largo uso di mascara, rossetto, hi illperché quella storia «rivaluta fil li La Sarandon in «Thelma & Louise» e a destra in «Condannato a morte» Sotto: Sharon Stone rivale della Susan Sarandon per la corsa agli Oscar ltdclc
Luoghi citati: Italia, Londra, Stati Uniti, Usa
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