Di tassi e disavanzo si riparlerà a maggio

La Con/industria cerca un capo, l'Eni un nuovo consiglio OLTRE LA LIRA Di tassi e disavanzo si riparlerà a maggio INI è stato ed è presidente del Consiglio in quanto accreditato di neutralità politica e, come tale, chiamato a governare il Paese fino a quando le forze politiche, divise in modo chiaro n trasparente in una maggioranza e in una opposizione, non fossero state in grado di tornare ad assumere questa responsabilità. Il suo compito, quindi, era quello di provvedere ad assicurare la funzioni? di governo limitatamente a ben precisi campi ricordate i quattro punti del suo programma? - e con decisioni che fossero il più possibile politicamente neutre. E questo Dini e il suo governo hanno sostanzialmente fatto. L'hanno fatto in primo luogo assicurando la guida della finanza pubblica lungo il percorso di risanamento avviato fin dal 1992. Secondo una opinione abbastanza diffusa, anche se probabilmente non maggioritaria, questa guida è stata alquanto blanda, in particolare con una riforma delle pensioni che molti auspicavano più incisiva. Fatto sta che, un po' con li; misure di sua iniziativa, un po' per i buoni rapporti che ha saputo tessere con le organizzazioni sindacali, e un po' anche con quel pizzico di fortuna che non guasta mai, i risultati di questo ultimo anno sono stati positivi oltre ogni ragionevoli; previsione. Al punto che oggi l'Italia è l'unico Paese d'Europa nel quale il ritmo della crescita economica si mantiene apprezzabile e i conti pubblici continuano a migliorare. Il compito di questo governo, però, è tutt'altro che terminato. Ha la responsabilità di governare almeno fino alla seconda metà di maggio, quando un nuovo governo potrà mettersi al lavoro, sempre che le elezioni riescano a generare una maggioranza abbastanza qualificata da poterne esprimere uno. Sono pochi mesi, ma determinanti. Costituiscono una «finestra» di opportunità che le circostanze potrebbero lasciare aperta per poco tempo. L'opportunità - per altro individuata ormai dalla maggior parto dei centri di analisi economica e finanziaria, compresa Bankitalia - è quella di investire un aggiustamento relativamente contenuto - una manovrina - con la prospettiva di ottenerne un risultato molto più che proporzionale. Mentre altri Paesi hanno un disavanzo complessivamente più contenuto, ma dovuto al bilancio primario e, perciò, sanabile con interventi che incidono sul ruolo e sulla funzione dello Stato, l'Italia ha il vantaggio di un disavanzo costituito da interessi e quindi sanabile creando le condizioni per una riduzione dei tassi di mercato ed evitando in tal modo i costi economici e sociali dei tagli di spesa o degli incrementi dell'imposizione fiscale. Ora la tendenza dei tassi e già orientata al ribasso: i mercati stanno scontando il rientro dell'inflasione e non sono rimasti turbati più di tanto dal naufragio del tentativo di Maccanico e dal conseguente scioglimento delle Camere. Una discesa più consistente sembra impedita solo dalli; incertezze sulla reale incisività della logge finanziaria e, quindi, sui dubbi che gli obiettivi di finanza pubblica per l'anno in coreo possano essere rispettati. Sarebbe sufficiente una manovraanche contenuta - i quindicimila miliardi di cui mediamente si parla - per dare al mercato non solo la certezza sul rispetto degli obiettivi '96, ma anche una maggiore fiducia sui risultati '97 dal momento che la finanziaria da definire alla fine di quest'anno risulterebbe sensibilmente alleggerita. Insomma, ora basta dare una piccola spinta ai tassi perché vadano giti, perche producano un taglio del disavanzo indolori;, rendendo ben concreta la prospettiva che, senza lacrime e senza sangui., si arrivi ad avere a fine '97 il disavanzo in ordini; per assicurare alla lira un posto nella futura moneta unica europea. E se poi i conti di questi primi mesi dovessere risultare in linea, tanto meglio: vorrà din; che gli interventi futuri potranno essere piti leggeri. Ma qui rientra in gioco la candidatura di Dini. Questa candidatura è l'impedimento - o almeno il principale - al varo, ora e subito, di una «niaiiovrina» con la (piali; cogliere al volo l'opportunità che si presenta. Più in la questa opportunità potrebbe venir meno: la crescita sta rallentando per effetto dell'aria di stagnazione che sta spirando sull'Europa, e già a metà anno, e a maggior ragioni; alla fini; o l'anno prossimo, gli aggiustamenti potrebbero essere ostacolati dalla comprensibile preoccupazioni; di non frenare ulteriormente una crescita già in fase di rallentamento. E poi si stanno pagando interessi che potrebbero essere più bassi: un punto percentuale su! debito vale 50 miliardi al giorno. Perché aspettare? Impedimenti perché questo aggiustamento possa essere fatto anche a Camere sciolte non ce ne sono. Sotto il profilo politico può ben essere studiato un piccolo pacchetto di misure che nel complesso rimanga abbastanza neutro anche per gli effetti elettorali che può produrre. Per altro, questi provvedimenti vengono adottati nella forma di decreti-legge che il prossimo Parlamento potrà emendare a piacere, o convertire in legge senza assumersene più di tanto la responsabilità politica, Se, ciò nondimeno, Dini ha definito «fuori dal mondo') chi pensa che una qualsiasi manovra possa essere varata prima delle elezioni, è dunque perché ha costituito una lista che concorre alle elezioni con una forte identificazione con il governo e, quindi, con quel che farà soprattutto in questi; settimane. L'Italia ha guadagnato una ennesimo schieramento politico, ma perde la grandi' opportunità di poter abbattere subito tassi e di- AJfredo Recanatesi

Persone citate: Dini, Maccanico, Recanatesi

Luoghi citati: Europa, Italia