«Cofferati, stai attento...» di Paolo Patruno
«Cofferati, stai attento— «Cofferati, stai attento— » «Non è più il tempo di egemonie Vunità va fatta per i lavoratori» PARLA LARIZZA AROMA TTENZIONE, perché ogni ritardo ò un danno: per gli stessi lavoratori, che perdono gli aumenti mensili come volevamo noi. Ma quale sindacato può ragionevolmente credere di portare a casa il cento per cento delle richieste? Ed è indiscutibile che rispetto alla piattaforma unitaria, alla Fiat c'è sul tavolo un'ipotesi di accordo sul 90%». Pietro Larizza, leader della Uil, non si dà pace per la brusca marcia indietro della Fiom. E va all'attacco. Allora, Larizza che cosa non la convince in questa improvvisa bocciatura? «Sinceramente non mi spiego, dal punto di vista della logica contrat- tuale, perché la Fiom ha tirato indietro la mano che doveva firmare l'integrativo- Fiat. Eravamo a un passo dallo sbocco finale, stavamo incassando il 90 per cento di quanto richiesto: non basta ancora? La Fiom tira la corda, fa finta di non sapere che non ci sono margini per altri miglioramenti. E siccome la prima parte del beneficio economico era stata suddivisa sul salario mensile, a rimetterci, da subito, saranno gli stessi lavoratori». Ma se non c'è logica contrattuale, allora che cosa c'è dietro alla mossa della Fiom? «Io credo che la Fiom si sia fatta venire il prurito alle mani per motivazioni politiche, interne a qualche gruppo dei metalmeccanici al¬ la vigilia del congresso della Cgil. Invece di pensare agli interessi dei lavoratori c'è qualcuno che si preoccupa di più dei suoi pregiudizi politici o ideologici. E la situazione diventa intollerabile». Perché lancia l'allarme? «Ma perché l'integrativo alla Fiat è una vertenza-modello. Perché quanto avviene nella prima azienda nazionale rischia di diventare un esempio in tante altre imprese. Quindi dobbiamo essere doppiamente attenti, vigili, davanti al pericolo che si arrivi a una frattura tra i sindacati, provocata da preclusioni politiche, dogmatiche». Insomma, questo comportamento della Fiom rischia di influire sul tentativo di far nascere il sindacato unitario? «Ma per forza. Siamo costretti a dividerci per pregiudizi politici, a danr^ degli interessi veri dei lavoratori. Si creano tensioni fra i delegati, fra i sindacati per ragioni ideologiche. Perché all'interno della Cgil affiora un tentativo di egemonia sugli altri, mentre si consolida al suo interno il fronte del «no», della conflittualità riscoperta dalla Fiom. E' la scelta più facile, per il sindacato, ma non la più vantaggiosa per i lavoratori. Noi siamo unitari, sinceramente, però non intendiamo accettare le imposizioni della "razza ariana dei sindacalisti puri e duri", come dicono, verso gli imprenditori, ma anche a discapito dei lavoratori». Larizza, dove individua altri tentativi della Cgil di imporre a voi o alla Cisl il suo punto di vista? «Ricordo solo due casi, molto attuali. L'opposizione della Cgil agli sgravi contributivi per le aziende sugli aumenti salariali integrativi. Perché, se negli accordi del luglio '93, firmati dai sindacati, si prevedevano forme contributive diverse? Secondo esempio: la flessibilità, sui salari e sull'orario. La Cgil vuole discutere sui massimi sistemi. Io dico, invece, trattiamo caso per caso. Offriamo la nostra disponibilità a creare lavoro, non principi astratti». Paolo Patruno
Persone citate: Cofferati, Larizza, Pietro Larizza
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