Tele ROMANZO la grande abbuffata

Dopo l'exploit de «Il maresciallo Rocca» è in arrivo un'overdose di sceneggiati: 165 ore per la Rai Dopo l'exploit de «Il maresciallo Rocca» è in arrivo un'overdose di sceneggiati: 165 ore per la Rai ROMANZO la grande abbuffata ROMA. La carica della «fiction» è alle porte: dopo l'overdose di varietà con relative polemiche, ecco profilarsi all'orizzonte televisivo un bastimento carico di sceneggiati, film-tv, miniserie. Nel segno del «Maresciallo Rocca» e del suo stupefacente successo, saranno mobilitati in questi mesi esperti del settore sia Fininvest sia Rai e, compatibilmente con i tempi di realizzazione dei vari progetti, assisteremo, nella prossima stagione, al gran ritorno delle storie formato video. Insieme con l'inevitabile seguito del fenomeno Rocca, si riverseranno sugli spettatori ore e ore di nuovi «tele-romanzi»: avventure e vicende quotidiane, commissari e signore battagliere, bambini e criminali. Le cifre parlano chiaro: la Rai ha intenzione di produrre 165 ore di fiction con un investimento pari a 239 miliardi; la Fininvest ha in cantiere 100 ore per un costo di 80-100 miliardi. E gli sforzi, a differenza del passato, sono concentrati sul prodotto nazionale: nella scorsa stagione il servizio pubblico aveva destinato il 35% degli investimenti al «made in Italy» e il 62% agli acquisti. Qest'anno la rotta è cambiata. Perciò vedremo più storie di casa nostra e meno roba d'importazione, molta fiction che parla della realtà, ma anche, su Raiuno, il nuovo capitolo della Bibbia e, su Canale 5, l'atteso ritorno di Sandokan. «Il pubblico - dice Sandro Boichi, autore di sceneggiati tanto famosi da essere entrati nella storia della nostra tv - ha bisogno di riconoscibilità: vuole rivedere sul teleschermo i personaggi con cui ha a che fare ogni giorno. Il successo del Maresciallo Rocca si spiega anche così. Dopo annate a base di solo varietà, il desiderio è esploso, si vede che la gente ha voglia di carabinieri, pretori, magistrati, storie quotidiane, in cui magari il numero dei morti sia limitato». Regista dei «Promessi sposi», «I fratelli Karamazov» e «Il mulino del Po» Sandro Bolchi, «un vecchio senatore del genere» come lui stesso si definisce, spiega come e perché, a suo parere, è tramontata per sempre l'epoca degli sceneggiati tratti dai grandi classici della letteratura. «Oggi il pubblico - spiega - vuole specchiarsi nella televisione. Per questo i responsabili della produzione dei film-tv provano orrore al solo sentir nominare titoli famosi: pensano, forse con ra¬ gione, che le opere dei grandi autori non otterrebbero alcun ascolto». Bolchi parla anche di «Donna», la miniserie di Raiuno con protagonista Ottavia Piccolo la cui prima puntata, domenica, è stata seguita da 6 milioni 171 mila spettatori. Un ascolto di tutto rispetto ben lontano, però, dalle vette raggiunte da Gigi Proietti con il suo Maresciallo. «E' un prodotto confezionato con garbo - dice Bolchi -, una "storiona" con personaggi che parlano molto, anche troppo per un pubblico che sembra preferire le storie piccole piccole. Forse perché i grandi sentimenti l'anno paura». In una televisione «priva di qualità, nel complesso piuttosto banalotta», Bolchi ha da tempo deciso di non prestare piti la sua opera: «Mi considero fuori dal gioco, quello degli sceneggia- ti è un periodo chiuso. Da quando ho girato "La coscienza di Zeno" il mio desiderio si è spento eh colpo, è come se fossi diventato impotente. So che andare da un funzionario della tv a proporre cose che mi piacciono, magari in costume, provocherebbe solo sorrisi gentili e attenzione di circostanza». Alla fine dell'epoca dei classici formato tv, è seguita l'invasione degli sceneggiati sul tema del quotidiano. L'ultimo esempio lo offre Canale 5 che, da venerdì, manda in onda il nuovo film-tv «Caro maestro» con Marco Columbro nei panni di un ex autista di autobus divenuto maestro elementare. Il fatto che il protagonista sia un uomo rappresenta, stando ai risultati dell'ultima ricerca sullo stato della fiction italiana curata da Milly Buonanno, un'inversione di tendenza. Secondo l'indagine, infatti, la produzione con il marchio Fininvest sarebbe caratterizzata da personaggi femminili («Desideria», «Rossella», «Fantaghirò», «La ciociara»), mentre quella Rai prevalentemente da protagonisti maschili («Giuseppe», «Abramo», «Felipe»), Della crescente voglia di fiction parla anche l'ultimo Rapporto Censis sulla tv in Italia: «La fiction assolve oggi al ruolo che un tempo era del mito, suggerisce cioè alla comunità un senso che sia spendibile anche oltre la quotidianità, che sia in grado di rispondere alle domande più serie e importanti, alle questioni fondanti che la cronaca, come la vita di ogni giorno, sollevano continuamente». Fulvia Caprara mmm ■Mi Mi Si cambia rotta: più storie italiane e poi «Sandokan II» A sinistra Ottavia Piccolo in «Donna» qui sopra Stefania Sandrelli in una scena di «Il maresciallo Rocca», a destra Sandro Bolchi uno dei padn dello sceneggiato italiano Sandro Bolchi: «Il pubblico vuole personaggi reali, di tutti i giorni»

Luoghi citati: Italia, Roma