Parolaio di Pierluigi BattistaMario Pirani

Parolaio Parolaio Luigi Pintor L« ATTIMINO FUGGENTE. E' ufficiale: tra le innumerevoli colpe di Silvio Berlusconi c'è anche quella di aver imposto agli italiani, con perfida determinazione e sapiente strategia corruttrice, l'uso smodato dell'espressione «un attimino», da «un attimino di pazienza» a «vorrei un attimino ripensarci». Il critico Filippo La Porta, sull'Unità, non spiega le oscure finalità, certamente riprovevoli e degne di censura, che avrebbero indotto Berlusconi a adulterare così la limpida freschezza della nostra lingua, un tempo impreziosita dall'uso ossessivamente ripetuto del democratico «cioè» e del centrista «nella misura in cui». Afferma però che «l'intercalare ha £gg| cominciato a diffondersi negli ultimi anni con l'esplosiva affermazione di Forza Italia». E non si tratta nemmeno, a giudizio di La Porta, di una banale coincidenza temporale ma del fatto che «quell'espressione incarna la "filosofia" della nuova forza politica». Effettivamente, a conforto dell'originale e perspicua osservazione di La Porta, pare (ma non è una notizia confermata) che i responsabili del programma del partito berlusconiano stiano correggendo i punti principali del progetto: «Un attimino un milione di posti di lavoro», «un attimino di riduzione delle tasse», «un attimino di presidenzialismo». Pare. GIORNO PRIMA. Avvenire riferisce delle recenti, sacrosante lamentazioni di Umberto Eco sul fatto che «pagine e inserti culturali puntino sempre più sull'esclusiva, vera e presunta, e trascurino del tutto la riflessione sulle novità culturali». Avvenire tuttavia aggiunge un'osservazione molto cattiva a proposito di Eco, accusato di non aver sollevato la questione durante il martellante battage pubblicitario che solitamente accompagna l'uscita dei suoi libri: «Ha ragione da vendere Eco, ma resta il problema che, se non ci fossero state interviste a pioggia, la sua Isola del giorno prima avrebbe dovuto aspettare mesi prima che si trovasse un recensore disposto ad arrivare in fondo al librone». 0 no? EFFETTO SERRA. La furia contro la sinistra qualche volta fa prendere degli abbagli. Scrivendo del libro di Paolo Mu- Mario Pirani I pren I vene rialdi sulla Stampa italiana pubblicata da Laterza, Massimiliano Lussana nota che «l'antiberlusconismo spinto» dell'autore spiegherebbe «qualche refuso» a cominciare dallo «sdoppiamento» di Michele Serra, presentato nell'indice dei nomi, secondo il recensore del Giornale, come «direttore dell'Europeo negli Anni Cinquanta e di Cuore negli Anni Ottanta». «Serra è stato ed è tuttora un enfant prodige, ma vederlo direttore già nel 1954 è davvero troppo». Vero. Peccato che il Serra cui si riferiva Murialdi parlando dell'Europeo degli Anni Cinquanta non sia lo stesso Serra del Cuore degli Anni Ottanta. Si tratta soltanto di un'omonimia, non di un refuso o di una sovrapposizione. La sinistra è innocente, e pure «l'antiberlusconismo spinto». I DUELLANTI. Continua, implacabile, il duello: duello di punzecchiature e di cattiverie tra Mario Pirani e Luigi Pintor. Riassunto delle puntate precedenti: scri vendo di Pintor, Pirani su Repubblica deplora l'estremismo senile dell'ex direttore del Manifesto; Pintor replica definendo Pirani «il mio coetaneo». Passa un po' di tempo e tra i due commentatori non si registrano altre scaramucce. Finché la scorsa settimana, a freddo, Pintor si chiede se «Mario Pirani userà le sue forze residue» per so..cenere una certa tesi. «Forze residue»? DANNO I NUMERI. «La veridicità dei sondaggi è controversa. Se infedeli nuocciono gravemente alla formazione di un'opinione corretta», recita il tormentone del Foglio di Giuliano Ferrara. Qualcuno dovrebbe spiegare, però, la sensatezza stessa dei sondaggi, ancorché presentati con la patente della «veridicità». Su Repubblica, per esempio, si legge che il 51,7 per cento degli italiani opterebbe per lo schieramento di centrosini- stra e il 48,3 per quello di centrodestra. L'aritmetica vorrebbe che, con questi numeri, la percentuale degli «incerti» sia pari a zero (51,7 più 48,3 uguale 100). E invece l'ineffabile istituto di sondaggi ci informa che «non sa» chi votare il 19,4 per cento del campione sondato. Urge spiegazione dell'imbroglio. Oppure un pallottoliere nuovo di zecca. Pierluigi Battista staj £gg| fsnèpbsICpddtvrLRl Luigi Pintor Mario Pirani