Non decolla il centro di Lamberto di Fabio Martini

Non decolla il centro di Lambert Non decolla il centro di Lambert Ulivo, 16gruppi si contendono i collegi LO SCONTRO SULLE LISTE EI corridoi del residence Ripetta Bruno Oliverio, da decenni il «paparazzo ufficiale» dei notabili de, si avvicina a Gerardo Bianco e invita il segretario del ppi a l'arsi immortalare sotto tuia fotografia di Lamberto Dini: «Segretario una bella firma qui...». Ma Bianco, personaggio di squisita cortesia, stavolta non ci sta: «Non se ne parla!». E tira dritto. Uno scatto di dignità, ma anche il sintomo che qualcosa non va dalle parti del listone di Centro. Doveva essere il «D-day», la giornata del grande abbraccio tra Dini, Bianco e Maccanico, tutti insieme appassionatamente nella stessa lista, sotto lo stesso simbolo, e invece al tramonto di una giornata di contatti subacquei il big bang non c'è stato. Ieri sera Bianco è andato a far visita al presidente del Consiglio, ma alla fine non è spuntata la fumata bianca. Nella spartizione dei collegi, i popolari chiedono di pesare come se valessero il 7% e chiedono che dentro il nuovo simbolo unitario sia presente il gonfalone con la scritta «popolari». Dini per ora nicchia, oggi vedrà Maccanico e mentre il tridente di centro tarda a decollare, parallelamente vanno avanti le trattative sui collegi: da una parte il pds, dall'altra il Centro, sebbene non sia ancora unito sotto una stessa sigla. Va avanti la trattativa e cresce la tensione tra i «mastini» mandati da D'Alema, Dini, Prodi e Bianco. Anche perché alla resa dei conti si è scoperto che tra partiti, partitini, sedicenti partiti, ci sono da accontentare ben sedici organizzazioni che si richiamano al centro-sinistra. I 475 collegi a disposizione per la Camera andranno infatti divisi oltreché tra i partiti in qualche modo strutturati (pds, rifondazione, ppi, verdi, patto Segni) anche tra 11 miiii-gruppi: gli amici di Prodi, gli amici di Dini, i socialisti del Si, i comunisti unitari, i laboristi, la rete, i cristiano-sociali, i socialdemocratici di Schietroma, i liberali di Zanone, i repubblicani di La Malfa, Ad di Bordon. Ben 16 sigle da accontentare e ogni gruppo aspira ad un ipotetico numero di collegi «sicuri» e così ieri notte nella trattativa tra gli emissari dei vari partiti il pds ha cambiato tattica. Nella prima riunione era stato stabilito che dei 240 collegi ultrasicuri il 60% andasse a pds e Rifondazione, il restante 40% ai centristi. Ma ieri Zani e Burlando, per conto di D'Alema, hanno detto che «la ripartizione 60-40 va bene, ma la dobbiamo estendere anche ai collegi di confine, la trattativa va fatta su 300 collegi e non su 240». Che è un modo per dire ai centristi: «Nei collegi incerti, chi può correre meglio di voi moderati?». Si profila una trattativa col coltello in bocca e alla fine una spartizione di questo tipo: 185-190 collegi sicuri e di «confine» alla sinistra, 115-120 al centro di Dini-Maccanico-Bianco. E intanto a Botteghe Oscure è a buon punto la realizzazione del cartello degli amici del pds. Inglo¬ bando nelle sue Uste i comunisti unitari di Crucianelh e Magri, i laboristi di Spini, i cristiano-sociali di Camiti e i socialdemocratici di Schietroma, il pds riproporrà il tradizionale simbolo della Quercia con una correzione (la scritta «Sinistra europea») e una confenna: resta il simbolino del pei con la falce e martello. D'Alema, poi, ha ri- badito ieri che il candidato premier del contro-sinistra «è Prodi e Dini lo sa benissimo». E la formazione delle liste fa penare anche il Polo. Dopo aver presentato domenica la lista Pannella-Sgarbi, il leader radicale si è fatto vedere a Montecitorio per spiegare che l'accordo col Polo e ancora in alto mare. E senza tante ipocrisie ha detto chiaro e tondo che lui e Sgarbi vogliono «un numero di candidati pari a ecd-edu». E così grazie alla trovata di allearsi con Sgarbi - l'approssimarsi dello elezioni ha sempre l'effetto di aguzzare l'ingegno di Palmella - il vecchio leone radicale punta addirittura a decuplicare la sua presenza parlamentare. Se gli venis¬ sero assegnati i collegi che chiede, potrebbe puntare ad una pattuglia di 35-45 deputati. E ieri in Transatlantico Pannella seminava il panico tra i deputati del Polo. Al forzuta Pietro Di Muccio, Palmella ha detto: «Se salta l'accordo con Berlusconi, ci presentiamo ovunque e vi l'acciaino perdere ovunque!». E la tensione Berlusconi- Pannella veniva raccontata così dalla solitamente compassata «velina» di Vittorio Orefice: «Berlusconi vorrebbe, ma non può dare più di tanto perché se Pannella e Sgarbi fossero determinanti nel nuovo Parlamento, per il Polo sarebbero cavoli acidi». Fabio Martini Il probabile scenario Alla sinistra 190 seggi sicuri Al centro 120 Per rientrare nel Polo Sgarbi e Pannella chiedono la «parità» con ecd e edu A sinistra: leader ppi Gerardo Bianco A destra: Antonio Maccanico