Balbo: Giannini, mi spiace per te
Balbo; Giannini, mi spiace per te Temperatura polare per i giallorossi che affrontano lo Slavia a Praga Balbo; Giannini, mi spiace per te E lui replica: non tirerò mai più calci di rigore PRAGA DAL NOSTRO INVIATO Temperatura sotto zero, neve gelata, Praga promette alla Roma un martedì difficile. Respinte al mittente le «spie» giallorosse, segretissimi gli allenamenti cecoslovacchi. L'allenatore Cipro vuol mettere in difficoltà Mazzone. Intanto prova ad innervosirlo: «Carletto? Ma che cosa vuole, quello?». Mazzone annuncia che non approfitterà della sentenza Bosman per schierare «l'italiano» Balbo insieme con i tre stranieri. «Lo poteva pensare solo una persone in malafede. Ci sono le regole e io le rispetto. So che Cipro ha parlato con Zeman: questo può essere un fatto positivo». E' in tensione il tecnico giallorosso. Il suo futuro è affidato alla vittoria in Coppa. E, anche se dice di non essere superstizioso, Mazzone sa che il problema della Roma è togliersi di dosso la fama di squadra senza fortuna, anzi proprio «jellata». L'alfiere, quello che proprio vive con la nuvoletta nera sul capo è indubbiamente Giannini. Il rigore sbagliato a Parma, ultima goccia di un'annata nera. «Meglio che sia toccato a me - dice il «principe» -, io nel fuoco ci vivo. Ho voluto tirare, un atto di istinto più che di coraggio. Mazzone non c'entra, neanche ho guardato la panchina. Di Biagio mi ha chiesto se me la sentivo, ho troncato i dubbi con un "certo". Se non ci sono Balbo e Fonseca i rigori li tiro io. Bucci ha fatto una finta a sinistra, io ormai avevo deciso di tirare a destra. E lui ci è arrivato. La mia fama di rigorista, immeritata, viene dai tre penalty nella partita con il Torino in Coppa Italia. Tre tiri, tre gol a Marchegiani. Ma da adesso basta con i rigori». A Giannini fa coraggio Balbo: «Dispiace che sia capitato a lui. E' un bravo ragazzo, gli vogliamo bene. Domani sera sarà dura, mai l'Uefa ha presentato un lotto così difficile in queste fasi. Spero di essere in campo. Sono pronto però a far posto a chi può stare meglio di me. Ma ai tifosi dò appuntamento in finale. Non ricordo una Roma così concentrata, sentiamo l'importanza di questa Coppa, io in particolare voglio vincere qualcosa. Non sono presuntuoso, tutti vogliono svolgere al meglio il loro lavoro: per me il meglio è vincere». L'italo-argentino è tipo assai serio. E permaloso. Non ha ancora digerito la sgridata di Mazzone dopo la partita vinta con il Torino. «Hanno giocato solo in quattro», disse il tecnico. E tra i «buoni» Balbo non c'era. Il centravanti ancora ringhia: «Non commento. Io vivo da professionista, in campo cerco di dare il massimo. Sono il miglior giudice di me stesso. Il resto non conta». Piero Serantoni
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