D'Alema: via la falce e il martello

«Ma soltanto dopo le elezioni» Il leader del pds: la rosa socialista europea sarà l'emblema del nuovo partito socialdemocratico D'Alenici: via la falce e il martello «Ma soltanto dopo le elezioni» ROMA. Gli eredi del pei cambiano nome e simbolo per la seconda volta nel giro di pochi anni? La notizia è certa, visto che a darla è lo stesso segretario del pds Massimo D'Alema, in una lettera ai leader dei cristiano-sociali Pierre Camiti e Ermanno Gorrieri. Ma l'operazione scatterà solo dopo le elezioni, per il timore che la novità, adesso, possa far perdere voti. E' lo stesso timore che ha indotto Botteghe oscure a fare marcia indietro sull'innovazione di non poco conto che era allo studio già per questa tenzone elettorale. E cioè quella di sopprimere il vecchio simbolo del partito comunista italiano che campeggia ancora ai piedi della Quercia. L'idea era quella di sostituirlo con la rosa dei socialisti europei. La scelta di archiviare la falce e martello prima delle elezioni rispondeva a due precise esigenze. La prima nasceva dalla ritrosia di laboristi, psdi e cristiano sociali, che al proporzionale andranno con il pds, di presentarsi sotto il simbolo del pei. La seconda era quella di preparare i militanti, in modo graduale, a questa ennesima svolta, fortemente voluta da D'Alema che ha in mente di creare, nella prossima legislatura un grande partito socialdemocratico. In questo caso, naturalmente, anche la scritta partito comunista italiano, sotto la falce e martello, sarebbe scomparsa e al suo posto sarebbe andata la dicitura «socialisti europei». Prudenza, timori e un pizzico di conservatorismo hanno spinto il pds a frenare. L'innovazione, che era già parziale, è stata affossata. E alla fine Botteghe oscure se la caverà aggiungendo la scritta «Sinistra europea» all'attuale simbolo della Quercia, sotto cui resterà quindi la falce e martello. «Vi giuro che questa è l'ultima volta, dalla prossima cambiamo tutto perché ci sarà veramente una nuova formazione politica della sinistra», ha promesso l'altro ieri sera Massimo D'Alema a Camiti e Spini. Ed è sempre D'Alema a spiegare ufficialmente il perché di questa marcia indietro: «L'estrema vicinanza delle elezioni - sottolinea - ci consiglia di proporre un simbolo che non risulti ignoto e sconosciuto agli elettori del pds e sia al tempo stesso arricchì to di elementi grafici che diano visibilità alle altre componenti dell'aggregazione. Questo per non disperdere voti e, al tempo stesso, rendere chiaro il progetto nuovo che si avvia». «Progetto nuovo», quello della «svolta-bis» con il mutamento radicale di nome e simbolo, che il leader della Quercia cova da tempo. E' stato infatti al congresso straordinario dell'Eur, nel luglio scorso, che D'Alema annunciò ufficialmente di voler dar vita ad una nuova formazione della sinistra. Un parti¬ to, si diceva, socialdemocratico, la cui nascita, però, il leader della Quercia sta preparando assai più gradualmente di quanto fece il suo predecessore Achille Occhetto con il pds. Nessuno strappo sullo «stile Bolognina», dunque, semmai una «rivoluzione» al rallentatore, ventilata otto mesi fa e annunciata alla vigilia delle elezioni e ancora lungi dall'essere portata a termine. Ma un epilogo vi sarà, se non altro perché il capo di Botteghe Oscure vuole togliersi definitivamente quell'etichetta di «comunista» che gli avversari (interni ed esterni) gli hanno appiccicato addosso: «Subito dopo il 21 aprile - assicura D'Alema si avvierà una fase congressuale in vista di una nuova formazione politica». Nel neopartito dovrebbero entrare settori cattolici, superstiti di psi e psdi, retini ed ex rifondatori. Ma l'impresa appare tutt'altro che facile. Per quanto di dimensioni ridotte, infatti, queste formazioni politiche danno del filo da torcere a Botteghe Oscure, forti del fatto che loro rappresentano comunque il salvacondotto di cui i pidiessini hanno bisogno per scrollarsi di dosso l'immagine di ex comunisti. Di qui tutte le richieste avanzate sui collegi e l'impuntatura che l'altro ieri sera ha bloccato le trattative sulle candidature della sinistra dell'Ulivo. Maria Teresa Meli La Maglie con Pannella Gawronski con il Polo Forse con la destra la mamma di Ferrara e sia al tempo stesso arricchì to di elementi grafici che diano visibilità alle altre componenti dell'aggregazione. Questo per non disperdere togliersi definitivamente quell'etichetta di «comunista» che gli avversari (interni ed esterni) gli hanno appiccicato addosso: «Subito dopo il 21 aprile - assicura D'Alema si avvierà una fase congressuale in vista di una nuova qchieste avanzate sui col'impuntatura che l'altsera ha bloccato le trasulle candidature dellstra dell'Ulivo. Maria Teresa Meli La Maglie con PanGawronski con il PForse con la destrla mamma di Ferra il segretario pds Massimo D'Alema. A sinistra. Pierre Carniit, leader dei cristianosociali. Sotto, Vittorio Cecchi Gori: correrà per il Senato a Firenze con i popolari

Luoghi citati: Ferrara, Firenze, Roma